Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Così semino il futuro. Vicofertile, dove nasce l'Agrivillaggio

Così semino il futuro. Vicofertile, dove nasce l'Agrivillaggio

di Francesco Nani - 31/01/2014


Dall'azienda agricola di Vicofertile, l'imprenditore Giovanni Leoni spiega il progetto di Agrivillaggio. "Ci lavoro da 10 anni, sogno una nuova dimensione urbana, sociale ed economica." Le prime abitazioni in autunno, la presentazione in occasione dell'Expo 2015. "Non è un ritorno al passato ma la proposta di un modello di vita sostenibile"

"Non serve nuovo asfalto ma una strada digitale dove far correre i byte". Vicofertile, campagna segnata da una non pianificazione urbanistica e architettonica.

Da qui l'imprenditore agricolo Giovanni Leoni, 52 anni, a capo di un'azienda di 50 ettari che conta 200 capi di bestiame, produce 1.500 forme di Parmigiano Reggiano, quintali di grano, cipolle e pomodori, progetta un "salto nel futuro". Una "alternativa sostenibile" allo stile di vita moderno.


  • {}

    Giovanni Leoni, 52 anni, imprenditore agricolo di Vicofertile studia il progetto di Agrivillaggio. Le foto dell'azienda agricola e gli spazi dove il progetto sta per diventare realtà.
    LEGGI L'ARTICOLO

   
   
   
   

Ci racconta il suo progetto nella casa padronale, circondato dalle foto dei parenti. "Sono nato e cresciuto in una famiglia di agricoltori. Da ragazzo lavoravo in campagna giorno e notte, ma volevo studiare. Per i miei genitori era una follia: 'Dopo il liceo dovrai fare l'università e ai campi chi ci bada?'. Lottai tutta l'estate e infine mi iscrissi allo scientifico a Parma. Era il 1975 e scoprii di essere un 'extracomunitario'. Nella mia famiglia - ricorda nel libro "Manifesto per l'agrivillaggio" di AlkemiaBooks - non c'era la cultura dei libri, ma quella della terra. All'epoca non sapevo ancora che quella era cultura".

Cita i principi di bioeconomia di Nicholas Georgescu-Roegen, "La città vivente" di Fran Lloyd Wright  ("Mettiamo la rete al posto delle auto e scopriamo un libro attualissimo"), la decrescita di Serge Latouche, Andrea Segre di last minute market, le nuove comunità di Aldo Cibic e la resilienza di Luca Mercalli.

L'idea di un quartiere ecologico ai margini della città nasce nei primi anni Duemila, dopo aver viaggiato per conoscere realtà innovative come le transition towns fondate in Irlanda e in Inghilterra e toccare con mano, dall'Argentina all'Australia, fenomeni di desertificazione, riduzione delle biodiversità, salinizzazione delle acque.

Dal 2005 il coinvolgimento dell'università di Parma e in particolrae delle facoltà di Agraria, Architettura, Scienze naturali. Quindi l'approccio con il Politecnico di Milano che studia la parte energetica del progetto e ancora l'ateneo di Venezia.

Studenti, professori, tesi che ruotano attorno a un principio cardine: "La nostra società - spiega Leoni - ha bisogno di un nuovo modello e alla base non può che esserci la rete, il web". "Il suolo con le sue risorse e la rete con le sue potenzialità  sono gli estremi entro cui progettare il nuovo paradigma economico - culturale. Il vivere sostenibile è la democrazia del futuro, l'Agrivillaggio è il mezzo per realizzarla".

"Debbono viaggiare i byte non le persone in auto. Per questo occorrono adeguate infrastrutture digitali: a Vicofertile è difficile scaricare la posta elettronica, siamo a 1,2 mega. La campagna è stata mangiata dal cemento, case e parcheggi ma non c'è l'Adsl".

L'agrivillaggio racchiude il passato, cioè la tradizione della produzione agricola, e il futuro, la rete. "Un mix tra qualità della vita e innovazione all'insegna di una economia giusta e compatibile con le leggi fondamentali della natura".

"Quando mi chiedono che cosa è l'agrivillaggio io rispondo che è un agriturismo per la vita. Penso a chi compra una bella casa in città e poi 'scappa' dallo stress nel week end in cerca di aria pulita e benesse. Lo trovo un controsenso".

Verrà prodotto abbastanza cibo per le necessità degli abitanti e le eccedenze alimentari saranno o vendute o scambiate con altri prodotti. Ci sarà posto per 240 residenti ma la produzione agricola - basata su ortaggi e frutta di stagione di alta qualità - sarà misurata per soddisfare mille persone in modo da avere abbastanza merce per chi verrà ad acquistarla nello spaccio del villaggio.

Una produzione on-demand, misurata a partire dal fabbisogno reale del consumatore e quindi senza sprechi.

La comunità non sarà un'isola staccata dal resto ma una penisola, un luogo di relazione e scambio, permeabile con la città. "Non un rifugio per eremiti. Parma è facilmente raggiungibile in bici o con l'auto elettrica. Le nuove tecnologie offrono la possibilità di lavorare da casa e di accedere alle informazioni risparmiando tempo e risorse per la vita sociale e familiare. Quel che 30 anni fa era impossibile, oggi è a portata di mano grazie all'informatica".

Leoni chiama a raccolta stakeholder, enti, ordini professionali. "Il progetto è a uno stadio avanzato. Occorre promuovere e far circolare i progetti ispirati all'idea di Agrivillaggio e condividere le proposte che contribuiscano a migliorarne l'impostazione iniziale". Il passaggio al Tg1 ha dato visibilità: "La sera, dopo il servizio in tv, avevo 140 mail in posta". Fuori aspetta una giovane coppia, vogliono informazioni.

"L'Amministrazione è attenta e sensibile a questi temi ma certamente la legislazione e la burocrazia non facilitano. L'assessore Alinovi ha parlato di parco agricolo periurbano, nessuno lo aveva ipotizzato prima nella pianificazione e gli va dato atto di questo".

Le 60 abitazioni sorgeranno su 28 ettari in moduli 12 per 12 ampliabili. "L'agrivollaggio è la risposta urbanistica a chi guadagna mille euro al mese. A chi non può o non vuole indebitarsi per decenni per accedere al diritto alla casa. Si acquista il diritto di superficie per 100 anni e col tempo l'abitazione può essere modulata a seconda delle esigenze. Tutto senza rinunciare alle comodità, ci saranno negozi e servizi" per una nuova concezione di "welfare".

Chi vuole potrà acquistare quote dell'azienda agricola per una sorta di investimento pensionistico. "Così si coltiva una comunità, si investe sul proprio territorio". Il modello Ryanair, lo chiama Leoni: "La compagania erea ha saputo unire efficienza e qualità, facendo viaggiare milioni di persone che prima non potevano permetterselo. Noi vogliamo fare la stessa cosa: creare un modello economico efficiente e a basso costo".

I primi moduli verranno posizionati in autunno, chi vorrà potrà trascorerre una settimana di prova. La stalla è già all'avanguardia: il tetto è ricoperto di pannelli solari, si produce biogas che potrà alimentare col metano le auto in car sharing e la serra. Tutto all'insegna dell'autosufficienza non solo alimentare ma anche energetica grazie alla fitodepurazione, al fotovolataico e al solare termico.

"Da qui può partire un modello esportabile. Ho inventato nel 1999 le fattorie aperte, siamo stati il primo agriturismo della provincia, facciamo didattica con le scuole". E adesso una nuova sfida.