I Bugiardi al potere.
di ripensaremarx - 08/09/2006
Alla fine Padoa-“Schiappa” ha dovuto ammettere che il deficit italiano è artatamente portato sopra il 3% per motivi politici. Questo è quello che riporta un articolo apparso sul Giornale di oggi a firma di Geronimo (alias Cirino Pomicino). Ciò significa che il governo Prodi ci ha preso in giro sin dall’inizio, tutti i provvedimenti che s’apprestano ad adottare con la finanziaria sono stati pianificati prima ancora che la reale situazione dei conti pubblici fosse studiata a dovere. Avevano deciso che sarebbe stato l’anno buono per operare tagli alla sanità, alle pensioni, alla scuola ecc. ecc. e, nonostante le figuracce rimediate in questi mesi a causa delle innumerevoli bugie dette(vedi i dati sulla fiscalità e i 19 mld in più incamerati nel I semestre 2006 che nessun “grande tecnico” aveva previsto), continuano imperterriti a piangere sulla situazione economica del paese. I cosiddetti tecnici, i quali dovrebbero limitarsi a far quadrare i conti, fanno politica più e peggio degli altri, ma la loro imperizia li porta a scoperchiare le pentole prima che il “popolo” italiano sia stato cotto a puntino. L’affermazione di Padoa-Schioppa è di una gravità inaudita perché getta il ridicolo su tutte le affermazioni apocalittiche, circa lo stato disastroso dell’economia italiana, riferite dal governo e dalle “eminentissime” personalità politiche che lo rappresentano. Ma che vuol dire che il deficit fissato al 4% nel DPEF ha un perché “politico”? Significa, sostanzialmente, che il governo gioca con i numeri un po’ come si fa con lo scarto tra inflazione programmata e inflazione reale. In questo caso si procede al rovescio, si aggrava sulla carta la situazione economica in maniera tale da giustificare una manovra di rientro dal deficit più corposa del necessario e col fine esplicito portarsi “avanti” col lavoro. Il problema, così come sostengono gli economisti della sinistra moderata che hanno firmato un documento contro la strada intrapresa dal governo in materia di provvedimenti economici, è che l’ossessione dell’abbattimento del rapporto tra debito pubblico e PIL può provocare “un ulteriore compressione della domanda aggregata e quindi dei livelli di attività economica, con riflessi negativi sullo stesso bilancio pubblico. Dall’altro, si rinuncerebbe ad impiegare risorse reali e finanziarie in politiche strutturali utili al rilancio e allo sviluppo economico-sociale”. Quindi chi ha detto che i conti in ordine permetteranno all’Italia di agganciare la “ripresina” economica in corso? (ripresina che è tutta da valutare nonostante l’ottimismo della BCE). La stessa BCE sostiene che dall’applicazione di manovre rigorose di finanza pubblica per il 2006 e dalla definizione di programmi di bilancio ambiziosi per il 2007 possano derivare vantaggi per tutti i paesi dell’area euro. Si insiste, soprattutto, sull'importanza di riforme che migliorino la sostenibilità dei sistemi previdenziali. Ecco da dove viene la foga dei nostri governanti che sono costretti a dire menzogne inaudite pur di dimostrare tutta la loro supinità. Insomma, nonostante il governo avrebbe potuto presentarsi alla riunione Ecofin con i conti un po’ più in ordine (e più confacenti alla realtà) ha fatto di tutto per fare apparire il deficit più grave di quello che è.