Il regime di sinistra
di ripensaremarx - 15/09/2006
Si allunga la lista dei personaggi che, a quanto pare, evitano di coinvolgere Prodi nelle decisioni strategiche che riguardano l’Italia. Dopo Tommaso Padoa-Schioppa e Marco Tronchetti-Provera, anche Angelo Rovati, stretto confidente di Prodi, dice di aver tenuto all’oscuro il premier del piano di ristrutturazione proposto a MTP per salvare la Telecom dagli ingenti debiti.
In realtà qualcosa non quadra. Passino l’economista e il manager ma difficilmente si può credere alla fandonia che il “consigliere del principe” non consigli il suo “signore”e soprattutto non gli confidi tutto.
In effetti Prodi ha mandato in avanscoperta Angelo Rovati per illustrare al manager di Telecom l’operazione più gradita al Governo. L’indebitamento di Telecom avrebbe dovuto essere ridotto attraverso lo scorporo della rete. Tuttavia, il governo pensava a quella fissa e non a quella mobile. In questo Tronchetti-Provera ha fatto di testa sua e le ragioni, più che strategiche, sono di pura sopravvivenza della sua azienda. Prodi è infuriato perché il manager di Telecom si sottrae, in questa maniera, alla longa manus del governo che sta approntando (conto terzi) il “riposizionamento” di aziende cruciali per il futuro dell’Italia (non importa la natura giuridica, siano esse pubbliche o private), al fine di creare un potere finanziario-politico più stabile e duraturo.
Come abbiamo già indicato nei precedenti post, il governo Prodi sta elaborando (ma la mente di queste operazioni è altrove, nella sfera finanziaria che appoggia il professore) un progetto onnicomprensivo che punta al controllo delle risorse del paese al fine di costituire un vero e proprio regime (fondato sulla mistificazione della realtà e sull’appoggio incondizionato al paese attualmente dominante). Ad esempio, la disputa con i Benetton per le Autostrade e l’ostruzionismo opposto dal governo, (attraverso il Ministro per le infrastrutture Antonio Di Pietro, quello "delle mani pulite"), alla fusione con gli spagnoli di Abertis è nata proprio in virtù del modus operandi attraverso il quale la famiglia di Ponzano Veneto ha approfittato della vacatio governativa per annunciare l’accordo (un comportamento poco reverenziale che i Benetton stanno pagando a caro prezzo). Proprio il controllo di questi settori strategici è, invece, determinante per il governo Prodi, al fine di avviare quella “rifondazione” degli assetti di potere con i quali si garantiranno una lunga sopravvivenza (per sè e per i propri "committenti"). Perché nell’operazione SanIntesa il governo non ha avuto nulla da ridire? Le ragioni sono già state spiegate da La Grassa in precedenti articoli. La “Nuova Italia” di Prodi dovrà nascere sull’asse finanziario di Bazoli, del quale il governo Prodi costituisce la “propaggine” politica. Sotto questa luce devono essere valutate le mire di Prodi su Telecom, la conseguente proposta di scorporo della rete e la probabile cessione alla CDP. Vediamo perchè. Si sta parlando di servizi di tlc(come l’ADSL) i cui abbonati arrivano a 25 milioni. Un affare come questo non può concludersi senza l'intervento di banche e fondazioni. E chi meglio della nuova SanIntesa di Bazoli avrebbe potuto garantire l’ingente esborso? Insomma, Tronchetti sarebbe finito nella rete dei costituendi poteri che si candidano a fare man bassa dell’Italia (non che lui sia meglio, ma in questo momento è debole e meno pericoloso). Se l’operazione fosse andata a buon fine, Tronchetti avrebbe dovuto allinearsi ai diktat di Bazoli (anche nel patto di sindacato di RCS) inferendo un colpo letale all’asse avverso Montezemolo-Della Valle-Capitalia (quest’ultima oggi più vicina all’Unicredit di Profumo).
Il quadro sarebbe stato completo. La Rai lottizzata (e data in pasto alle canaglie filoamericane), le 3 reti televisivi di Tronchetti allineate al governo e tutta l’informazione in mano alle mistificazioni di questi signori che governano con la menzogna.