I misteri della finanza
di Antonio Pantano - 03/08/2006
1 OPUS SCHEI : DALLA CRONACA NERA ALLA IMPOSIZIONE DELLE RAPINE DI BORSA
“Finanziere” assassinato, fatto a pezzi, dopo il sequestro : ennesimo episodio di cronaca nera.
“Finanziere”, termine che ha valenze multiple, differenti dal carpentiere ( s’occupa di carpenterìe, di legno, metalliche o d’altro), o dal farmacista ( laureato, distribuisce farmaci ai cittadini). “Finanziere” spazia : dal fantaccino della Guardia di Finanza (che dovrebbe controllare chi s’occupa di “finanza” particolarmente, ma s’attarda a multare il bambino che sugge gelato senza conservare ricevuta fiscale, additando l’esempio alla notorietà) al maneggiatore di risorse finanziarie, mai proprie, sempre altrui, per trattarle ed investirle in qualche modo (senza certezza di buon fine per l’affidante, ma con certezza di provvigione anticipata per chi introita l’affidamento). Virtù e solidità morale dovrebbero illuminare la vita del fantaccino e del maneggiatore di denaro. Dovrebbero. Poi, sovente, a misfatti accaduti, s’invoca l’attenuante della “pecora nera” e dell’errore (uno su un milione, dicono !). Attenuante ipotetica, mai da situazioni nette.
Il maneggiar denaro, l’amministrare per conto terzi, MAI rappresenterà via al paradiso, ma sottintende il “logico” lucro, ahinoi codificato da leggi imposte, create appositamente al ritmo del tintinnìo degli “schei”.
“Schei”, o “sghei”, è espressione purissima della lingua italiana, proveniente dalle regioni di parlata e civiltà veneta (i vasti territori della fu millenaria Serenissima Repubblica di Venezia, comprendenti anche Istria, Carnaro con Fiume, Dalmazia con Zara, Ragusa, Sebenico e tutta la costa adriatica orientale con vasto entroterra) e le adiacenti. I dizionari seri l’annoverano ed ha sinonimi in : denari, moneta, soldi, sesterzi, lire, quattrini, bajocchi, franchi, grana,talleri, ducati, zecchini, tarì, fiorini, fennec, scudi, pecunia, sacchi, marchi, sovrane, dobloni, rubli, ghinee, sterline, pesos, pesetas, corone, ecc. .
Custodire il ricavo d’una transazione e l’incasso per una attività (o altre espressioni che comportino denaro) sotto il materasso o il mattone del pavimento di casa, è rischioso e scomodo. Negli anni ‘20 e ‘30 del XX secolo s’insegnava ai bambini a “risparmiare” denaro per farlo versare dai genitori nelle “casse di risparmio”, deputate dal bieco regime dittatoriale imperante in Italia a custodirlo, con frutto d’interessi utili ai depositari.
Da sei decenni, scimmiottando le disavventure concretate nel grande paese-culla di democrazia (gli USA), anche in Italia fu imposta la moda [confortata da affaristi, pubblicità, e mercenari dei mezzi di comunicazione, in qualità di “giornalisti” ben remunerati per la bisogna] d’affidare alle banche, o agli “intermediari autorizzati”, risparmi e disponibilità monetarie di cittadini ed imprese. Disegno dettato a Bretton Wood nel 1944 dai “maghi economisti” al servizio dei vincitori il grande conflitto mondiale, in corso verso l’epilogo anche con persuasione atomica.
L’acquisto d’un appezzamento di terra, per opportune lavorazioni, produce rendita conseguente le attività che sulla terra si svolgono. Altrettanto per casa, negozio, magazzino, autorimessa. Beni reali che, con oculata amministrazione, fruttano utile anche in denaro al possessore.
Si noti l’espressione da me usata: “possessore”. Che, per terreno e casa, può coincidere con proprietario, mezzadro, amministratore, usufruttuario, affittuario. E se ne tenga conto : ne tratterò oltre.
La “moda” imposta da oltre confine (con sinergìa dei “democraticissimi” regimi feudali di Gran Bretagna e dintorni : Olanda, Belgio,Lussemburgo, Svezia, Danimarca, Norvegia, Svizzera, Liechtenstein, ecc.) ebbe variopinte accezioni[ dopo quella naturale di prestar denaro - sotto forma d’investimento - al proprio Stato di appartenenza, per contropartita con titoli dai vari nomi (BTP,BOT,CCT, ecc.) ] : “investimento” in azioni di società, in “obbligazioni” di privati, in “fondi d’investimento”, ed in altre migliaia di espressioni diaboliche.
Il massimo (e canonico) diffusore d’inizio dei “fondi d’investimento” a vasto raggio fu, anni ‘60, Bernie Cornfeld, apolide Usa : ipnotizzò molte migliaia di danarosi e convogliò disponibilità nella sua I.O.S., fenomeno apprezzato dai grandi economisti accademici, di norma insigniti del Nobel. Nel 1970 Cornfeld si dissolse nel nulla in compagnìa d’oltre 500 milioni di dollari del tempo (valore odierno : 50 volte di più) : moltiplicatore di monete (con fulmìnea capacità di sparizione).
