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Una fondazione di comunità

di Paolo Cacciari - 17/03/2015

Fonte: Comune-info

 

Lì dove il libero mercato e lo stato assistenziale falliscono, vi sono altre possibilità di riscatto? A Messina ci stanno provando con successo da quattro anni con una Fondazione di comunità (ente non profit di diritto privato il cui obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita promuovendo la cultura del dono e della solidarietà) che raggruppa alcuni centri di ricerca (Ecos-Med, Horcynus Orca), la Fondazione antiusura Padre Pino Puglisi che si occupa di usura ed economia criminale, il consorzio Sol.E che riunisce imprese dell’economia solidale, alcuni partner pubblici (l’Azienda sanitaria), Banca popolare etica ed altre associazioni locali.

La Fondazione ha dato vita ad un Distretto Sociale Evoluto che si ispira alla economia civile, fa propria la teoria sulle social capabilities di Amartya Sen, partecipa alla Rete europea di città e regioni per l’economia sociale (Reves) ed è già stata selezionata tra le migliori esperienze di economia etica a livello mondiale. (Per saperne di più vedi il volume: Sviluppo è coesione e libertà, Horcynus Digital Edition, 2014).

Gaetano Giunta, un fisico teorico che non ama la separazione dei saperi scientifici e umanistici così come delle discipline economiche e sociali, è il segretario generale della Fondazione: “L’idea di fondo è che un territorio da anni in declino può rigenerarsi solo se sa trovare interconnessioni feconde tra sistema di produzione e sistema di welfare comunitario”. Le prime attività del Distretto sono state la creazione di un parco diffuso di energie fotovoltaiche sui tetti di 140 famiglie, 45 imprese e 7 istituzioni pubbliche che genera le principali entrate economiche della Fondazione e il progetto Luce è Libertà finalizzato alla deistituzionalizzazione di 56 ospiti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario.

Le risorse generate dal parco energetico e la raccolta fondi attuata annualmente dalla Fondazione permettono di auto-finanziare: programmi di democrazia partecipativa, programmi formativi, azioni di ricerca finalizzati alla promozione dell’economia sociale e solidale, un’agenzia di sviluppo che ha accompagnato la nascita e la crescita di oltre 70 imprese civili, alcune delle quali legate a un Gruppo d’acquisto solidale, la valorizzazione di aree di grande pregio ambientale e architettonico come Forte Petrazza, Capo Peloro a Messina, le antiche terme di San Calogero a Lipari, il Castello di Mirabella Imbaccari, ecc. Interessanti anche i nuovi cantieri: il sostegno alla rinascita dell’antico Birrificio Messina; una Energy Service Company e una banca di micro-credito. Le persone in vario modo occupate nel Distretto superano le 400 unità. Una “economia altra”; integrata, contestualizzata, cooperante, responsabilizzante e capace di affettività, senza la quale cittadinanza attiva e coesione sociale sono parole vuote.

* Paolo Cacciari è autore di articoli e saggi sulla decrescita e sui temi dei beni comuni. Questo articolo è stato pubblicato anche su Left. Il nuovo libro di Paolo Cacciari, Vie di fuga (Marotta&Cafiero) – un saggio splendido su crisi, beni comuni, lavoro e democrazia nella prospettiva della decrescita – è leggibile qui nella versione completa pdf (chiediamo un contributo di 1 euro).