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OGM: Oggi i tedeschi mangiano di nuovo sano?

di William Engdhal - 20/01/2015

Fonte: controinformazione

Oggi in molti paesi c’è battaglia per decidere se permettere o proibire gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM). In Russia il governo ha per mesi dibattituto con forza una loro possibile messa al bando. La Cina ha rifiutato le consegne statunitensi di mais in quanto contenevano OGM illegali della Syngenta. Il Brasile sta abbandonando la coltivazione della soia OGM per passare a quella non-OGM certificata. Anche il governo indiano sta battagliando sulla materia.
A volte trovo piacevole riportare gli sviluppi positivi per noi, e questo è il caso per ciò che potrebbe sembrare un piccolo sviluppo ma in realtà indica un cambiamento importante che potrebbe avere effetti profondi sulla nostra sicurezza alimentare. Ha a che fare con i polli, i polli venduti in Germania. Forse è una pietra miliare nella guerra globale per la salubrità del nostro cibo futuro.

 

Prima, un po’ di background.
In febbraio del 2014 l’Associazione Avicola Tedesca (Zentralverband der Deutschen Geflügelwirtschaft, o ZDG) aveva dichiarato unilateralmente che non avrebbe più usato mangimi non-OGM, dopo simili mosse da parte di altre associazioni in Inghilterra e Danimarca. La ZDG affermava che c’era una carenza mondiale di soia non-OGM certificata, componente fondamentale nell’odierna industria avicola.
Risulta però che ciò fosse una bugia, chiaramente nell’interesse del maggiore fornitore mondiale di soia OGM, cioè Monsanto, che domina la coltivazione della soia statunitense e argentina. La soia viene coltivata soprattutto in tre regioni: USA, Argentina e Brasile. Tra queste, l’unica ancora in grado di certificare quantità importanti di soia non-OGM è il Brasile -cosa a cui Monsanto e il cartello dei cibi transgenici vorrebbe mettere fine. Non è una questione da poco, perché la gran parte delle colture OGM a livello mondiale sono di soia o di mais.

Delineata la battaglia

Alla fine di agosto un gruppo di grandi supermercati tedeschi ha chiesto con forza all’Associazione Avicola Tedesca di cessare l’uso di mangimi OGM sia per la produzione di uova che di carne, a partire dal 1 gennaio 2015.
A inizio dicembre il maggiore produttore avicolo tedesco, Weisenhof, della Bassa Sassonia, ha alzato bandiera bianca e ha annunciato che tornerà ad usare mangimi non-OGM a causa delle “richieste dei consumatori”. Alexander Hissting, dell’Associazione per il Cibo senza Ingegneria Genetica, ha dichiarato al tedesco Der Spiegel: “Nei prossimi mesi ci aspettiamo un ritorno quasi completo dell’industria avicola alla produzione senza OGM.”
Un gruppo dei maggiori supermercati tedeschi, non contenti della dichiarazione della ZDG, si era consultato con i produttori di soia brasiliani, e aveva scoperto che la ZDG aveva mentito: in realtà c’è abbastanza soia brasiliana non-OGM per supplire alla domanda europea.
Non condivido il minimo interesse personale o economico con alcuno dei seguenti supermercati; nell’esclusivo interesse dei consumatori farò i nomi dei supermercati tedeschi che finora si sono battuti e pare stiano riuscendo a far fare marcia indietro alla ZDG.
Nel 2013 un gruppo di 12 tra i maggiori supermercati dell’UE, 8 dei quali basati in Germania, firmò la cosiddetta “Dichiarazione sulla Soia di Bruxelles”, pretendendo che i consumatori e i coltivatori dell’UE potessero scegliere di mangiare o usare soia non-OGM. Era la diretta reazione all’annuncio di alcuni supermercati britannici, che per la prima volta avrebbero usato soia OGM nei mangimi.
La Dichiarazione sulla Soia di Bruxelles, colpo diretto a Monsanto, Syngenta, BASF e altri produttori OGM, dichiarava “pieno supporto affinché venga continuata, e perfino aumentata, la produzione brasiliana di soia non-OGM per fornire i consumatori europei di prodotti non geneticamente modificati, dando loro quindi l’opzione di esercitare il diritto alla sovranità alimentare individuale.”
E non è un espediente burocratico; parlavano sul serio, il che è motivo per celebrare. I supermercati tedeschi che hanno firmato la Dichiarazione sulla Soia di Bruxelles sono: Edeka, Lidl, Rewe, Tegut, Deutsche Verband Tiernahrung e. V. (DVT), Kaufland, Kaiser’s Tengelmann, Netto Marken-Discount. Spar dell’Austria, Colruyt Group del Belgio, Sonae del Portogallo e anche la Rete Svizzera della Soia.
Chiunque abbia mai fatto la spesa in Germania sa che questa è una coalizione potente nella guerra segreta per la nostra sicurezza alimentare.