Con tali precedenti, ignorando (peggio degli struzzi) il trascurabile episodio (1929) della crisi USA e mondiale, per l’effetto “domino” determinato sugli stati che agli Usa dovevano ossequio e credito, ma non l’Italia, che a quella “dipendenza”, tramite il Fascismo, s’era sottratta, chi dispose di denaro liquido s’incaponì a “differenziare” la destinazione di quei valori monetari (ladri e sorci sconsigliarono materassi e sottopavimenti) affidandosi ciecamente ai “borsini”. Luoghi che i banchieri fecero presidiare da incolti irresponsabili impiegatucci (ammaestrati ad illudere i risparmiatori).
Chi eliminierà i gonzi tentati dal “gioco delle 3 carte” nelle fiere domenicali ? Aspiranti “pinocchio”, creduli seminatori di monete d’oro nell’illusione di alberi con impossibili frutti, potranno mai sparire ? D’incaponiti d’ottener vantaggi col denaro versato in banca - carta valori contro carta semplie ed ignobile - la storia sarà stracolma nei millenni ! E sempre esisteranno ingenui, accordanti fiducia alla indimostrata virtù d’un banchiere e dei suoi asserviti in banca ! Costoro operano nel fumo della legge, grazie a complice connivenza di legislatori, politicastri, magistrati preposti e loro collegati. Mai cesserà l’ingordigia, massimo dei vizi capitali moderni dovuto ad inguaribile tara psichica, che discrimina l’Uomo dal furfante a natura animale e senza “spirito”. Avidità ed ingordigia : categorìe patologiche della psiche di elementi ascritti al consorzio umano, ma tarati inguaribilmente ! E si consideri il beota gaudio di coloro che esultarono (adulazione indotta : puro plagio) quando assursero al vertice statale nostrano due banchieri.
Avrebbero l’alibi del perbenismo. Specie in Italia, i mezzi di comunicazione (ed illusione) alle masse han creato l’artificiosa nomèa dei banchieri virtuosi, con suddivisione in laici e cattolici. I secondi son coloro che, ostentando frequentazione ai riti religiosi, notificano agli astanti elargizione di consistenti elemosine (denaro non loro !), s’intruppano in organizzazioni religiose e para-religiose, per fruire di alone di santa rispettabilità.
I laici, stessa pasta, s’avvalgono di credenziali storiche da alto tradimento verso l’Italia in guerra, al monopolio di traffici puliti e sporchi (carne, armi, stupefacenti) coi paesi comunisti, al sistema “piovristico” di gestione delle strutture turistiche nelle regioni rosse ed alle locali banche, alle speculazioni edilizie iperpalazzinare ed ai monopolìi d’imprese costruttrici negli appalti pubblici (leghe e megacooperative ipercapitaliste), alle assicurazioni “omnipol” (prodighe in parcelle ultra miliardarie ai propri amministratori), agli organizzatori (con appoggi in alto loco) dei grandi flussi di clandestini extra-comunitari ed al successivo “accoglimento”, e alla gamma di rispettabili carneade che, in qualche giorno, scalarono importanti società strategiche per la nazione.
Fino agli anni ‘60 la borsa rappresentò episodio avulso dagli interessi della quasi totalità degli italiani. Gli uffici titoli delle banche negoziavano quasi solo buoni del tesoro. Il risparmiatore non si dedicava ad altro, dopo aver acquisito la proprietà della casa. Radio - fino agli anni ‘50 unico sistema di diffusione delle notizie, oltre la stampa - e giornali riservarono alle notizie di borsa spazio limitato, in ore di scarso ascolto, con voce noiosa del lettore, o carattere minuto nella pagina più negletta dei quotidiani specializzati. Diavolerìa per addetti ai lavori, di “borsa merci” s’aveva contezza frequentando i mercati paesani ove si compra-vendevano vacche e pecore : le quotazioni avevano oscillazioni favorevoli al compratore verso l’ora tarda di chiusura.
Gli usurai imposero al “mondo civilizzato”da loro e dalla loro democrazia liberatrice, la musica perversa della borsa, con abile insinuante persuasione occulta. Circolando maggiore massa monetaria, a causa del maggior volume delle vendite e della immissione di merci più scadenti e deperibili (i cappotti d’inizio secolo XX°, di ottima lana, venivano “rovesciati” dall’acquirente primo, il quale li “passava” ai figli, rendendo utile per mezzo secolo l’indumento), i “signori del denaro” inventarono il riciclo di questo, affinché più volte, nell’arco anche d’un giorno, questo passasse nelle loro mani, per lucrarne beneficio “con usura”.
