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Manifesto di Politica Vita Creazione

di Vitaldo Conte - 11/02/2014

Fonte: Il Borghese




L’ENERGIA esuberante del Futurismo esalta  la  bellezza  della  Vita  come
CreAzione,  che  diventa  così  «arte-azione, cioè volontà, ottimismo, ag- gressione, possesso, penetrazione (...) proiezione in avanti». Questa sfida continua è una «messa in gioco» di arte-cultura-esistenza che si fondono in un linguaggio proteso verso il rinnova- mento. È il movimento creatore di un’arte pulsionale che ricerca un’e- spressione globale e contigua dei vari linguaggi con un vitalistico coinvolgi- mento di questi nella realtà quotidiana. Probabilmente, come scrive Stewart Home  in  Assalto  alla  Cultura,  per
«soddisfare le richieste ideologiche di chi li pagava, gli storici hanno trattato il futurismo come uno dei tanti movi- menti artistici d’inizio secolo». Il Futu-rismo, tuttavia, oltrepassò la pittura, la poesia, la musica per creare un abbi- gliamento e un’ambientazione e, an- che, una «politica» futurista che si fuse con tutte le altre espressioni. Se accet- tiamo l’ipotesi della sua «rivoluzione continua», questa potrebbe oggi essere maggiormente riscontrabile attraverso i suoi ancora numerosi aspetti segreti e relazionali che coinvolgono l’esistenza quotidiana. Come, per esempio, le sue variegate suggestioni sull’azione poli- tico-culturale.
Lo «sminuire la politica futurista in quanto fascista è molto comune ma scorretto» (Home): il Marinetti politico contiene, infatti, un tasso di vitalità e apertura «a tutto campo» che, per slan- ci visionari, potrebbe essere accostato ai testi politici di Machiavelli o de Sa- de.  Il  partito  politico  futurista,  pur
«nato naturalmente dalla grande cor- rente spirituale del movimento artistico futurista», si distingue nettamente da questo: essendo avanguardia si pone in anticipo sulla lenta sensibilità del popo- lo, mentre il primo ne «intuisce i biso- gni presenti» per interpretarli nell’igie- nico slancio rivoluzionario. Nel mani-
 
festo del Partito Futurista Italiano (1918), Marinetti chiede un’Italia «non più sottomessa (...) al forestiero troppo amato e ai preti troppo tollerati», ma anche l’abolizione «dell’autorizzazione maritale. Divorzio facile. Svalutazione graduale del matrimonio per l’avvento graduale del libero amore e del figlio di Stato». Indicazioni che «vivranno» nel- le atmosfere della Festa della Rivolu- zione a Fiume (1919-20).
L’esistenza    stessa    diviene «narrazione» di arte-vita che si proten- de verso l’azione rigenerante, in quanto il Futurismo è anche un modo di vivere che ama incontrare emozioni e rischi. La vera arte è talvolta pericolosa e vio- lenta nella sua innocenza. Convertirsi al Futurismo significa sposare la sua inno- cente crudeltà che vuole «uccidere» ogni stagnazione dell’atto creativo, in quanto l’arte «non può che essere vio- lenza». Vivere da futurista è stato (e continua a esserlo per chi si sente di riproporlo in qualche maniera) un modo per rivoluzionare comportamenti dell’e- sistenza, dichiarando guerra al passato e agli stereotipi correnti. Per osare fino all’impossibile, senza fermarsi, se ispi- rati, davanti a nessun ostacolo.
La bellezza, che sprigiona un’azio- ne della vita come arte, è già un dono di per se stesso. «L’arte viva» futurista spinge verso un’attività-pensiero an- che di gruppo, che alimenta (con il suo movimento) il «fuoco» dell’espressio- ne, sintesi superiore dei vari contributi individuali. Il Futurismo, è accaduto anche   recentemente,   è   tornato   a «rivivere» in altre dichiarate apparen- ze: negli eventi di Graziano Cecchini, nel Post-Contemporaneo di Valerio Zecchini. Io stesso, impegnato in testi verbali su questo movimento, ho av- vertito, nell’anno del centenario, la necessità di un loro sconfinamento nell’arte-azione, attraverso il mio ava- tar creativo Vitaldix.
Vivere da futurista sta diventando, in questo nuovo millennio, in aree di pensiero-azione radicale o di anarco- ribellione creativa, una naturale propo- sta di valore esistenziale, vissuta anche condividendo la compagnia in un pub, un luogo qualsiasi. Questi eventi sono spesso interpretati e ricordati con demi- stificanti manifesti-poster di arte-vita, manipolando grafiche e foto. La bellez- za   dell’azione   «vive»   anche   come «Circolo  Futurista»  nell’immaginario di spazi «non conformi».
La tecnica e la scienza sono conna- turali    in    attuali    valenze    «trans-
futuristiche».       La       tecno-fantasia «suggerisce un rapporto vivente con l’estetica della realtà», nota Roberto Guerra, che la trasferisce nella visiona- rietà dei suoi video e testi. Indicazione che «vive» nelle estensioni dell’open space: come nella comunicazione del Net.Futurismo che ha sentito l’esigenza di rinnovare la battaglia futurista, tran- sizionandola verso la grande rivoluzio- ne informatica e digitale. Il movimento (partito dal 2005), con il contributo teo- rico e oltre-artistico di Antonio Saccoc- cio, Stefano Balice, ecc., ha raccolto consenso blogger e internauta. Il Futu- rismo è declinato in un pensiero preva- lentemente scientifico nel Movimento Transumanista Italiano: come nei testi teorici di Riccardo Campa, significati- vo il suo Trattato di Filosofia Futurista (Avanguardia 21, 2012), e di Stefano Vaj (Biopolitica, 2005).
Il Trans-Futurismo «vissuto oggi» è debitore, nell’azione, del linguaggio vitalistico dell’arte-vita espresso all’o- rigine da questo movimento. Risulta contaminato dal Dada per la vocazione di quest’ultimo a evadere dai possibili canoni comportamentali, espressivi ed esistenziali, come quelli di costituirsi in un gruppo definito, in cui l’ascolto del «caso» diviene una rotta al limite della mistica. Questo Futur-Dada s’incontra anche con l’espressione di successive poetiche, coesistendo in una anarco- continuità di azione e lettura. I riferi- menti di questa pulsionale CreAzione sono molteplici: la rivoluzione di Fiu- me e Guido Keller, le serate futuriste e dadaiste, le poetiche situazioniste, ecc. Le sue segnaletiche, fluttuanti tra arte e video, musica e rumore, poesia e teatro, culture digitali, sono presenti in diverse attuali espressioni, caratterizzate talvol- ta da manifesti di lirica visionarietà, anche come proposta metapolitica, di Arte-Vita.