La prossima battaglia: il Parlamento della UE

La guerra tuttavia entra ora in una nuova fase. A gennaio 2015 il Parlamento Europeo voterà per decidere se gli stati membri possano o meno decidere autonomamente se coltivare prodotti OGM. Ciò aprirebbe la porta ai corrotti ufficiali nazionali, come nel Regno Unito che per la prima volta ha autorizzato gli OGM. Nel tentativo straordinario di impedire una tale mossa, un gruppo di cittadini statunitensi ha comprato un’intera pagina del London Times e spazi pubblicitare a Londra per avvertire i cittadini britannici su cosa succede quando si permette la coltivazione e il consumo di OGM.
La lettera aperta è stata firmata da individui e organizzazioni in rappresentanza di qualcosa come 57 milioni di americani, tra cui celebrità come Susan Sarandon, Daryl Hannah e Robert Kennedy Jr, ONG statunitensi, il Food & Water Watch, il Club Sierra, il Rachel Carson Council, Friends of the Earth, l’Organic Consumers Association.
La lettera firmata documenta 20 anni di catastrofe nell’agricoltura statunitense, dovuta all’uso non testato di OGM: “Scriviamo da cittadini americani preoccupati per condividere con voi la nostra esperienza di colture OGM, del danno che hanno causato alla nostra agricoltura e dell’adulterazione del nostro cibo. Nel nostro paese, circa la metà del terreno coltivato è destinato a colture OGM. Gli OGM erano stati lanciati sul mercato con la promessa che avrebbero aumentato notevolmente i raccolti e diminuito l’uso dei pesticidi. Ma non hanno fatto né una cosa né l’altra. In realtà, secondo un recente resoconto del governo statunitense, i raccolti OGM possono essere minori dei loro equivalenti non-OGM. Era stato detto ai coltivatori che gli OGM avrebbero prodotto anche maggiori profitti. La realtà, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense, è diversa.”
La lettera aperta dall’America continua la devastante accusa della ventennale esperienza statunitense con gli OGM, aggiungendo che “i costi per coltivare questi prodotti sono cresciuti a dismisura. I semi OGM per legge non si possono conservare per ripiantarli, il che significa che i coltivatori devono comprarne ogni anno di nuovi. Le compagnie biotech controllano il prezzo dei semi, che costano agli agricoltori 3-6 volte di più dei semi convenzionali. Questo, insieme all’enorme uso di prodotti chimici richiesti da queste colture, significa che le colture OGM si sono dimostrate più costose di quelle convenzionali. A causa dell’enfasi sproporzionata sulle colture OGM, i semi delle varietà convenzionali non sono più ampiamente disponibili, lasciando i coltivatori con meno scelta e controllo su cosa piantano.”
Fu il presidente George Herbert Walker Bush ad aprire la strada a Monsanto nel 1992, quando appoggiò la fraudolenta Dottrina di Sostanziale Equivalenza di Monsanto, che permise a questa di farla franca con gli omicidi e di far proliferare i semi OGM tra un pubblico americano inconsapevole e senza test di lungo periodo indipendenti sulla sicurezza.
La rivolta dei cittadini contro il furto della nostra sovranità e sicurezza alimentare sta assumendo una nuova dimensione positiva con la sconfitta della decisione presa dalla tedesca ZDG. Possiamo rallegrarci di queste piccole vittorie, mentre ci apprestiamo a battaglie più vaste.

Fonte: Journal-neo.com

Traduzione:  Anacronista