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Un uomo di sinistra e di buonsenso e il suo parere sul negazionismo

di Piero Sansonetti - 17/02/2015

Fonte: Il Garantista




 

La nuova norma, approvata ieri dal Senato, quasi all’unanimità, che punisce con la prigione fino a tre anni il “negazionismo”, sicuramente non ridurrà il tasso di antisemitismo (che è piuttosto alto in Italia) ma invece porterà un altro sassolino alla costruzione del castello di una legislazione sempre pia “proibizionista” ed invadente. Cioè, in sostanza – a prescindere dalle conseguenze pratiche che avrà, probabilmente nessuna – rafforzerà l’idea che le opinioni possono essere perseguite a norma di legge e punite anche con il carcere. In contrasto con l’articolo 21 della Costituzione che, nel suo primo comma, dice così: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». La legge sul negazionismo invece sostiene che la libertà di parola è limitata da determinati confini. E cioè esclude alcune ideologie, o alcune ipotesi storiche ritenute aberranti.

Anch’io ritengo aberranti, e anche ripugnanti, le ipotesi storiche e le teorie “negazioniste” alle quali si riferisce la legge (e principalmente quella che nega la Shoah, cioè lo sterminio degli ebrei compiuto dai tedeschi e dagli italiani tra il 1940 e il 1945). E tuttavia considero anche aberrante punire col carcere chi dice cose aberranti. In qualunque modo si voglia interpretare… NUOVA LEGGE… Negazionisti in prigione? È pura folliaquesta ennesima legge “punitiva”, è indubbio che si tratta di una legge che introduce un nuovo reato di opinione. Io penso che i reati di opinione siano una caratteristica tipica delle dittature e delle democrazia autoritarie ( e paurose) e che in un regime democratico, davvero moderno e liberale, un reato di opinione non ha possibilità di esistere.

La legge che è stata approvata ieri dal Senato si presenta come una correzione della precedente legge del 1975, chiamata legge Reale e dalla successiva legge Mancino che è del 1993. Entrambe nate nel solco della legge Scelba, del 1953, che proibiva l’apologia del fascismo, per realizzare una disposizione della Costituzione (che però era una disposizione transitoria, scritta all’indomani della caduta del fascismo e concepita come misura di emergenza destinata a cadere nel giro di pochi anni, e che invece non è mai caduta). Non solo penso che la legge sul negazionismo sia sbagliata. Penso che sia pericolosa. Perché nel momento nel quale si decide che è proibito pensare con idee naziste e razziste – e si rinuncia al principio che queste idee si combattono con la battaglia culturale, con la battaglia politica, con l’educazione, con l’organizzazione di massa – si stabilisce un principio la cui estensione non sarà pia (recte più, ndolo) controllabile. Chi decide qual è il limite oltre il quale la libertà delle idee (e della ricerca storica) non può spingersi?

Può deciderlo solo un’entità: il potere. Il potere di chi ha vinto, di chi è pia (recte più, ndolo) forte, di chi comanda. Tanto è vero che questo potere non ha mai previsto, tra i grandi crimini contro l’umanità che è vietato negare, l’annientamento dei nativi d’America ( i pellirosse per intenderci) sterminati dagli europei e dall’esercito degli Stati Uniti. Perché? Perché gli autori di quel genocidio sono ancora i vincitori. Sono il potere. E il potere non può negare se stesso. E se il potere domani dovesse decidere che sono proibite le ideologie che mettono in discussione il liberismo? O quelle che contestano la “sacralità” dei magistrati e della legalità? O che sono proibite alcune religioni considerate antimoderne? Voi capite che si rischia una spirale pericolosissima. La verità è che queste leggi nate per combattere l’ideologia fascista, sono loro stesse leggi di tipo fascista. Non solo io credo che sarebbe giusto se la Camera respingesse il provvedimento sul negazionismo. Ma mi piacerebbe che ci si decidesse ad abrogare anche la legge Mancino. P.S. Mi ha fatto piacere sapere che l’unica voce critica che si è levata in Senato contro questa norma sia stata quella della senatrice a vita Elena Cattaneo. Dimostra che le persone in grado di pensare con la propria testa, anche in Parlamento, sono drammaticamente in via di riduzione ma non sono estinte…