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118 “canaglie” o le basi per un nuovo mondo

di Herman Bashiron - 15/09/2006


Dall’11 al 16 settembre 2006 l’Avana, città capitale di Cuba, offre il benvenuto al XIV vertice del Movimento dei Paesi Non-Allineati. 118 Paesi membri e decine di Paesi e organizzazioni che partecipano come osservatori e/o invitati. Il vertice è stato inaugurato lunedì 11 con un discorso del Ministro degli Esteri cubano, Felipe Pérez Roque, che ha dato il via al lavoro comune degli Alti rappresentanti dei paesi membri, divisi in due commissioni: una politica e l’altra socio-economica. Dal discorso inaugurale di Roque è stata delineata immediatamente una linea politica decisa e determinata. Dopo un primo accenno agli sforzi del popolo cubano: “per affrontare una crudele politica di isolamento ed embargo alla quale ci hanno sommesso per più di 45 anni” Felipe Roque ha dichiarato: “Ci riuniamo dopo la brutale aggressione perpetrata al popolo fratello del Libano e mentre assistiamo indignati al quotidiano genocidio al quale è sottomesso il popolo palestinese. Questo nostro vertice coincide inoltre con l’aggravarsi delle pressioni contro l’Iran per esercitare il suo diritto sovrano a sviluppare un programma per l’uso pacifico dell’energia nucleare, e nel momento in cui si minacciano altri paesi non-allineati con “guerre preventive” e aggressioni. