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I droni-zanzara preleveranno il DNA dei comuni mortali

di Paul Joseph Watson - 27/01/2015

Fonte: Effedieffe

Margo Seltzer, professoressa di Harvard, ha avvisato che i droni miniaturizzati delle dimensioni di una zanzara un giorno campioneranno «obbligatoriamente» il DNA della gente per conto del Governo e delle compagnie di assicurazione.  Concludendo, davanti alla platea del World Economic Forum, riunita a Davos, che la privacy è «morta».

La Seltzer, professoressa di scienze informatiche alla Harvard University, ha così spiegato ai partecipanti: «La privacy per come conosciuta nel passato non è più praticabile... quella che conosciamo è finita». Ha quindi proseguito prevedendo che in un futuro prossimo i droni delle dimensioni di una zanzara monitoreranno incessantemente le persone e ne raccoglieranno il DNA e le informazioni biometriche per conto di governi ed aziende.

Relativamente a questa «sorveglianza invasiva» la Seltzer ha aggiunto: «non si tratta di discutere se la cosa accadrà, perché si sta già verificando. Oggigiorno viviamo già in uno stato di sorveglianza». Ha poi precisato che la tecnologia dei droni miniaturizzati dovrebbe essere usata per scopi positivi come combattere l’Ebola.

La sua collega di Harvard, Sophia Roosth, ha anch’essa ha messo in guardia che, grazie alla quantità di informazioni genetiche personali disponibili per i Governi via internet, stiamo per entrare in un'era di «maccartismo genetico».

Anthony Goldbloom, imprenditore del settore delle tecnologie, ha sostenuto davanti alla stessa platea che i giovani non sono spaventati dalle tematiche legate alla sorveglianza e sono assolutamente desiderosi di scambiare la privacy in cambio di alcuni vantaggi. Concludendo – apparentemente riferendosi all’O’Brien di 1984 – che: «le persone, quando hanno la sensazione che le proprie azioni siano osservate, spesso si comportano ‘meglio’».

Durante lo stesso forum, Eric Schmidt – CEO di Google e personaggio non certo noto per essere uno strenuo difensore della privacy – ha preparato il terreno per l’introduzione di un chip d’Internet cerebrale informando la platea di Davos che la rete web mondiale cesserà di essere un’entità «esterna».