Antidepressivi e suicidi, legame stretto
di Gabriele Del Grande - 07/09/2006
Fonte: spogli.blogspot.com
Antidepressivi e suicidi, legame stretto: nuovo studio della Columbia UniversitySu 263 bambini ed adolescenti che hanno tentato il suicidio, riuscito in 8 casi, il 60% usava antidepressivi. Il commento di Poma, del coordinamento ''Giù le mani dai bambini''
ROMA - La somministrazione di antidepressivi a bambini e adolescenti aumenta il rischio di suicidio. A lanciare l´allarme è un recente studio del professor Mark Olfson della Columbia University, che ha analizzato le cartelle cliniche di 5.500 pazienti statunitensi ospedalizzati per depressione, misurando i casi di tentato e riuscito suicidio in funzione del trattamento farmacologico. Risultato? Il rischio di suicidio è 1,5 volte maggiore tra bambini e adolescenti che assumono psicofarmaci antidepressivi. La possibilità che il suicidio riesca è addirittura 15 volte maggiore. Questo per i pazienti da 6 a 18 anni, mentre per gli adulti il numero di tentati suicidi sembra non dipendere dal trattamento farmacologico. Gli autori della ricerca però invitano alla cautela. L´analisi di soli 263 tentati suicidi, di cui 8 riusciti, non esclude che i bambini trattati con gli antidepressivi rappresentino i casi più gravi e per questo più inclini al suicidio. "Questi primi risultati tuttavia - dichiara Olfson - ci suggeriscono l'utilità di maggiori precauzioni e monitoraggi durante l'uso di tali sostanze su minori seriamente depressi".
Sulla lista nera degli antidepressivi sospettati di favorire l'induzione al suicidio nei bambini compaiono al primo posto i Triciclici, a partire dalla Venlafaxina (Effexor) - bloccante della ricaptazione della serotonina (Snri) - con un rischio suicidio pari al 230% di quello per i pazienti che non usano farmaci. Sotto accusa anche la Mirtazapina (Remeron) (164%) e il Nefazodone (Serzone) (162%). Tra gli inibitori della ricaptazione della Serotonina (Ssris), non sono rilevati rischi particolari, ad eccezione della Sertralina (Zoloft) (180%) e della Paroxetina (Paxil) (136%). Non si tratta delle prime accuse contro la somministrazione di psicofarmaci ai bambini. Nell´ottobre 2004 la "Food and drug administration" (l'istituto federale Usa per il controllo sulla salute e i farmaci) impose alle case prodruttrici di Celexa, Paxil, Prozac e Zoloft (Ssris) di porre un "black box" sulla confezione, come sui pacchetti delle sigarette, che indicasse il rischio di di suicidio per bambini e adolescenti. Nel luglio 2005 un parere adottato dalla Fda sosteneva la possibilità che l´aumento del rischio di suicidio potesse riscontrarsi anche negli adulti trattati con Ssris. Nel febbraio 2006 (vedi lancio 14/02/06), dopo 25 casi di morte - tra cui 19 bambini - la Fda chiese alle case produttrici di psicofarmaci a base di metilfenidato (Ritalin, Concerta, Methylin, Metadate, Adderall), prescritti per la cosiddetta sindroma da deficit di attenzione e iperattività (Ahdh), di indicare sulle confezioni i rischi di suicidio.
La ricerca della Columbia arriva in un momento di crisi della credibilità degli studi sugli psicofarmaci, accusati di essere condizionati dagli interessi dei committenti, ovvero le stesse case farmaceutiche (vedi lanci 27/04/06). Uno studio pubblicato a febbraio sull'American journal of psychiatry e ripreso dal Whashington Post il 12 aprile, ha dimostrato che su 42 studi comparativi tra farmaci diversi, 33 erano finanziati dall"industria farmaceutica e tra questi, nel 90% dei casi, il prodotto migliore risultava quello del committente della ricerca. Recentemente è finito sotto accusa anche il "Diagnostic and statistical manual of mental disorder” (Dsm) dell’American Psychiatric Association, considerato la bibbia dei disturbi mentali negli Usa e all´estero. Una ricerca delle università di Massachussetts e Tufts pubblicato il 20 aprile sulla rivista statunitense “Psychotherapy and Psychosomatics” ha infatti rivelato che il 56% degli psichiatri che hanno realizzato l´ultima edizione del manuale ha legami economici non dichiarati con le case farmaceutiche. La percentuale sale al 100% tra chi ha curato la sezione dei disturbi dell´umore e quelli schizofrenici/psicotici. Due settori questi ultimi che nel 2004 hanno registrato complessivamente 34,7miliardi di dollari di vendite secondo il Chicago Tribune. Per Luca Poma - portavoce della campagna italiana di farmacovigilanza "Giù le mani dai bambini" - la ricerca di Olfson "non fa che confermare i warning lanciati in Italia dal nostro ente. L'utilizzo disinvolto di questi farmaci psicoattivi su bambini ed adolescenti - continua Poma - è assolutamente da censurare: chi non lo fa e tace davanti a queste evidenze scientifiche si assumerà la responsabilità di questi suicidi".