Oggi la “borsa” domina. Ogni telegiornale le dedica ampio spazio, nelle posizioni di punta, enfatizzando termini e titoli senza che l’ascoltatore comprenda, ma inducendolo alla seduzione, con l’espressione : “la borsa ha guadagnato...”. Ma la “borsa” cos’ è ? Se esiste chi guadagna, immancabilmente v’è chi perde. E l’umanità impecorita non vuol comprendere che la “borsa” coincide coi padroni del denaro, che, come il banco dei casinò, mai perde, ma lucra costantemente ottenendo, oltre i guadagni, cospicui rapidi “diritti di commissione”.
2 OPUS SCHEI : VIAGGIO DEL DENARO SUL CAMMINO DI CADAVERI
Gli uomini “liberi perché formali cittadini di regimi sedicenti democratici” non s’avvedono che vivono in soggezione totale - e dispotica - dei padroni del denaro, in condizione più avvilente e peggiore di quanto sia avvenuto per gli schiavi dei secoli lontani. Schiavi da millenni, fino a quelli che, nel XVIII° secolo ancora esistevano persino in Italia, ove il pontefice della chiesa di Roma ne faceva uso, e, nel secolo successivo, furono anima della “nascita della nazione Usa” con continuità nel XX secolo tra coloro che, aggiogati alla produzione industriale, hanno vissuto dalla culla alla tomba per servire gli usurai “signori del denaro”.
Torniamo al “possessore “ citato in apertura .
Il cittadino normale, per la vigenza virtuale del denaro oggi imperante e l’abolizione delle riserve - in valori reali - a garanzìa di tutto il circolante, non s’è reso conto (ingannato da bancari-banchieri-politicastri-governanti ) che il denaro del quale si ritiene titolare non sia suo.
Se in forma di liquido contante, è apparentemente suo nei brevi momenti della detenzione in tasca (al fine di spesa a proprio favore, il costo della quale è esattamente doppio di ciò che sborsa : è stato ampiamente spiegato dalla “scuola eretica di Teramo-Atri” della quale farò cenno). Se in forma di deposito presso banca, il denaro non è suo, ma della azienda ove è depositato.
Tanto che, nei bilanci contabili bancari, i “depositi” rappresentano la virtù della banca.
La precaria titolarietà del denaro, mediante l’intestazione del conto bancario o altro tipo di deposito, non coincide con il reale possesso del denaro, e la disponibiltà di esso. Così che le aziende bancarie, all’atto del deposito d’una somma, s’appropriano di giorni di valuta e di giorni di disponibilità a proprio esclusivo vantaggio. Giacente presso la banca, il denaro è gestito da questa a proprio criterio, anche per un solo istante. Il “custode/banca” usa quanto depositato per qualsiasi operazione di propria convenienza, ed in un istante (il famoso “tempo reale”) attua transazioni d’acquisto o vendita anche col denaro depositato dal cliente, oltre quello che - per necessità contingente - inventa creando valore dal nulla, mediante scrittura di numeri su un pezzo di carta semplice e di costo nullo. Il “signoraggio” delle banche si attua in ogni istante ! S’attende l’obiezione : “e se i depositanti tutti pretendessero nel medesimo istante quanto depositato ? “. Per il criterio del “tempo reale”, qualsiasi banca è in grado di soddisfare le pretese dei depositanti, sia con liquido che con suoi titoli di surroga. E il “miracolo dei pani e pesci” è battuto!
Nei tempi moderni il banchiere è riuscito a farsi considerare onnipotente, eclissando ed annientando l’autorità statale e le tradizioni religiose. La vita è scandita dai ritmi della moneta gestita da finanzieri e banchieri : loro determinano guerre, carestìe, migrazioni di popoli, genocìdi senza uccisioni e massacri (sanno farli addebitare, usando gli storiografi prezzolati, al “nemico storico di convenienza e turno”). Il banchiere ha imposto il “suo monoteismo” : il denaro. Elemento che la natura tutta (animali e piante) non conosce, e che gli ultimi uomini primitivi respingono, intuendo che l’accettazione del denaro significa schiavitù inumana e perdita della felicità (così la pensano i pigmei delle foreste del Congo, refrattari alla peste della civiltà nostrana). “Signoraggio di sè stessi, democraticamente assunto da tutti i cittadini del mondo”, ecco ciò che temono i politicanti ed i loro padroni banchieri.
Il virtuale antagonismo tra banchieri laici e cattolici - operanti in sincronico unìsono, monotòno, sinergìco, nell’azione di sottrarre al cliente denaro con ogni pretesto - è fola da béttola, alimentata dai soliti cronisti, servili-incensanti-ossequienti-accattanti elemosine.
