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La nostra civiltà collassa attaccata da ideologie disumane

di Alain De Benoist - Pier Francesco Borgia - 25/03/2015

Fonte: Il Giornale



Alain de Benoist

Alain de Benoist

L’illuminazione che non ti aspetti arriva là dove si riuniscono le menti meno irregimentate del panorama intellettuale europeo. Siamo a Roma, «provincia dell’Impero napoleonico» secondo Eric Zemmour, saggista francese e firma de Le Figaro . Alla Sala Umberto è in corso un convegno dal titolo L’era del post-umano. Tecnica, ideologia e società nel XXI secolo , e il giornalista transalpino stupisce la platea dicendo che l’Europa è ormai stremata. Vittima della sua stessa audacia intellettuale. Un continente «effeminato» che ha perso vigore e slancio. Insomma annuncia una decadenza ormai imminente. E non si serve di categorie fruste e ormai abusate come la globalizzazione o l’integralismo religioso. Parla, anche lui restando nel tema del convegno organizzato dal Circolo Proudhon, di perdita della differenza sessuale. «Fateci caso – ammonisce Zemmour -, nel nostro vecchio continente ora si sbandierano valori come pace, dolcezza, universalità e prudenza da contrapporre a forza, onore, audacia e territorio. I primi declinati e connotati al femminile. I secondi di segno maschile». Presente al convegno un altro campione dell’intelligenza non omologata transalpina: Alain De Benoist. Ha un bel dire cose che cent’anni fa sarebbero state scontate. Oggi le stesse parole scaldano la platea. «La differenza primaria della specie è la cosa che permette alla stessa specie di riprodursi. Uscire da questo concetto chiave significa suicidarsi».

Cosa c’è che non va nell’Europa di oggi?

«Questo accettare passivamente valori e ideologie che scardinano il concetto stesso di umano. Prendiamo ad esempio il femminismo egalitario. Non dice soltanto che non c’è differenza tra i sessi; annulla proprio i sessi. E incredibilmente i nostri governanti “illuminati” trasferiscono questi stessi precetti nella gestione del bene collettivo».

Matrimonio gay, adozioni, transgender e simili, sono concetti che riguardano un’esigua minoranza, almeno dal punto di vista statistico. Perché tanto chiasso?

«Minoranza oggi. Forse anche domani. Intanto, però, la nostra civiltà collassa. Qui non è in discussione la libertà sessuale. Ci mancherebbe! Ma la omosessualità non è un terzo sesso. Se ne facciano una ragione. E se poi parliamo di statistiche, ci sarà pure il ragazzino che ama giocare con le bambole, ma la maggioranza dei coetanei preferisce le macchinine e annullare questa verità per regolamento scolastico è una follia».

Per regolamento scolastico! Non sta esagerando?

«La conosce la favola di Cappuccetto Rosso? »

Certo, ma che c’entra?

«Lo sa che nelle scuole francesi si fanno oggi recite in cui alle bambine assegnano la parte del lupo e ai maschietti quella di Cappuccetto Rosso? E tutto questo per ribadire che non esiste differenza sessuale!»

Insomma il vecchio continente, segnatamente la Francia, sta perdendo di virilità.

«Purtroppo. Anche la islamizazzione crescente può essere letta secondo questo criterio ideologico. Non sono il solo a riconoscere che molti si convertono alla religione mussulmana proprio perché ancora capace di segnare il confine tra le identità sessuali. D’altronde lo stesso Nietzsche aveva definito il Cristianesimo la religione monoteista più effeminata».

Insomma non c’è da stare allegri. Ma lei è ottimista o pessimista?

«Le citerò Gramsci che distingueva tra pessimismo dell’intelligenza e ottimismo della volontà. O forse è ancora meglio citare Georges Bernanos che definiva gli ottimisti “imbecilli felici” e i pessimisti “imbecilli infelici”. Ecco la sua divisione è ancora valida per me». (da Il Giornale)