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Decisioni geopolitiche sulle banche italiane

di Nicoletta Forcheri - 01/02/2016

Fonte: nicolettaforcheri


Non penso proprio che le richieste di patrimonializzazione alle banche italiane siano fondate, imparziali e obiettive, anzi, tutt’altro, esse sono strumentali al fallimento del sistema italia. Decisioni politiche come disse Berneschi, l’allora presidente della Carige il giorno prima del declassamento del suo istituto da un’agenzia di rating. Decisioni geopolitiche, aggiungo io (1)

Il sistema bancario italiano era uno dei più solidi al mondo, uno dei più patrimonializzati, uno con il maggior tasso di risparmio, prima che la speculazione internazionale ci prendesse di mira dal Britannia in poi. Bisognava assolutamente, secondo l’accordo, privatizzare il sistema bancario italiano, e quotarlo in borsa per drenarne le ricchezze – i centri di comando, la sovranità – verso le holding estere. Ostacolo a tale piano di concentrazione di potere e ricchezza verso l’alto, erano e rimanevano le banche del territorio, le popolari e le casse di risparmio, le quali per statuto devono redistribuire gli utili – intesi come gli interessi – ai soci e al territorio lasciando loro un margine di manovra e una briciola di decisionalità.

Già nel 2011 l’EBA, European Bank Authority aveva richiesto a 4 istituti bancari italiani (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare) di raggiungere il 9% per un complesso di maggior capitale di 15.366 milioni di euro mentre la stessa richiesta per le banche spagnole ammontava a 26.170 milioni di euro, a 13.107 milioni per quelle tedesche, giusto per rendere l’idea (2)

L’altra richiesta di patrimonializzazione è giunta a gennaio di quest’anno, qualche giorno fa, puntuale come un orologio svizzero poco dopo il bail precoce e illegittimo di 4 istituti popolari, da parte della BCE, con un trattamento differenziato per ogni banca, tipo un 14% di coefficiente per MPS, un 9,6% la UBI, l’11.6% per la Popolare di Vicenza, soglie ben al di sopra del coefficiente di Basilea 3 (3).

Poche stringate parole per imporre questo dissanguamento al sistema bancario italiano, proprio in un periodo in cui sta avvenendo un fuggi fuggi generale da parte di privati, nel panico, e istituzionali, nella speculazione, dalle banche italiane.

Il piano di confisca – o di distruzione – dei risparmi degli italiani è anch’esso strumentale a:
1. distruggere un po’ di debiti bancari per dar sollievo alle banche che hanno giocato in borsa troppi titoli demenziali
2. far vincere loro il terno al lotto della scommessa sul “fallimento” delle banche italiane e del paese Italia, scommessa contenuta negli stessi titoli derivati delle banche che cagionano tale distruzione dei risparmi con il trucco del bail in.

Molti si chiederanno come mai il bail in sia stato applicato prima ancora dell’assurdità dell’omonima legge a gennaio del 2016. Semplice: per provocare caos, panico, rabbia, in altre parole uno shock tale da indebolire le banche con il fuggi fuggi generale cui assistiamo oggi, e assestar loro il colpo finale, per far incassare alle stesse future acquirenti, BNP, Soc Gén, CA o DB, tonnellate di liquidità tali da potere giustificare il loro acquisto. E il loro digrignante disgustoso potere che ci spoglia della nostra sovranità e della nostra dignità.

 

 

(1) http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2011/10/berneschi-indagati-indignati-e.html

(2) https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-direttorio/int-dir-2012/Saccomanni_310112.pdf
(3) http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-01-09/bce-scrive-banche-soglie-capitale-piu-alte-081142.shtml?uuid=AB62hDbC