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Un mondo perfido

di Antonino Amato - 02/08/2006

Fonte: Antonino Amato

 

 

Ho detto e scritto più volte che “i Tedeschi (tutti i Tedeschi) non sono responsabili di quanto possano aver fatto i Nazisti”. Confermo ed allargo il concetto: “gli Ebrei (tutti gli Ebrei) non possono essere considerati colpevoli delle nefandezze dei Sionisti”.

 

Ciò premesso, mi tocca ribadire un altro concetto: “non c’è dubbio alcuno che “I Protocolli dei Savi anziani di Sion” sono un falso della polizia zarista”. Testo “falso”, dunque. Ma, stranamente, testo “profetico”. Basti solo dire che in Italia, su 57 milioni di abitanti di cui solo 40mila Ebrei, i due principali quotidiani (“Corriere della Sera” e “REPUBBLICA”) sono in mani di Giudei e/o di giudaizzati. Zeppi di commenti vari, sulla crisi libanese, tra il ridicolo, il patetico e il cinico. Non si può non concludere che viviamo in un “mondo perfido”. Anche se, di tanto in tanto, qualche Ebreo candido (ce ne sono) denuncia le malefatte del sionismo trionfante. Succedeva lo stesso in Germania ai tempi di Hitler.

 

Succede, dunque, che Israele si insedia in Palestina. Su deliberazione dell’ONU. E con il sottinteso che si prenda cura del territorio assegnato e degli aborigeni ivi residenti. E’ finita come è finita. I sionisti cacciarono gli aborigeni per dare vita ad uno “stato ebraico”. Anche in Spagna, i Re Cattolici, cacciarono gli Ebrei. E giustificarono la cacciata con la “limpieza de sangre”. Oggi troviamo molti studiosi che condannano il razzismo dei Re Cattolici, ma nessuno condanna il razzismo dello Stato di Israele. Anche questo fa parte dell’impostura di un mondo perfido.

 

Altra impostura è il “riconoscimento di Israele”. E’, indubbiamente, diritto di Israele di “essere riconosciuto”. Già: ma i confini? Sui confini si spazia. E qualcuno suggerisce: dal Nilo all’Eufrate. Nessuno che si richiami ai vecchi confini fissati dall’ONU alla costituzione dello Stato di Israele. Si arriva così ai nostri giorni: chi non riconosce Israele e “terrorista” e vorrebbe un “altro genocidio”. Chi, invece, vagheggia i confini di Israele dal Nilo all’Eufrate e vagheggia di cacciare in massa i Palestinesi fuori dalla Palestina è un “buon patriota” di una “stato democratico”. Nel quale stato democratico si può dire che “i Palestinesi sono bestie immonde”. Provate a dire in Italia che “gli Ebrei sono…..” ed andrete a sbattere nella Legge Modigliani/Mancino. Domanda: Israele stato democratico? L’Italia stato antidemocratico? No, solo che viviamo in un mondo perfido: sono ammesse più verità secondo l’utile di Israele.

 

Israele si insedia in Palestina ed allarga, grazie ad alcune guerre vittoriose, i suoi confini. Per gli aborigeni nessuna soluzione se non quella di considerarli “cittadini di serie zeta”. In attesa di espulsione. Ovvio e scontato: i Palestinesi non ci stanno ed organizzano la resistenza contro Israele, “stato colonialista e terrorista”. Gli altri Arabi, di tanto in tanto, danno una mano. E un poco di soldi. Da qui la necessità dello Stato di Israele di “difendersi”. E, poiché il problema palestinese si trascina dal 1948 ai nostri giorni, anche “il diritto di Israele a difendersi” diventa una “diritto perpetuo alla difesa”. Qualcosa di simile è avvenuto in USA coi Pellerossa e, dopo qualche secolo di “difesa continua”, è finita che dagli USA sono scomparsi i Pellerossa. Ragione per cui gli USA fanno comunella con Israele. E ne capiscono la continua difesa.

 

Solo che Israele il suo “diritto alla difesa” lo esercita “alla giudia”. Uno Stato “gentile”, se ha delle lagnanze verso i vicini, si rivolge all’ONU. Al limite lancia un ultimatum. Israele, invece, procede alla giudia: aggredisce il Libano, ne distrugge le infrastrutture civili e piange…. piange a dirotto perché dei “terroristi” lo costringono a difendersi. Ci sono dei terroristi in Medio Oriente? Certamente si, ma il più pericoloso terrorista è Israele. Il resto, tutto il resto è contorno. L’ONU è un baraccone ipocrita ed impotente. Altrettanto le “Corti di Giustizia internazionale” (Del Ponte dove stai? Dove dormi?). Gli USA spalleggiano Israele. Molti altri Paesi dicono la loro opinione. Ma, come ai tempi dell’invasione dell’Iraq, nessuno osa contrastare lo strapotere di USA/Israel.

 

Qualcuno, sollecito, avanza la proposta di “istituire una forza di interposizione multinazionale tra il Libano ed Israele”. Israele, graziosamente, acconsente. Solo che… solo che chiede del tempo per completare la distruzione del Libano. Perfino D’Alema si avvede della perfida impostura. E dichiara: “o la guerra o l’intervento della forza internazionale” (1). Era ora che Prodi e D’Alema si avvedessero della trappola nella quale stavano per cadere. Mi auguro che tengano fermo.

 

Israele, invece, continua nella sua perfida politica terroristica. Proclama una “tregua umanitaria”, ma prosegue coi suoi bombardamenti aerei: parola di giudei. Ed annuncia che intende continuare la guerra. Spalleggiata dagli USA. Convengo che nessuno può impedire ad USA/Israel di continuare nelle sue aggressioni terroristiche in Medio Oriente. Ma abbiamo già il precedente dell’Iraq. Alcuni Europei si rifiutarono di aggredire l’Iraq. Sarebbe il caso, oggi, che gli Europei tutti prendano le distanze dalle aggressioni terroristiche di USA/Israel. Non è il massimo. Ma sarebbe già un primo passo. Se la sbrighino loro in Afganistan, in Iraq, in Palestina e in Libano.

 

Noi tifiamo coi popoli liberi: siamo tutti Afgani, Iracheni, Palestinesi e Libanesi.

 

note: 

(1) “Forza di pace a rischio” in “REPUBBLICA” del 31 luglio 2006, pagina 7.

 

"Europa Informazioni", 31  luglio 2006