Dal secondo dopoguerra mai fu chiarito e definito il ruolo di BankItalia s.p.a.. Tra il molto, comporta - oltre gli infiniti ed inimmaginabili privilegi ESENTI da tasse ! - grandi scorte (superiori a quelle riservate a grandi criminali ed ergastolani !) di molti poliziotti a tutti i boss e maggiorenti anche di grado modesto, dilapidazione immensa di denaro del contribuente: servizi a personaggi (cui un accorto italiano mai affiderebbe di persona nemmeno un centesimo di euro) senza ruolo istituzionale, non contempolando la “costituzione repubblicana” una virgola alle banche ed, ancor più, alla privatissima società che opera da Roma, via Nazionale, con tentacoli - pretesto dei servizi di tesoreria, affidati da governanti compiacenti e prezzolati, mai tutelanti i cittadini - in ogni città. E così operando, porta in bilancio al passivo tutto il denaro liquido stampato, creato dal nulla, ed emesso (su delega dello Stato, rappresentato da suoi “servitori” compiacenti e còrrei con la banca) rendendo inesistente e falso l’utile (ridotto a nulla!) ed inadeguate le tasse, in danno dei cittadini.
Designata la medesima banca anche alla “vigilanza sul sistema bancario” (per voto antinazionale dei parlamentari), esercitò la funzione disinvoltamente in pro di grandi furfanti, banchieri affaristi, dirigenti e proprietari di banche (vere bande esercitanti sopruso con vessazioni in danno dei cittadini), infierendo, per la forma e a “moina” d’attività, solo su aziende bancarie di periferìa, minori, innocue, a carattere locale o cooperativistico, con assedi ispettivi di mesi. Ispezioni omesse totalmente verso le mega banche, impegnate in quotidiano assalto (con uffici cafonescamente ridondanti d’arroganti sprechi d’arredo) dei centri storici delle città e delle contrade più sperdute - ove l’unico sito di transito di denaro era sempre stato l’ufficio postale -, luoghi urbanisticamente protetti, ma “concessi” dalla compiacenza sensibile di sindaci ed amministratori locali (fruitori “in privato” di affidamenti senza garanzie).
I banchieri moderni sono, in verità, spietati corsari. Infinito l’elenco delle loro vittime, ma qualche nome è bene fissarlo: Giovanni Paolo I, pontefice della chiesa cattolica, ingiuriato anche da Patriarca di Venezia e cardinale, e misteriosamente messo a tacere al 33° (numero cabalistico !) giorno di regno, dopo aver discusso la sera precedente col cardinale Villot [ Jean, in massoneria dal 6.8.1996, matr. 041/3, “Jeanni” (Zurigo) ] secondo il non smentito Mario Guarino: “l’Italia della vergogna” 1995, Laser edizioni, Viareggio, “I mercanti del Vaticano” 1998, Kaos edizioni, Milano, l’ondivago Franco Nicastro: “Mafia,007 e massoni”,1998, edizioni Arbor, Palermo, per citar qualcosa, Michele Sindona (manovratore di denaro vaticano ed antivaticano, sedicente framassone), cui si sottrasse - tra l’altro - la gestione dei contributi Ina-casa (0,57 % di paghe e salari italiani: sciocchezzuola in migliaia di miliardi di lire) già sottratta alla BNL; Guido Calvi, banchiere anche per sponde religiose,”suicidato” con rituale massonico/bancario sotto il londinese ponte dei Frati Neri, con sottrazione del patrimonio bancario, Giuseppe Fiorentini, facoltoso industriale romano tra i più intraprendenti del dopoguerra, sposo d’una ricca ereditiera ebrea, cui - via “Carli” anni ‘50 - furon sottratti attività, preziose proprietà immobiliari e patrimonio, consociativamente devoluti a rapaci democristiani e comunisti.
La democratica via italiana al benessere fu lastricata di “episodi” quali la soppressione di Enrico Mattei, le doviziose attività del banchiere comitario Raffaele Mattioli (terminale di burattinai affaristi internazionali in danno dell’Italia in guerra, inventore d’Enrico Cuccia, Adolfo Tino, Ugo La Malfa, Giovanni Malagodi e compagnia contante ), Italcasse, le banche sindoniane e quelle sottratte a Calvi, la margherita d’accadimenti previsti - mai risolti giudiziariamente - riguardanti Aldo Moro, Carlo Alberto dalla Chiesa (fratello di banchiere!), Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Gianni Bisaglia, il pirotecnico vortice dei bond argentini, Parmalat, Unipol, Imi-Sir, petroliferi, alti vertici della Gdf, le esternazioni libiche, le fortune estemporanee stratosferiche di sindacati-sindacalisti-palazzinari-VIP (Volgari Imbroglioni Patentati)-ganzi di figlie di dentieruti capi di stato-politicastri-confesercenti-scalatori banchieri e banchieri neweconomy.
