L’economia del vitello d’oro
di centrofondi - 01/09/2006
In questa calda fine d’estate continua la calma apparente nei listini azionari che sembrano
impermeabili a tutto cio’ che gli succede intorno. La crisi libanese, palestinese, siriana,
irachena, afgana, cecena, iraniana, coreana, nigeriana, congolese sembra appartenere ad un
altro mondo, distante, lontano. Forse per gli operatori economici e’ cosi’, per loro conta solo
quello che si trasforma in denaro e magari intravedono in quegli orrori, solo un business per
le industrie di armi, farmaceutiche, il futuro affare della ricostruzione.
Dura lex sed lex.Non si vedono piu’ i drammi dei popoli, delle persone che in un lampo perdono tutto,
lavoro, soldi, affetti, anche se’ stesse, ma si vedono solo le conseguenze economiche di un
evento, affari che ne possono scaturire.
Se letta in chiave affaristica ogni distruzione, catastrofe, guerra e’ un’opportunita’ di
guadagno, un consistente aumento del PIL. Tutto viene deumanizzato, sterilizzato e poi
visto in termini di guadagno.
Gli stessi fondi pensione che gestiscono immense fortune, frutto dei versamenti dei
lavoratori, invece di optare per investimenti
etici acquisiscono imprese, le smembrano e lerivendono a pezzetti guadagnando ad ogni passaggio senza pensare che ad ogni loro
guadagno corrispondono migliaia di posti di lavoro che vanno in fumo. Ogni azione deve
avere un ritorno economico, in caso contrario non se ne fa di niente.
Stiamo assistendo alla
caimanizzazione dell’economia, l’economia non e’ al servizio degliuomini, ma del profitto. La cina e’ stata colonizzata e prima di lei molti paesi del lontano
oriente (India, Taiwan,Vietnam ecc.), comprati i suoi governanti, e sfruttati i suoi abitanti
che per pochi dollari lavorano giorno e notte senza contratti, festivita’, ferie, sindacati.
Quell’immenso paese si sta velocemente trasformando nella piu’ grande pattumiera del
mondo con fiumi pieni di scorie tossiche ed altre sozzerie dove la vita rimane solo un
ricordo. E come se non bastasse, per alimentare questo incubo, il governo cinese esporta
armi ed altre
chincaglierie per soddisfare il bisogno sempre maggiore di petrolio e strapparecontratti alla Chevron come recentemente e’ avvenuto in Ciad o nel Venezuela di Chavez
(ma almeno in questo caso la contropartita sono la costruzione di 20.000 case)
fontehttp://petrolio.blogosfere.it
. Passando all’India, altro paese colonizzato, le multinazionalistanno imponendo i loro costosissimi semi ogm e costringono gli agricoltori ad indebitarsi
con il risultato che ci sono stati piu’ di 10.000 suicidi dal 1997 a causa dei debiti
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/08_Agosto/21/zecchinelli.shtml
.Quanto tempo e, soprattutto, quanta distruzione ci vorra’ prima che si imbocchi una strada
diversa? Speriamo solo che non sia l’autodistruzione a porre fine a questa
economia delvitello d’oro.
Come dicevamo sopra continuano gli arresti domiciliari dei listini che proseguono
fiaccamente nonostante i dati americani bruttini che preludono ad un rallentamento
consistente (immobili, indici di fiducia, pil), al crollo dello Zew tedesco in agosto (-20,7
punti rispetto a luglio), solo Milano e’ un po’ piu’ vivace e cerca di ritrovare i massimi di
maggio grazie ai soliti bancari ed alle megafusioni in atto…(che si stia avvicinando
l’ennesimo pacco e contropacco per il parco buoi?).
Per rendere meglio la noia di questi ultimi anni vi riproponiamo il grafico del Nasdaq dal
2000 ad oggi tracciato con le linee di Gann
L’indice e’ praticamente abbarbicato sul ritracciamento 25% dai massimi del 2000 e
staziona intorno a quota 2100 oramai dal lontano dicembre 2003 e se andiamo ancora
indietro vediamo che la lateralita’ comincia addirittura dal 2001. Se uno fosse stato un
trader avrebbe potuto guadagnare belle cifre ad esempio dall’ottobre 2002, ma un comune
risparmiatore che avesse investito nel 2001 avrebbe solo i suoi soldi e nemmeno perche’
avrebbe perso un’enormita’ sul cambio con il dollaro (da 0,84 a 1,28) se invece avesse
investito nel 2000 oltre al cambio avrebbe perso…praticamente tutto!!! Alla faccia del
risparmio gestito che ci ha sempre incitato (e hainoi continua a farlo) ad investire in
un’ottica di lungo periodo.
In questo piattume ci sono delle manovre piu’ sottili sui cambi ad esempio sullo yen che ha
raggiunto la ragguardevole quota di 150,6 contro l’euro e che cosi’ da una mano
all’economia giapponese e …un duro colpo, l’ennesimo, alla nostra!
E poiche’ sappiamo che lo yen debole presuppone grandi stravolgimenti delle riserve
valutarie in dollari (cosigliamo di rileggere il report
http://www.centrofondi.it/report/report_12_01_05.pdf )ci aspettiamo un ulteriore indebolimento del dollaro. Il dollar index, che rispecchia
l’andamento del dollaro nei confronti delle altre valute, attualmente "galleggia" sui minimi
La valuta che non lo fa sprofondare sotto gli 80 punti, oltre cui si apre l’abisso, e’ proprio la
debolezza dello yen e quando quest’ultimo (immancabilmente) si rivalutera’ allora si
evidenziera’ l’estrema debolezza della valuta americana.
Se poi mettiamo in parallelo al dollar index l’andamento dell’oro, vediamo l’evidente
anticorrelazione dei due, ovvero al calare dell’uno corrisponde l’aumento dell’altro
E’ altrettanto evidente che qualora il dollar index dovesse sprofondare sotto gli 80 punti
questo evidenzierebbe tutta l’inconsistenza dell’impero di carta su cui hanno basato la loro
egemonia mondiale gli Usa e con loro crollerebbe tutta la
torre di babele del denarocartaceo. Di contro verrebbe esaltata la ricerca di valore ricoperta, in questa fase, dall’oro
che salira’ di prezzo vertiginosamente. Ovviamente sappiamo che sarebbe solo una fase
transitoria in quanto anche per l’oro, dopo l’immancabile bolla speculativa, arrivera’ il
tempo della pensione, quando finalmente comprenderemo che il suo valore e’ solo una
convenzione e che questa verra’ meno con un’economia piu’ improntata all’uomo e meno al
profitto. Di che cosa ce ne faremo di una riserva di valore se ci sara’ ricchezza garantita per
tutti e la carenza vissuta in questa era sara’ solo un lontano ricordo?
That’s all folks