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Da il Tevere al Piave 1915-1918

di Maurizio Bergonzini - 21/02/2016

Fonte: Arianna editrice

 

E’  stato affermato che il tifo è, forse, l'ultima forma di appartenenza rimasta, nel nostro Paese.

Questo può spiegare perché  il volume “ Da il Tevere al Piave  1915-1918 gli atleti della Lazio nella grande guerra” edizioni Eraclea non abbia avuto, a livello di recensioni, il risalto che per la sua intrinseca qualità avrebbe meritato  come se tendenzialmente dovesse essere limitato al solo interesse dei tifosi biancocelesti.

E, d’altra parte, questo sentimento di forte identità può essere fattore  di esclusione faziosa ma anche motivo di autoesclusione con un chiudersi a riccio nella propria particolare individualità comunitaria,nella propria storia.

Tentazione che l’associazione, rigorosamente non-profit, LazioWiki, pur dedita programmaticamente alla salvaguardia delle vicende della polisportiva capitolina evita in toto  con  questo suo primo libro dedicato all’impegno di tanti atleti biancocelesti nella prima guerra mondiale, e al sacrificio di trenta fra loro, tratteggiando la partecipazione consapevole della romana “piccola Patria di grandi sentimenti” alla storia nazionale inquadrandola  nella vita cittadina dell’epoca ed esaltandone quindi il ruolo di storia particolare nell’ambito di quella nazionale.

Il testo ha vari motivi di interesse: la ricostruzione attenta ed analitica delle vicende degli atleti laziali con il reperimento dei ruolini militari certo ma anche l’impronta generale dell’interpretazione del momento storico di cui vengono evidenziate talune problematicità (dalla rigida e formale disciplina, alla politica di rendere difficili gli aiuti delle famiglie ai prigionieri italiani, al ruolo dei quadri intermedi -quei “complementi di guerra” di cui Prezzolini ha sottolineato l’importanza in quel gioiello di riflessione che è “Dopo Caporetto”-).

Né si può sottacere l’impegno dei curatori - Fabrizio Munno e Fabio Bellisario- che li ha portati a contattare personalmente quando fosse possibile i parenti ( ormai lontani: spesso nipoti e pronipoti  di quei soldati e di quegli ufficiali ) dando la carnalità e la semplicità dei ricordi di famiglia a un’impeccabile ricerca, recuperando una ricca documentazione fotografica, ricostruendo con minuziosa attenta lettura dei giornali d’epoca le imprese sportive dei singoli atleti.

Valga come esempio la vicenda di Omero Chiesa nell’anteguerra vincitore per cinque volte della Coppa di Natale sul Tevere ( all’epoca gara fra nuotatori… ), ferito in combattimento sul fronte dolomitico a Son Pauses, decorato e ritornato all’attività sportiva dopo una lunga convalescenza conquistando alle Olimpiadi di Parigi del 1924 un brillante ventiquattresimo posto – primo fra gli italiani – nel pentathlon moderno. E il suo ricordo nel volume è occasione per delineare quali fossero il sistema e i luoghi dell’assistenza ai feriti di guerra a Roma.

Un tratto di storia di una società sportiva e dei suoi atleti che si intreccia quindi con quella della città e della Nazione nella serena consapevolezza che le storie particolari illuminano quella generale.