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Identità. Il paradosso del sincretismo in Sicilia o dell’astuzia dell’eterno

di Alessandro Volpi - 26/10/2015

Fonte: Barbadillo


 

Uno spaccato di Sicilia

Uno spaccato di Sicilia

Proprio mentre in tutta Italia il teatrino dei pupi dei giornali e dei talk show mette in scena il dibattito su ius soli eius sanguinis, su immigrati, bianchi,nivori e gialli, io sto decollando da Palermo. E la sapienza che questo soggiorno mi ha lasciato rende tutto chiaro: questa terra mi dice ciò che devo sapere, sovrastando il rumore di fondo delle inutili discussioni.

Questa terra mi racconta di secoli di incontri fra popoli, in cui incontro significa il magnifico sincretismo culturale-estetico, ma significa prima di tutto conflitto e dominio. Questa terra mi racconta che solo il sangue misto, il meticciato di greci, arabi, normanni e spagnoli ha potuto produrre quel tipo perfetto di fimmina che è la siciliana. Non è il sangue puro di certo, forse di più il suolo, che hanno fatto questo popolo, non è però nemmeno il multiculturalismo degli aperitivi etnici e vegani ad aver prodotto questa meraviglia. Non è la negazione della differenza, della cultura particolare e del conflitto a rendere viva questa civiltà . Se arabi e cristiani non si fossero sentiti tali non avrebbero cercato di lasciare il proprio segno, eterno e sacro.

É solo la sempre viva fiaccola della tradizione, che è l’opposto del culto delle ceneri (parafrasando qualcuno), della “storia antiquaria” ad aver permesso tutto questo. È l’astuzia dell’eterno che origina quel paradosso per cui solo laddove lo spirito vive eternamente e la verità risplende nelle infinite estati che non conoscono il tempo, si fa la storia, non nelle tenebre del nulla o del relativo. È in questa contraddizione, fra la verità sempre ardente nella fiaccola della tradizione, che è quale è non può essere altrimenti, e la mescolanza sempre conflittuale fra elementi specifici ,che è fiorita una tra le più grandi civiltà della storia umana. Ai crociati dell’occidente questo si deve dire, far vedere loro come solo la terra del crepuscolo abbia spento quella fiaccola, che sola ha reso possibile la grandezza delle culture. È da occidente che vengono i barbari, che tutto distruggono e che seminano sale sulle rovine arabe e normanne, cristiane e musulmane, sullo spirito eterno.