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Una considerazione particolare

di Bernardo Luraschi - 10/03/2015

Fonte: Periferia occidentale


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Pessimismo della ragione, ottimismo della volontà era scritto sulla testata del giornale di Gramsci, Ordine nuovo.

Mi piace molto questo motto perché si presta a diverse letture, tutte interessanti. Ad esempio la ragione ci dice che oggi abbiamo ben poco da sperare, ma al contrario dobbiamo lottare perché la speranza si possa accendere nel futuro dei giovani. Io, come chi appartiene alla mia generazione, sono uno sconfitto, gli ideali e le lotte sostenuti si sono rivelati inutili, il sistema è stato in grado d’ingannarci derubandoci dei nostri ideali per rivoltarli contro di noi.

Oggi la tecnica (nelle sue varie espressioni) si sta facendo centro assoluto dell’agire umano, da strumento al servizio degli scopi si è trasformata in scopo comune ai singoli ideali che in tale condizione soccombono ad essa, ciò rappresenta la morte di tutte le forme di umanesimo.

Ciò appare particolarmente vero e terribile oggi, in un’epoca in cui la scienza e quindi la volontà di potenza dell’uomo controlla le quattro forze della materia fisica (gravità, elettromagnetica, nucleare piccola e nucleare grande), e inizia a dominare le forze che regolano la materia biologica. Tutto questo in un certo senso è mostruoso, infatti, la natura da cieca artefice di se si fa creatrice cosciente tramite l’azione dell’uomo, che per questo s’illude d’essere libero artefice di se e del mondo, finendo per muoversi nella natura come un Moloch distruttore.

L’uomo ha chiama questa sua attitudine creatività e studiandone il processo è giunto a suddividerla in cinque fasi che sono:

  1. Intuizione primaria
  2. Saturazione
  3. Incubazione
  4. Illuminazione
  5. Verifica

Occorre premettere che la creazione riguarda sempre un qualcosa che non è riferibile alla rete paradigmatica, i paradigmi sono quegli elementi certi e dimostrati del sapere che si collegano tra loro formando una rete di certezze.

L’intuizione primari, è un qualcosa che il creativo suppone esista, ma che non è ancora possibile collegare alla rete paradigmatica. Il motivo per cui il ricercatore giunge all’intuizione primaria non è dato sapere, si pensa che in buona parte abbia poco a che fare con il pensiero logico razionale.

La saturazione consiste nella ricerca di una soluzione tramite lo studio e l’osservazione in un agire logico e razionale:

L’incubazione subentra nel momento in cui delusi da una ricerca inconcludente la si abbandona, dedicandosi ad altro, mentre in realtà la si continua inconsciamente. Questa fase appartiene interamente a quel lavorio silenzioso della mente che chiamiamo inconscio.

L’illuminazione avviene nel momento in cui la coscienza prende atto di ciò che emerge dall’inconscio, che è riuscito in ciò che era impossibile alla coscienza. Quest’istante può realizzarsi al risveglio da un sogno, mentre ci si sta per immergersi in una vasca o semplicemente perché ci cade una mela in testa.

La verifica è naturalmente l’atto tramite cui si procede alla conferma sperimentale dell’illuminazione.

Se analizziamo queste fasi ci accorgiamo che due di esse (intuizione primaria e incubazione) non appartengono alla coscienza logica razionale ma rispondono a spazi inconsci, dominate da logiche diverse, mentre l’illuminazione è quel particolare stato in cui la visione inconscia si fa presente e illumina la realtà riordinando il sistema paradigmatico preesistente. L’illuminazione sembra quasi rappresentare il momento in cui nell’ambito della conoscenza scientifica si supera un blocco psichico che impediva l’emergere di una conoscenza già ben strutturata a livello inconscia.

Queste considerazioni sulla creatività, evidenziano una forte relazione tra scienza e psiche, tanto da far pensare che l’indirizzo generale della scienza sia conseguenza della sensibilità psichica collettiva che si esprime nell’azione di scienziati particolarmente percettivi capaci di dar forma a nuovi paradigmi.

Tornando al tema iniziale (pessimismo della ragione, ottimismo della volontà), oggi si osserva nella collettiva scientifica e sociale una sempre maggiore perdita di fiducia nelle certezze scientifiche, la scienza si fa “metafisica”, scopre allora che l’osservatore influenza il fenomeno, che lo spazio e il tempo si modificano e la materia perde la sua concretezza trasformandosi in energia. In un certo senso viviamo in un epoca in cui le certezze paradigmatiche sono piuttosto incerte, sappiamo che il vecchio mondo cartesiano è morto, si intravede il nuovo ma non se ne sono ancora formulati chiaramente i paradigmi.

Succede che la ragione scientifica che pensava di ridurre la metafisica a problemi concreti risolvibili, si trova ad affrontare problemi da lei create che sono ben più metafisici.

A questo, oggi, si aggiunge la nuova potenza biologico della conoscenza che, apre altri enormi problemi, ponendoci di fronte a ulteriori domande cui non sappiamo dare risposta e che spingeranno la scienza verso un ulteriore complessità “metafisica”, la quale non avrà nulla da invidiare alla precedente.

Sono temi, problemi e paure che toccano la psiche umana e le sue più profonde e nascoste convinzioni.

Questa sensibilità che prende corpo dal profondo, questo terrore non già divino ma dell’agire umano, inciderà sempre più su la volontà di potenza individuale e collettiva che tanto ha pesato nello sviluppo di questi ultimi secoli.

Tutto questo probabilmente porterà a un affievolirsi della volontà di potenza, che potrà forse lasciar spazio a un superuomo (inteso come superamento e quindi trasformazione dell’uomo attuale) capace di rapportarsi in modo nuovo con la natura e i suoi simili.

Se ciò non avviene e l’uomo non rinuncia alla sua volontà di potenza trasformandosi in un’asceta della natura, la sua esistenza sarà segnata da sempre più tragici eventi, fino a giungere all’estinzione traumatica. Certamente sarà cosi se seguiteremo a far finta di non sapere che il processo scientifico non è mai stato progressivo e lineare, ma incostante, pieno di vicoli ciechi e di errori. Questo tipo di percorso scientifico oggi si presenta disastroso in una società altamente tecnologica controllata da una piccola élite (oggi finanziaria) che ha in suo potere il dominio sul mondo, pur vivendo in una realtà virtuale fatta di numeri e figurazioni finanziarie che opprimono il reale.

La conferenza del 14 marzo dal titolo: “L’era del post-umano Tecnica, Ideologia e Società nel XXI secolo”, si muove intorno ai temi, problemi e paure che toccano la psiche umana e le sue più profonde e nascoste convinzioni, che sono state messe in moto dalla tecnica, da cui consegue un’ideologia che conduce inevitabilmente a una particolare società e a un conseguente potere.