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Un napoletano tra gli indiani d’America

di Maurizio Bergonzini - 04/01/2016

Fonte: Arianna editrice

Un volume che si legge con piacere questo “Carlo Gentile  Un napoletano tra gli indiani d’America “  che Armando De Simone (collaboratore de ”Il Mattino, poi del ”Giornale di Napoli” successivamente  caporedattore de ”Il Giornale del Sud”, edizione campana del quotidiano ”Il Giornale”, poi collaboratore del ”Roma”, docente del Master di giornalismo dell’Accademia italiana delle ricerche) stava concludendo al momento della morte prematura  e che un altro giornalista napoletano, Vincenzo Nardiello (che con De Simone aveva scritto per la medesima casa editrice Controcorrente “Appunti per un libro nero del comunismo italiano “ ricostruzione dell’apparato di “sicurezza” del PCI, dalla ‘Volante Rossa’ al dossier Mitrokhin”) ha riordinato curandone anche  la corposa, colta, commossa, interessante prefazione.  Il libro ricostruisce la vita di uno straordinario personaggio, Carlo Gentile appunto, che attorno al 1856 lascia Napoli giungendo a San Francisco dove inizia un’ attività professionale di fotografo In Canada, ove si è trasferito, nasce il suo interesse, insieme etnografico e commerciale, di  fotografare i nativi americani e documentare i loro costumi con il sogno di pubblicare un libro fotografico. A metà settembre 1866 Gentile, a seguito della perdita del suo archivio, decide di espandere la sua attività di documentazione della vita degli indiani con viaggi nella California del Sud e in Arizona.  Qui “comprerà” uno schiavo,un bambino indiano di cinque anni di nome Massaja adottandolo poi legalmente come suo figlio..Nonostante il travaglio della sua esperienza di vita e l’irregolare frequenza scolastica, il dodicenne Carlos Montezuma  (al ragazzo era stato imposto il nome del padre adottivo) rivelerà  una predisposizione naturale per gli studi e una sete di sapere che lo porterà a laurearsi in medicina nel 1889 presso la Chicago Medical School della Northwestern University primo nativo americano ad ottenere questo traguardo in una università USA, diventando – come Dr. Carlos Montezuma – medico ed attivista per i diritti civili della sua etnia e uno dei membri fondatori della Società degli Indiani d’America.  Il volume non è la mera ricostruzione di due vite legate da avventure, successi e traversie ma anche la attenta  ricostruzione di due mondi e di due  ambienti culturali: Il Regno di Napoli diffamato da lord Gladstone (“negazione di Dio” secondo il conservatore inglese figlio di un ricco schiavista e difensore dell’istituto della schiavitù nel suo  primo discorso parlamentare) e gli Stati Uniti in piena espansione economica. Nel primo Pulcinella (“L’appassiunate pe lo romanzo dello Zio Tom”) lanciava una “molto colorita ed efficace” invettiva contro lo schiavismo nordamericano nei secondi il Bureau of Indian Affair gestendo la “civilizzazione” degli indiani eseguiva il loro “genocidio” culturale. D’altra parte, ancora nel 1892 il commissario per gli affari indiani sosteneva “era più economico educare gli indiani che ucciderli”.