Dubbi sul big bang: la scienza "ufficiale" non segue affatto il metodo scientifico
di Guido Dalla Casa - 05/09/2006
Fonte: Guido Dalla Casa
L'articolo, di Galianni ed altri, che pone dubbi sul big bang è molto interessante, perché prova ancora una volta che la scienza "ufficiale" non segue affatto il metodo scientifico, secondo il quale, quando viene constatato un fenomeno in contrasto con una teoria anche "affermata", la teoria dovrebbe considerarsi decaduta, o falsa. Questo avviene molto raramente, oltre che dopo diverse prese in giro a chi ha fatto le prime osservazioni.Tanta è la forza del cosiddetto "sapere consolidato", termine che dovrebbe essere bandito.
Infatti di norma la scienza procede facendo di tutto per salvare la teoria accettata.
Inoltre, quando nove esperimenti su dieci confermano una teoria "universalmente (o ideologicamente) accettata", si usa attribuire a qualche errore "banale" la prova non riuscita. Questo comportamento è del tutto arbitrario.
Dopo quante prove, un esperimento o un'osservazione possono considerarsi certi? Non dimentichiamo il tacchino di Popper. Come noto, il tacchino "di Popper" era ben sicuro che il fattore gli stava portando il becchime anche il 24 dicembre alle 10 del mattino, perché così aveva fatto per 364 giorni. Più provata di così! La teoria del tacchino era stata confermata da un grande numero di osservazioni.
Tutto questo è anche ben espresso in questa pagina di Lakatos (°), dove è descritto l'episodio di un immaginario fisico o astronomo, prima della relatività:
"In base alla meccanica newtoniana, alla legge di gravitazione di Newton (N) e alle condizioni iniziali accettate (I), il fisico calcola la traiettoria di un piccolo pianeta (p) appena scoperto. Purtroppo, però, il pianeta non segue la traiettoria prevista. Come reagisce il fisico? Riconosce che la meccanica newtoniana è sbagliata? Che la legge di gravità (N) non vale? Indubbiamente, no. Egli ipotizza che ci deve essere un pianeta finora sconosciuto (p') che perturba l'orbita di p. Calcola la massa, l'orbita, ecc. di questo ipotetico pianeta e chiede a un astronomo di mettere alla prova la sua ipotesi. Il pianeta p' è tanto piccolo che nemmeno i più grandi telescopi disponibili potrebbero osservarlo: l'astronomo chiede dei fondi per costruirne uno ancora più grande. Dopo tre anni, il nuovo telescopio è pronto.
Se il pianeta ignoto p' venisse scoperto, ciò sarebbe salutato come una nuova vittoria della scienza newtoniana. Ma ciò non accade. Il nostro scienziato abbandona forse la teoria di Newton e la propria idea di un pianeta perturbatore? No. Ipotizza che una nube di polvere cosmica ci nasconda il pianeta. Calcola la posizione e le proprietà di questa nube e chiede un finanziamento per lanciare un satellite che verifichi i suoi calcoli. Se gli strumenti del satellite (probabilmente nuovi, basati su una teoria ancora poco sperimentata) registrassero l'esistenza dell'ipotetica nube, il risultato verrebbe salutato come una straordinaria vittoria della scienza newtoniana, ma la nube non viene trovata. Il nostro scienziato abbandona forse la teoria di Newton, assieme all'idea del pianeta perturbatore e all'idea della nube che lo nasconde? No. Ipotizza che in quella regione dell'universo ci sia qualche campo magnetico che ha disturbato gli strumenti del satellite. Viene lanciato un nuovo satel
lite. Se venisse trovato il campo magnetico, i newtoniani celebrerebbero una sensazionale vittoria. Ma il campo magnetico non viene trovato. Ciò viene forse ritenuto una confutazione della scienza newtoniana? No. O viene proposta un'altra ingegnosa ipotesi ausiliaria, oppure.... l'intera storia viene sepolta nei polverosi volumi di riviste scientifiche e non viene più menzionata."
(da: I. Lakatos: "Methodology of Scientific Research Programmes")
(°) Imre Lakatos (1922 - 1974) è un filosofo della scienza ungherese, che ha scritto diverse opere, soprattutto negli anni Cinquanta. Molte sono state pubblicate dopo la sua morte.
Nota.
Lakatos pensa che la scienza proceda sempre nel modo sopra esemplificato. Personalmente credo che proceda in quel modo assai spesso: solo quando i tempi sono maturi per un cambio di paradigma, o di visione del mondo, la scienza è disponibile a mettere in discussione, nel giro di qualche decennio, il cosiddetto "sapere consolidato" di quel momento. Occorre però un tempo molto lungo (anche due o tre secoli) perchè un cambio di paradigma abbia veramente luogo.