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Non c'è più il futuro di una volta!

di Gianni Lannes - 30/11/2015

Fonte: sulatestagiannilannes


Parigi: irrorazioni Nato





 
Tanti sanno che il clima è influenzato, anzi determinato dal sole. Pochi sanno però, che lo stesso clima può essere modificato sul pianeta Terra, per via elettromagnetica dalla mano armata dell’uomo. Già nel 1943 il governo di Washington, aveva elaborato il memorandum Groves e conduceva positivamente esperimenti per provocare tsunami e terremoti. 

 
La manipolazione del clima è un’arma per il dominio del mondo, vietata, almeno sulla carta dalla convenzione internazionale Enmod dell’Onu, entrata in vigore nel 1978.
Che singolare coincidenza: proprio a Parigi, sotto il naso dei più efficienti servizi di sicurezza del mondo, i soliti terroristi realizzano una strage di civili, esattamente dove andrà in onda dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 la XXI Conferenza delle Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).  L'obiettivo ufficiale della conferenza è quello di concludere, per la prima volta in oltre 20 anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni. In realtà, Gaia non si sta surriscaldando. Attenzione alla manipolazione in atto dell'opinione pubblica: la paura su scala planetaria uccide o paralizza più di qualsiasi guerra. E' un'arma di controllo delle masse, indotte adesso a marciare dai soliti pifferai tinteggiati di verde, sotto l'unica parola d'ordine dell'inesistente "surriscaldamento globale".

«Secondo uno studio dell’Università del Wisconsin il clima della Terra sta tornando a quello dell’era neoboreale, un periodo di siccità, fame e scontri politici nel mondo. Il cambiamento climatico è iniziato nel ’60, ma in pochi se ne sono accorti. I monsoni africani hanno smesso di soffiare nel ’68, e porteranno i paesi in via di sviluppo alla rovina politica ed economica. Il clima è ora un fattore critico. Il periodo di clima neoboreale è giunto».

Questa, in sintesi, l’introduzione di un rapporto della Central Intelligence Agency risalente al 1974. Il cosiddetto global warming è una parodia da scientisti. Già in un articolo del Washington Post pubblicato nel  1976 a firma di Jonathan Powers, in materia di  “deterioramento del meteo mondiale”, si menzionava appunto questo  rapporto classificato della CIA, che a dire del cronista suonava come un documento del Club di Roma. Il documento è intitolato “Uno studio della ricerca climatologica in considerazione dei problemi di intelligence”. Cosa annotava la CIA nel 1974? Arriverà il freddo: e con quello, siccità, alluvioni, meteo impazzita, fame, problemi economici anche nelle nazioni più ricche, rischi di instabilità, l’Africa starà peggio, il Sahara si espanderà, e così via in una vera litania di catastrofi presenti e future. I modelli climatici? Sono presentati come il futuro della climatologia, e in pochi anni saranno in grado di prevedere il clima che verrà.

E’ possibile prendere ancora sul serio i fantocci della climatologia che si ostinano a negare la guerra ambientale in atto, dopo aver letto quel rapporto o semplicemente osservato la realtà? Il problema è che truppe di scienziati e frotte di governanti sono asserviti al sistema economico delle corporation, per convincere la gente a fare quello loro pretendono. Analizzando le pagine di “A study of climatological Research as it pertains to intelligence problems ci si imbatte in previsioni e terminologie molto attuali, specialmente in questi giorni, ma trattate dalla parte opposta: guerre, carestie e cambiamenti climatici sconvolgeranno il mondo perché si è entrati in un’epoca di raffreddamento globale. Proprio così: secondo i climatologi più affermati all’epoca - c’è anche il direttore del Cru dell’Università dell’East Anglia, quella a cui nel 2009 sono state “rubate” le e-mail che documenterebbero i trucchi dei climatologi per “addomesticare” le temperature - parlano con sicurezza del trend di global cooling”.
Sembra di leggere un documento attuale dell’ONU scritto sotto dettatura delle multinazionali: gli «impatti economici e politici di un cambiamento climatico significativo vanno oltre ogni immaginazione - scriveva la Cia - Ogni nazione che abbia conoscenza delle scienze atmosferiche deve contrastare questo cambiamento”. Ma soprattutto si parla della “possibilità di un conflitto internazionale” dovuto ai cambiamenti del clima entro gli anni 70. All’inizio degli anni 70 - prosegue il documento - si sono registrati l’aumento dei ghiacci e quello delle precipitazioni nevose fino al 15 per cento, in Canada e Groenlandia si sono susseguiti 19 mesi di temperature sotto la media e ogni nazione è stata attraversata da problemi di questo tipo. Come oggi si sente dire da esperti e storici che le grandi civiltà furono cancellate da periodi di caldo globale, gli esperti e gli storici dei primi anni 70 spiegavano che le cadute di “numerose e potenti civiltà del passato” sono avvenute in concomitanza con “global cool periods”, periodi di raffreddamento globale. Le previsioni degli esperti - riporta il rapporto della Cia - assicurano che il Canada, la parte europea dell’Unione sovietica e il nord della Cina “saranno coperti di neve e ghiaccio».
Gli studi che adesso affollano le pagine dei giornali prevedono scenari apocalittici dovuti all’aumento della temperatura di due o tre gradi. Qualche decennio fa gli studiosi prevedevano che con il semplice abbassamento delle temperature medie di un grado ci sarebbero state praticamente le stesse conseguenze.  Nel documento si parla apertamente di “consenso” degli scienziati del clima: vengono citate le principali scuole di pensiero al riguardo e le conferenze sul clima da cui emergeva che gli esperti concordassero sul raffreddamento in atto: «Il mondo sta tornando al regime climatico che si ebbe tra il 1600 e il 1850 chiamato la ‘piccola era glaciale’».
Paradossalmente, il consenso di allora era più credibile di quello attuale: all’epoca non esisteva un Ipcc (il panel intergovernativo creato dalle Nazioni Unite per studiare l’impatto dell’uomo sul clima), per cui il consenso si creava confrontando studi che arrivavano da tutto il mondo senza un ente centrale di controllo e di censura. I sostenitori del riscaldamento globale causato dall’uomo hanno sempre negato che anni fa ci fosse un consenso tra scienziati sul raffreddamento globale. Questo rapporto della Cia attesta esattamente il contrario, e mostra come lo spauracchio dell’emergenza venga agitato con qualsiasi trend climatico. Gli scienziati che oggi non credono a un pianeta destinato ad arrostire per colpa nostra forse non hanno tutti i torti a dire di pensarci due volte prima di prendere decisioni basate su “certezze” che la storia del clima già ha smontato.