Scienza, coscienza e conoscenza
di Fabrizio Fratus - 25/08/2015
Fonte: IlTalebano
Molto importante è comprendere che le scienze empiriche hanno possibilità limitate per esprimersi e incontrano notevoli difficoltà nel momento in cui si tratta di ricostruire dei processi passati che non sono ripetibili e quindi non hanno possibilità di una ricerca immediata.
Tutte le scienze naturali si sviluppano su un piano di ricerca empirica, quindi, tutte le affermazioni debbono essere riferite a fatti che si possono osservare. Tutte le osservazioni debbono essere ripetibili. Le scienze naturali descrivono leggi tramite una ricerca sistematica, analizzando dati e reperti empirici che vengono ricavati da osservazioni della natura ed esperimenti mirati. Tutti noi sappiamo che l’origine della storia della vita sulla Terra può essere ricostruita solo parzialmente tramite i metodi delle scienze empiriche, in quanto gli eventi della loro creazione sono unici, non riproducibili e non direttamente osservabili. L’unica prova per verificare come l’evento è realmente accaduto sarebbe la possibilità di viaggiare nel tempo, quindi nel passato, per verificare come l’origine del creato abbia avuto luogo. Ma ciò sappiamo non essere possibile. Tutto ciò che noi sappiamo relativamente all’origine della vita sulla Terra consiste in indizi riferibili a strati geologici e a fossili (polvere e sassi).
L’accumulo dei dati può creare le condizioni per l’interpretazione storica di un’eventuale evoluzione; i dati possono derivare, oltre che dai fossili, anche da patrimonio genetico delle specie tuttora viventi. Molto importante è comprendere che oltre ai dati si effettuano esperimenti empirici per analizzare processi e meccanismi che si pensa producano uno sviluppo di livello superiore degli organismi viventi. Come evidenziato più in alto noi sappiamo che la storia della vita non è fondamentalmente possibile in quanto non è riproducibile ( non possiamo fare ripartire il processo iniziale della storia della vita). Tutte le affermazioni con carattere di legge riguardanti la storia della vita possono essere espresse solamente in modo approssimativo perché il processo è stato di carattere unico. I dati su cui si possono fare deduzioni sono ridotti. Le considerazioni che si possono fare sono delle retrodizioni , cioè si può solamente esprimere ciò che ci si aspetterebbe sia accaduto in passato.
Per noi è molto importante far comprendere che l’aspetto soggettivo dell’analisi dei dati e delle valutazioni è molto rilevante. Infatti gli autori distinguono in due modi differenti le spiegazioni: la prima è quella Nomologica deduttiva (si stabiliscono delle ipotetiche leggi da cui si deducono conclusioni che verranno sottoposte ad osservazioni e a esperimenti) e la seconda quella storico narrativa (si cerca di spiegare un presunto scenario storico). Noi sappiamo che oggi sia nel campo dell’empirismo che in quello della descrizione storica si accetta solamente un’interpretazione dei dati che appartenga all’ateismo metodologico in cui si scarta a priori una valutazione che prenda in considerazione lo sviluppo della vita riconducibile a cause trascendenti; significa che per principio si considerano solo i fattori empiricamente percepibili. Il problema è che questa accettazione aprioristica è frutto di una visione dogmatica e non scientifica in quanto vi è all’origine di questo postulato una specifica visione del mondo (naturalismo). Non ci sono motivazioni scientifiche che possano escludere una creazione che trascende il mondo materiale.
Il naturalismo è una corrente filosofica e si basa su un presupposto specifico: nell’universo e nella storia agiscono solo forze naturali. Il naturalismo è un’impostazione ideologica che influisce negativamente nell’interpretazione dei dati riscontrabili. Come già detto non esistono prove che possano dimostrare empiricamente che nella storia della vita operino solo forze naturali. Il naturalismo, base ideologica della teoria evoluzionista, porta assolutamente ad uno sconfinamento dell’interpretazione dei dati fuori dalla scienza; non sono più i fatti riscontrabili ed osservabili ad indurre la comprensione del reale da parte del ricercatore ma è l’impostazione soggettiva che farà interpretare l’osservazione e l’esperimento solo in ambito materialista.
La scienza deve essere libera da presupposti soggettivi riferibili ad un’interpretazione filosofica della vita; molto importante per il progresso della conoscenza della natura è che ci si liberi da ogni presupposto aprioristico sviluppando delle ipotesi che possano essere verificate.