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A cosa pensano le mucche nel deserto?

di Giovanni Sartori - 03/03/2014


Qualche tempo fa il giornalista Alain Gresh aveva raccontato della sua visita ad Al-Safi, definita “la più grande fattoria lattiero-casearia integrata del mondo”.

Svizzera? No, Arabia saudita. Uno scenario surreale che prefigura un futuro già presente, grazie all'azione sinergica di tecnologia e cambiamenti climatici. Quasi quarantamila animali (mucche holstein pezzate, non dromedari) in gran parte importati dal Canada. Scontato che la prole maschile  delle povere bestie, inseminate artificialmente, venga avviata, come ovunque, al macello. Un po' meno che “i climatizzatori mantengono la temperatura nelle stalle sotto i 27°C;  pannelli mobili proteggono le mucche da un sole troppo cocente”. Quanto alla mungitura è automatizzata e controllata dal computer.  Ogni mucca produce circa 33 litri al giorno con una produzione annua di 220 milioni di litri di latte. Anche lo stabilimento dei prodotti caseari, diretto dalla società francese Danone, è automatizzato. L'avveniristica “fattoria nel deserto” era stata ideata da quello stesso principe Abdallah Al-Feysal (scomparso da qualche  anno) che acquistò una certa notorietà in quanto avrebbe voluto “rifornirsi d'acqua rimorchiando iceberg dal polo nord”. Invece l'acqua attualmente viene pompata dal terreno. Se finora bastava scendere a 200 metri di profondità ora bisogna arrivare a duemila metri, rischiando di prosciugare le falde freatiche. Da qualche anno l'Arabia saudita produce anche “grano e primizie che vendiamo ai nostri vicini, ma che esauriscono le nostre riserve idriche” come raccontava un ingegnere agricolo intervistato.

Durante la crisi alimentare del 2008 per Riad era suonato un preoccupante segnale di allarme in quanto l'Arabia saudita rimane comunque un importatore netto di prodotti agricoli, in particolare riso, mais, soia. Per questo, spiegava all'epoca Al-Obeid, vice ministro dell'agricoltura “abbiamo inviato delegazioni composte da funzionari e da dirigenti privati in Turchia, Ucraina, Egitto, Sudan, Thailandia, Filippine, Vietnam, Etiopia, Uzbekistan con lo scopo di investire nell'agricoltura all'estero”. Come la Corea del Sud nel Madagascar e la Cina praticamente ovunque, così l'Arabia saudita ha iniziato la sua “corsa alle terre arabili”. Secondo l'Ong Grain avrebbe già acquistato complessivamente 1.610.117 ettari tra Africa e Asia. Nel mirino soprattutto Egitto e Sudan, due paesi ben riforniti d'acqua. Alcuni osservatori hanno parlato esplicitamente di “appropriazione coloniale da parte dei paesi del Golfo sulle terre agricole”. Per coltivare 500mila ettari di riso basmati, si starebbe per concludere un accordo tra l'Indonesia e il gruppo saudita Bin Laden.

Probabilmente dietro al nome esiste solo una parentela con il fondatore di Al Qaeda.

Tuttavia non si può escludere che l'organizzazione integralista sia stata talvolta anche uno strumento politico-militare di penetrazione in aree giudicate interessanti per Riad, come appunto l'estremo oriente e l'Africa orientale. Sia qualche anno fa che recentemente Al Qaeda ha colpito (sia in Egitto che nello Yemen) consolati e comitive turistiche  sud coreane. Azioni che potrebbero venir interpretate come atti di intimidazione nei confronti di una delle nazioni concorrenti di Riad nell'acquisto di terreni agricoli, soprattutto in Africa. E potrebbe essere stato dello stesso tono il messaggio diffuso in Internet nel 2009 da Ayman Zawahiri che esortava i sudanesi a prendere le armi contro l'Occidente in risposta al mandato d'arresto della CPI (Corte penale internazionale) nei confronti del presidente Omar Al-Bachir. Secondo Zawahiri quello della CPI sarebbe stato “un pretesto per un'altra ingerenza straniera in un paese musulmano”. Contemporaneamente l'allora numero due di Al Qaeda, chiedeva che la Corte si occupasse anche dei crimini di George Bush, Vladimir Putin e dei dirigenti israeliani. 

E intanto nel deserto, le ignare mucche holstein, prigioniere dello sfruttamento da parte degli umani e della tecnologia, sognano radure tra i boschi. Usque tandem?

Gianni Sartori