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Un anno dalla morte del Filosofo Costanzo Preve

di Eugenio Orso - 26/11/2014

Fonte: Pauperclass


Il 23 novembre 2013 è scomparso Costanzo Preve, dopo una lunga malattia. A un anno dalla morte, a lui dedico un ricordo, riassunto in poche righe.

La prima volta che incontrai Costanzo Preve fu a Bologna, in occasione di una conferenza.

Fino a quel momento, di lui sapevo poco e di suo avevo letto soltanto un paio di libri, che però mi avevano colpito, per il loro contenuto decisamente “eretico”, di là degli steccati propagandistici del presente e oltre la dicotomia politica destra/sinistra. I libri erano, se ben ricordo, Il popolo al potere (sottotitolo: il problema della democrazia nei suoi aspetti storici e filosofici) e Filosofia e Geopolitica, un ottimo libro provocatoriamente edito dalle Edizioni all’insegna del Veltro. Anche da ciò, l’accusa “infamante” di rosso-brunismo rivolta dai servi del sistema, intellettuali e sinistroidi, a Costanzo Preve.

Quei due libri – me ne accorsi subito, leggendoli – aprivano nuovi orizzonti di pensiero alternativo, superando di molte lunghezze la lettura di comodo dei fenomeni storici e sociopolitici offerta della vulgata intellettuale, al servizio del neocapitalismo.

In quella conferenza a Bologna, molto animata e partecipata, dopo l’intervento dei relatori, fra i quali, manco a dirlo, spiccava come un gigante il Filosofo torinese, mi toccò la prima domanda, che posi proprio a Costanzo non senza una certa vis polemica. E’ piuttosto imbarazzante ammettere che non ricordo bene la domanda che gli posi (sono passati alcuni anni), ma riguardava, sicuramente, gli assetti sociali di quello che ho chiamato il nuovo capitalismo finanziarizzato del terzo millennio, che per me è un nuovo modo storico di produzione, e il conseguente superamento della dicotomia borghesia/proletariato (più il “terzo incomodo” a frapporsi fra i due, il ceto medio figlio del welfare). Questioni sulle quali ha avuto modo di riflettere, negli anni, anche Costanzo Preve. In breve, Costanzo ha continuato a rispondere alla mia domanda rispondendo alla seconda, posta da altri.

Dopo qualche giorno, ho avuto la fortuna di poter iniziare una collaborazione con il grande filosofo. O meglio, ho avuto la rara opportunità di poter imparare da un vero Maestro. Nei mesi successivi, ho compreso con chiarezza che Costanzo Preve è il più grande Filosofo, nell’area europea mediterranea e non solo, degli inizi del terzo millennio e quello che più di ogni altro ha compreso la sostanza di questo capitalismo. Un Filosofo Antico costretto a vivere nel nostro presente, con una concezione alta e veritativa della filosofia, in opposizione totale alla filosofia analitica anglosassone e alla filosofia concepita in tono minore, come mera letteratura per semi-colti. Comunismo e comunità sono due espressioni apparentemente inconciliabili, come hanno fatto credere gli intellettuali servi del sistema, che Costanzo Preve ha conciliato nella sua visione futura di una società umana postcapitalista. A differenza degl’altri, che hanno ceduto vilmente e opportunisticamente alle lusinghe sistemiche saltando sul carro del vincitore, Costanzo non ha mai rinnegato Karl Marx e la sua opera, ma ne ha proposto una proficua rilettura e il conseguente ripensamento.

Costanzo Preve ha indubbiamente lasciato un vuoto, in campo filosofico e dal punto di vista umano, che è difficile da colmare. Di guitti pseudofilosofi e di intellettualoidi al servizio del sistema ne troviamo quanti vogliamo, in questo presente degradato, ma di Uomini coerenti e di Filosofi come Costanzo Preve, che sono fin troppo rari, sentiamo oggi la mancanza. Quelli come lui quando se ne vanno lasciano un vuoto incolmabile, ma per nostra fortuna anche una grande eredità di pensiero.