3 OPUS SCHEI : DISSIPAZIONI, DILAPIDAZIONI, PER INGANNARE GLI UOMINI E SOFFOCARE LA PACE
Lo stato giuridico vigente nella nostra contrada consente impunità e privacy (il riserbo personale s’è adeguato, come il pudore, a tempi attuali e linguaggio dominante grazie ai computer, che in italiano sono calcolatori) ad ogni operatore e maneggiatore di denaro, ma qualche incontrollabile sub-agente di periferìa regola in proprio (luglio 2006) i conti di cosca, prima ben governati dal “venerabile” superiore (operante in nomine domini : d minuscola !). Perchè, in questi baillamme, congregazioni religiose formalmente inattaccabili e sempre al di sopra d’ogni sospetto, annoverano, tra gli adepti, sopratutto finanzieri che han funzione e sanno dissolvere nel nulla milioni di euro. E, su identica lunghezza d’onda, si invocò la “santità subito” per il prete polacco che, assunto al massimo vertice gerarchico, confermò - con assolute immunità e licenza d’agire - l’affarista Marcinkus arcivescovo (massone dal 21.8.1967, matr. 43/649, “Mar”, come pubblicato più volte ai tempi, e come ammessomi dal Cardinale S.R.E. Silvio Oddi) alla gestione dello IOR (in vista anche delle manovre politiche polacche e del prestabilito 1989: dissoluzione dell’URSS), in spregio alle fulmìnee decisioni del “fattivo rivoluzionario” predecessore, che sistema bancario ed affari secolari del Vaticano, in uno con dirigenza furfantesca, aveva disposto di sradicare e ribaltare, modificando rituali consolidate liturgìe profane palancaie.
Appare il vero volto dell’Opus Schei, con gl’inconvenienti casuali quotidiani, messi in luce dall’intemperanza di alcuni moscerini di provincia, propensi a far quadrare impossibili conti con liturgìe spicce, comunque confacenti a chi usa tagliar borse e gole, non solo metaforicamente, ai creditori irrispettosi.
Il sistema politico nostrano, amministrato e sovrinteso da furfanti della peggiore specie, rinunciò da decenni (tenendo nell’ignoranza i cittadini) ad ogni sovranità monetaria (insieme con quella territoriale e militare), bancaria, economica e finanziaria, e permise, tra tanto (trascurato dalla attentissima magistratura), il minimizzato. e soffocato nell’oblìo, episodio del settembre 1992, che il deputato di Piacenza, Carlo Tassi, stigmatizzò con interrogazione al governo (presidente del consiglio, ministri degli esteri, del commercio con l’estero, del bilancio e programmazione economica e per il Mezzogiorno, del tesoro, delle finanze e di grazia e giustizia): “se il Governo, e i ministri interrogati, nell’ambito della loro specifica competenza in materia, abbia indagato e sia venuto a conoscenza di chi o quali gruppi «di pressione» abbiano perseguito la indegna pesante manovra «speculativa» sulla moneta italiana. Tale manovra per essere efficace ed efficiente deve essere stata fatta all’estero o dall’estero, ove il possesso di lire - specie in ingentissimi quantitativi, dell’ordine delle migliaia di miliardi - deve essere ed è noto o facilmente accertabile; se risulti che questi «personaggi» o gruppi, abbiano avuto, o abbiano, «regìa» italiana, anche a mezzo di così dette «fiduciarie» o simili, perché in tal caso, sarebbe grave e penalmente sanzionato il comportamento di quegli operatori italiani o di cittadini italiani che avessero anche semplicemente collaborato o concorso al tracollo internazionale del valore della nostra moneta da sfiorare e impingere addirittura nelle norme che puniscono l’altro tradimento; se, in merito, siano in atto inchieste amministrative, indagini di polizia giudiziaria, anche penali, se i fatti siano noti alla Procura generale presso la Corte dei conti al fine di accertare, perseguire e reprimere tutte le responsabilità contabili, sempre conseguenti abusi e omissioni anche dell’obbligo, addebitabili o addebitati a funzionari pubblici, siano essi di carriera ovvero onorari, come i ministri e i sottosegretari di Stato, specie se muniti di delega specifica “(seduta del 22.9.1992, interrogazione 4-05296). Al silenzio governativo seguì l’ascesa in politica del governatore di BankItalia (che degli accadimenti fu protagonista), e la morte, per misterioso incidente automobilistico, del deputato Carlo Tassi, famoso per aver presentato in ogni legislatura il numero massimo - mai da altri superato - di pungenti interrogazioni parlamentari, e per aver sempre indossato, nella vita, la camicia nera.
