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Uomini Torri Manichini

di Massimo Bontempelli - 20/01/2015

Fonte: il-main-stream

Bontempelli sull'11 settembre

Ripubblico alcuni brani da un articolo che Massimo Bontempelli aveva scritto a ridosso dell'11 settembre, perché, con ovvi mutamenti, mi pare contengano osservazioni ancora utili. L'articolo
(“Uomini Torri Manichini”) era apparso, in forma di opuscolo, come numero 3, anno IX-2001, della rivista “Koiné”, stampata in Pistoia dalle edizioni CRT. Nella versione pubblicata l'articolo non era
firmato.
(M.Badiale)




Prevediamo che quando sarà trascorso il tempo storico sufficiente perché possano emergere informazioni più precise, si scoprirà che l'attentato terroristico dell'11 settembre 2001 è stato la mossa
traumatizzante di una contesa sotterranea tra cordate economiche rivali per il controllo di posizioni e quote del mercato mondiale degli stupefacenti e dei petroli. La rete di Bin Laden, al centro della raccolta di capitali di una cordata, e sua forza d'urto militare, ha inviato un terrificante messaggio mafioso al potere politico-militare americano: o accettate una nostra maggiore presenza economica
come vostri soci d'affari, emarginando altri concorrenti, come quelli arabi nostri rivali, o noi possiamo colpire in maniera devastante il vostro territorio (…).
Dire che l'atto terroristico dell'11 settembre 2001 è stato la mossa di un giuoco tutto interno al sistema imperiale americano, condotto con i suoi mezzi e i suoi linguaggi (…) non significa affatto, sia ben chiaro, dire che il fondamentalismo islamico non c'entra, e neppure che Bin Laden lo usa in maniera soltanto strumentale. Il fondamentalismo islamico, che non coincide affatto con il terrorismo, può esserne tuttavia la matrice, ed in questo caso lo è stato quasi sicuramente. Non c'è contraddizione tra l'ispirazione fondamentalistica e lo scopo affaristico di certo terrorismo. La rete di Bin Laden accumula capitali attraverso le transazioni ed i canali del capitalismo globalizzato, e li investe nella promozione del fondamentalismo islamico, e degli atti terroristici intesi a potenziarlo, perché è culturalmente e politicamente parte dello schieramento fondamentalista. Nello stesso tempo, gli atti terroristici sono essi stessi investimenti economici, in quanto mezzi con i quali aprirsi nuovi spazi nel mercato globale. Ciò non viene capito perchè sfugge un concetto essenziale: il fondamentalismo islamico, come ogni altro fondamentalismo contemporaneo, è bensì in antitesi con i valori della civiltà  borghese moderna, e quindi con l'Occidente inteso quale luogo spirituale di tale civiltà, ma niente affatto con il capitalismo, il quale peraltro ha ormai eroso anche in Occidente i valori storici dell'Occidente (…).
Il sistema imperiale americano ha cancellato tutti i i valori della moderna civiltà borghese, lasciando soltanto, come principio di ogni scelta, il nudo interesse mercantile. Il suo capitalismo, storicamente generato dall'etica delle classi borghesi, si è poi socialmente dilatato fino ad autonomizzarsi dalle culture stesse da cui è scaturito. Esso, nato da un'etica, ha abolito ogni etica, sostituendola con il denaro quale unica unità di misura della vita. Nato dalle classi borghesi, ha abolito la figura del borghese: quella che oggi si chiama borghesia non ha più alcuna omogeneità culturale e valoriale di classe, ed è un mero aggregato di agenti della produzione capitalistica. Questo sistema imperiale, che si esprime soltanto come potenza del denaro e della tecnica, senza rispetto per l'uomo, senza onore e senza dignità, non produce che fondamentalismi. Da un lato c'è il fondamentalismo liberista delle metropoli dell'impero, che riduce ogni attività sociale ad azienda, ogni aspetto della vita a merce, ogni bene a oggetto di consumo, ogni  comportamento ad una falsa libertà demenzialmente concepita senza limiti. Dall'altro lato ci sono tanti altri fondamentalismi (non soltanto quello islamico), basati su costumi rigidi, asfissianti, mortificatori dell'individualità, che fungono da sostegni identitari nella competizione capitalistica per gruppi privi dei mezzi necessari per sostenerla allo stato puro.
(Massimo Bontempelli)