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L’Unione Europea? Una filiale delle Banche Armate

di Ugo Gaudenzi - 15/09/2006


L'Europa delle banche non gradisce ostacoli e vincoli al proprio dominio assoluto sulle politiche economiche e finanziarie degli Stati membri dell'eurocrazia.
Una nuova "direttiva" della Commissione di Bruxelles, presentata ieri agli organi di stampa che hanno il compito di "trasmettere" ai sudditi europei - governi inclusi - i desiderata della cupola dell'usura internazionale, ha così eliminato ogni potere nazionale di vigilanza e di tutela sociale sui processi di fusione tra istituti bancari europei.
Come se fosse naturale e ovvio e, anzi, un "dovere" la rinuncia degli Stati membri dell'Ue a sacrosanti diritti di sovranità e di tutela delle economie nazionali, il commissario al "mercato interno" Charlie McCreevy, ha illustrato ai giornalisti embedded di stanza a Bruxelles che il fine della nuova normativa Ue è "evitare che le Autorità nazionali che hanno il compito di vigilanza e supervisione sui processi di concentrazione possano frustrare, annichilire, bloccare, le fusioni bancarie". La nuova direttiva Ue, praticamente riduce al minimo ogni discrezionalità dei governi o dei parlamenti o delle autorità di vigilanza di ogni nazione Ue in materia di fusioni interbancarie, introducendo criteri estremamente larghi di valutazione - finanziaria, soggettiva e oggettiva - sulla convenienza di tali incorporazioni, riducendo a soli trenta giorni le operazioni di controllo sull'affidabilità dei contraenti e imponendo una sola possibilità di sospensione di tali concentrazioni.
McCreevy, "commissario" di una sorta di governo transnazionale non eletto da alcun popolo europeo, ma che è di fatto il portavoce degli interessi fondamentali di quell'usura bancaria che controlla l'ectoplasma politico chiamato "Unione Europea", non ha avuto remore nel dichiarare addirittura che tali nuove "norme non lasciano spazio a interferenze politiche (nazionali) e al protezionismo" degli Stati membri dell'Ue.
Com'è ovvio l'unica concessione al diritto di veto delle autorità nazionali sulle fusioni bancarie è stata in linea con il "Patriot Act" a stelle e strisce: ove queste incorporazioni odorassero di riciclaggio e terrorismo anti-occidentale andranno fermate.
Evidente sottinteso: va impedito, oggi, il finanziamento del terrorismo di quell' al Qaida organizzazione creata dai cervelli di Langley ma sfuggita, sembra, al controllo dei loro inventori. Come va impedito ogni potere finanziario dei vari Hizbollah o Hamas, partiti democraticamente eletti dai rispettivi popoli del Libano o della Palestina. Non va certo, invece, contrastato il terrorismo di Israele contro il Libano o degli anglo-americani contro l'Afghanistan o l'Iraq. Quello non vale. Non è contemplato. Anzi: anche quello ceceno in fondo è democraticamente corretto. Dietro le stragi di bambini possono ben essere legittimi “alcuni” canali di finanziamento.
Corollario minore: vanno ostacolate fusioni o incorporazioni bancarie tra istituti occidentali che possano ledere gli equilibri politici fin qui imposti dagli atlantici all’Europa occupata nel 1945. Esempi italiani: la Lega nord non deve avere banche di riferimento. E, per il momento, neanche i Ds. Questi ultimi sono ancora sotto osservazione. Appena totalmente fidelizzati all’Occidente, all’Unipol sarà permesso di sedere tra i membri del governo europeo vero, appunto quello delle banche.