Accadimenti che il già Procuratore Generale della Corte d’Appello degli Abruzzi, dottore Bruno Tarquini, nel testo “La banca, la moneta e l’usura” (Controcorrente ed., Napoli, 1995) indicò : “ ...tutti ricordano cosa avvenne nel settembre 1992 a seguito della tempesta valutaria che travolse drammaticamente la lira italiana, e la brutta figura che fece il Governatore della Banca Centrale che inutilmente privò le riserve valutarie di una cinquantina di miliardi di dollari, gettandoli in quella fornace che è il mercato dei cambi, nella illusione di difendere la nostra moneta dalla svalutazione, senza alcun risultato, perché la lira perse ugualmente il trenta per cento del proprio valore. Chi osò mai sollevare critiche al comportamento del Governatore ? Chi mai gli rimproverò l’errore commesso? Nessuno. * “ L’asterisco ebbe appendice in calce di pagina : “Per la verità soltanto gli organi ufficiali di informazione mantennero questo riserbo, e così tutti i numerosi opinionisti dell’attuale regime democratico. Voci isolate al di fuori del coro ci furono, ma naturalmente non ebbero la diffusione necessaria per far conoscere al popolo ciò che veramente era accaduto e chi ne fossero i colpevoli. Va pure detto, per completezza d’informazione, che non sono mancate voci sulla volontarietà di quella notevole svalutazione della lira, diretta a facilitare l’ingresso in Italia di una massa di valuta estera, destinata ad acquistare a basso prezzo le imprese italiane in via di privatizzazione, specialmente se si pone mente ad una certa crociera che in quel tempo era avvenuta al largo di Civitavecchia sul “Britannia”, il panfilo della Regina d’Inghilterra, e sulla quale si è sempre tenuto il più assoluto riserbo. (seguono molte citazioni di fonti)” (pag. 57).
Trattando subito dopo d’altro, anche rilevato nell’esercizio della sua funzione l’11 gennaio 1995, il preciso dottor Bruno Tarquini scrisse : “... è doveroso aggiungere, per fornire altri spunti di riflessione, che oggi si assiste ad una sorprendente “invasione” dell’area politica da parte di personaggi appartenenti all’area bancaria, che, muniti di aureole di gloria e spesso nemmeno con il conforto del consenso popolare, riescono ad occupare gli scalini più alti del potere politico * “con rinvìo a nota : “ In Italia basta ricordare i casi di Guido Carli e di Carlo Azelio Ciampi, già governatori della Banca d’Italia, e di Lamberto Dini, già suo direttore generale. Ma a questi si possono aggiungere anche Antonio Maccanico, già presidente di Mediobanca (la Centrale economica al servizio della grande industria) e Giuliano Amato, frequentatore di ambienti finanziari americani (Brookings Institutions). Va anche ricordato che fu proprio Guido Carli, come Ministro per il Tesoro, che riuscì a far approvare da un Parlamento “distratto” la legge n. 82 del 7 febbraio 1992, con cui si concesse al Governatore della Banca d’Italia il potere di modificare il tasso ufficiale di sconto (che in modo così decisivo incide sulla economia degli italiani) senza dover neanche più ricorrere al “concerto” del Ministro del Tesoro, pur ridotto, ormai, ad un atto del tutto formale. A costoro può aggiungersi anche Romano Prodi, che, tra le due presidenze dell’IRI, ebbe incarichi presso la Banca di affari Goldmann e Sachs, prima di assumere la carica di presidente del Consiglio dei Ministri dopo le elezioni politiche del 1996”.
Comunicài, letto il libro, al dottore Bruno Tarquini, che Ezra Pound, stabilito “pazzo” senza sentenza dai despoti imperanti nella democrazia USA, aveva da 70 anni definito : “i politici sono camerieri dei banchieri”. Nelle fattispecie, la grande usura apolide e sovrannazionale immise nella politica italiana i suoi “fidati” vassalli banchieri: la vergognosa riproposizione (dopo la “spontanea scelta” di 7 anni prima) al Quirinale, da parte del vertice a tutto servizio anche della “destra” italiota, del personaggio cui - senza dubbio alcuno - vanno addebitati gli episodi disvelati da Bruno Tarquini nel testo riportato, fa comprendere quale ingorda avida dipendenza per la droga dal denaro abbiano i “cinquantenni ignoranti “ (Ezra Pound, Canto XIII) sfacciatamente galleggianti nella flatulente gora politica nostrana, centro della bolgia dantesca che vuole nei “sudditi” bestie briache di palloni e pallonari : la società del beluino consumo auspicato da marxismo-capitalismo-preti spacciatori di paradisi artificiali.
Per completezza doverosa, va rammentato che, al momento di rimpiazzare il Faziantonio “banchiere del demonio”, il governo di destra - precariamente insediato al momento - non esitò nel farsi imporre da oltre confine il vice-presidente della banca sovranazionale d’affari Goldman & Sachs, Mario Draghi, al timone della banca centrale (Banca d’Italia s.p.a, con capitale sociale di € 154.938, e patrimonio immobiliare di oltre 40 miliardi di euro). L’identico personaggio, prodotto della strapagatissima alta burocrazia statale (carica di privilegi incommensurabili), fu l’incaricato anfitrione della giornata crocieristica a largo di Civitavecchia, sul panfilo della sovrana di Gran Bretagna, nel 1992, cui parteciparono i designati esecutori e goditori delle privatizzazioni dei pingui beni pubblici italiani.
E, circa la nuova moneta imposta anche in Italia (ma non vigente in Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, che, con le rispettive banche centrali, partecipano al 20% del “signoraggio” della Banca Centrale Europea), si consideri che Ciampi magnificò in tutta la carriera come vantaggioso (per sè e pochi intimi ?) l’inganno dell’euro - cessione di sovranità e “signoraggio” monetari ad usurai apolidi extra-comunitari, con esautorazione dello Stato e dei cittadini - in sintonìa con Prodi, D’Alema, Amato, Dini, Fassino, Rutelli, Mastella, Pannella, Casini, Fini, Berlusconi e compagnìa cantante nel coro (ad eccezione di Tremonti), deputando la determinazione del tasso di costo del denaro ad organismo non nazionale e statale, antitetico con gli interessi dell’Europa e dell’Italia. Azioni che, come Carlo Tassi ammonì nel 1992, in regime di guerra impongono condanna per alto tradimento della Patria, con fucilazione alla schiena ! Ma, in corrente “tempo di pace”, la gestione della cosa pubblica è lasciata, dall’automatismo votaiolo delle maggioranze narcotizzate, a figuri come quelli che, indisturbati, dominano da 60 anni !
Si cerchi e si trovi un organo di comunicazione che canti chiaro ciò che solo noi sappiamo additare ! Ecco perché scrivo per RINASCITA, dello spirito, degli Uomini, non dei bovini allucinati dall’inconsapevole sfera di cuio, surrogante la classe politicastra della nostra sventurata contrada !
4 OPUS SCHEI : SINISTRA E DESTRA, GUERRAFONDAI IN OSSEQUIO AI BANCHIERI APOLIDI, NEL SILENZIO DEI PACIFISTI, DERUBANO MALATI E PENSIONATI ALLA FAME
Il socialissimo governo di sinistra, formalmente scaturito dal responso elettorale (nel nostro paese normalmente controllato dai GOP - Ghenghe Organizzate di Partito) nel maggio 2006, ha entusiasticamente aderito all’invìo di truppe armate in missione di pace (si vis pacem : parabellum ! ). In sinergica combutta con la - elettoralmente - battuta brancaleonica destra (nei secoli fedele agli Alleati, portatori di democrazia liberatrice - via Luciano Liggio, Frank Coppola, Frank Genovese, Al Capone - al grido badogliano - si tenga presente che nei dizionari americani è il verbo “to badogliate = tradire” coniato da Ezra Pound ad eterna onta di personaggio e momento storico - di “Si badrone !”).
Destra e sinistra prone e sempre servizievoli “verso li superiori”, vincitori della seconda guerra mondiale, che inventarono e permisero la fola “resistenza locale” per coprire e giustificare stragi, assassinìi, violenze, stupri, grassazioni, espropri proletari, furti, rapine, sottrazioni di beni pubblici sopratutto del dopoguerra.
Missioni di pace che hanno costi altissimi, per le molte migliaia di militari, equipaggiatissimi di mezzi d’aria-terra-acqua ed armi con vettovaglie. Costi sempre finanziabili, con denaro sottratto alla socialità : mentre sanità carente e pensioni per i non abbienti (solo quelle!) vengono puntualmente decurtate e ridotte per destinazioni belliche! E i pacifisti sempre zitti !
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26 luglio 2006, Roma. Nel littorio edificio della Farnesina (progettato, 1937, quale sede del Partito Nazionale Fascista) adiacente il Foro Mussolini (oggi ipocraticamente appellato “Italico”, creando un bis romano), si convoglia la conferenza internazionale per fare le finte di interrompere la guerra di distruzione del Libano, martoriato con infiniti pretesti (non si dimentichi che, fino agli anni ‘60, il Libano equivaleva alla controllatissima Svizzera per ogni genere di smercio-riciclaggio-dirottamento-pulizia-mercato del denaro, ma stava per divenire appannaggio degli sceicchi petrolieri medio-orientali, e, sbarco di democraticissimi marines Usa, divenne sede di spietata sanguinosa guerra civile trentennale, non ancora risolta!). Una venticinquina di ministri degli esteri, con contorno del Kofi Annan (nome e personaggio appropriato al soporifero vegetare dell’Onu), sotto la bacchetta dirigenziale della banca mondiale (sic!) - come annunziano i mezzi di comunicazione - con misurata oculatezza, senza far intervenire Siria, Iran, Palestinesi ed Israele (che della faccenda sono estranei!), hanno tentato di interporre chiacchiere, foriere di lucrosi affari per i soliti banchieri apolidi, per rinviare nei secoli il facilissimo problema locale.
L’uomo della strada assorbe la notizia, non afferra la realtà sottostante! La banca mondiale è cardine e motore dell’intero misfatto bellico ! Chi provocò pretestuose azioni belliche, con corollario di reazioni e ritorsione (in ossequio al dettato biblico “occhio per occhio, dente per dente”) se non il dio denaro? Chi sovrintende sulla politica di tutta la regione medio-orientale, zona di massima produzione universale del petrolio, se non i banchieri apolidi usurai additati in questo scritto? La banca mondiale siede, a fianco, ma con poteri superiori tutti condizionante, di formalmente volenterosi burocrati della politica estera, non per partecipare ad imporre la pace (cancellata fin dal 1919 dalla sinergica combutta di Gran Bretagna, Francia ed USA) nelle regioni abitate dagli arabi, relitti del fu impero ottomano, ma per dettare sue norme di guerra e di pace (se provvisoria o definitiva : è dettaglio !).
Gli armamenti rendono assai più del petrolio, e vengono foraggiati dalle attività dispotiche dei sistemi bancari inventati a Bretton Woods nel 1944, banca centrale in testa.
Organismo che programma e designa sia i depositi monetari dei monopolisti del petrolio (mercanti delle tre religioni d’origine mesopotamica, sceicchi arabi e mussulmani, affaristi anche texani), sia il futuro di regioni e popoli. Cina ed India sopratutto, giacchè queste due “macchine di produzione di masse umane” (cfr.Lenin e Stalin) sono il nuovo serbatoio di attinzione e sfruttamento schiavistico delle attività produttive dei prossimi tre decenni (come, su designazione della banca mondiale, anche la grande industria/affaristica italiana, Fiat in testa, sta operando con gli insediamenti produttivi all’estero).
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Opus Schei : denaro, sterco del demonio. Ma il demonio è frutto della fantasìa minacciosa dei ciarlatani profeti di sciagure. Il demonio è componente complementare delle teologìe che si nascondono nei meandri di “sacre scritture, parole di dio” raccolte nei millenni da uomini dogmatici (autoarrogatisi l’epiteto di profeta) carenti dell’indole fondamentale di amore verso il prossimo. Il demonio è produttore del denaro, e di tutti i sistemi che discriminano gli uomini solo in base a ciò che - con ogni artifizio subdolo - sono riusciti ad accumulate a danno altrui.
La scuola universitaria diretta da Giacinto Auriti (cui partecipò chi scrive) anni addietro a Teramo-Atri studiò, analizzò ed insegnò i temi ora accennati : incutè “terrore” in tutte le direzioni; i burocrati accademici tremarono, i politici videro messa in discussione la loro credibilità. Anche una altissima eminenza religiosa fu affascinata: promise. Silentium !
E silentium fu imposto a tutti, affinché meno se ne parlasse. E il Beppe Grillo, unitosi a quel “sapere”, fu minimizzato dalla stampa e cancellato da tutte le emittenti televisive nelle denunzie riguardanti banche, sistema bancario ed euro : un comico è guitto! Cosa può saperne, lui! Sono sciocchezze farneticanti! Queste le maldicenze prezzolate dei “giornalisti” al soldo dl regime degli usurai !
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La droga del denaro toglie energìa ai pavidi, aggiogati a Mammona! Li rende come gli ammaliati dalle sirene ! Il denaro va rispettato ! urlano a squarciagola i narcotizzati dalle liturgìe tradizionali incancranite nelle menti degli uomini privi di spirito ! E non capiscono che adorano vitelli d'oro altrui, false divinità inesistenti sostenute da perversi cinici subdoli sacerdoti, accettate dalla umanità ubriacata ed anestetizzata nella totale ignoranza, avvilita nella inutile vita della sopravvivenza animale e vegetale, tenuta a bada con effimeri falsi miti balordi : pallone, concerti rock piazzaioli, venerazione per i potenti mascalzoni, lussi sfrenati per pochi, a caro prezzo.
Immagino già il coro dei “drogati dal denaro” : “stai bestemmiando ! Solo utopìe le tue! Senza denaro come si farebbe ? “Non si pongono il problema fondamentale di chi nomina ed autorizza i monopolisti fabbricanti del denaro ! Non il problema di come sono create le grandi fortune, sopratutto vituali, che volano al di sopra delle teste di sei miliardi di esseri umani defraudati della propria sovranità ! Defraudati, quindi, di ciò che è la vera natura della democrazia (l'aspetto folcloristico elettorale è ciarpame da briachi d'osteria e bovini tifosi di pallone)!
Né temo l'ostracismo che mi sarà inflitto, mediante “morte civile” ed isolamento.
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Pier Paolo Pasolini, geloso ed incredulo della incommensurabile grandezza intima-spirituale-creatrice di Ezra Pound, proprio questo appunto rivolse al Grande, nella nota intervista televisiva del 1970: “ Maestro, ma Lei non teme d'essersi isolato, come condannato a vivere in fondo ad un pozzo? “.
Pound replicò con siderale pacatezza: “Ma dal fondo del pozzo si scrutano le stelle!”.
Il pazzo Ezra Pound accusò: “ la vera ignoranza è la non conoscenza della natura del denaro”, che non può e non deve essere prerogativa di affaristi-banditi-bande-banche-finanzieri, ma dei cittadini.
Ecco perchè “i politici sono camerieri dei banchieri”, come Ezra Pound bollò tal genìa avida, cinica, perversa, inumana, operante in danno dell'umanità e dell'Uomo.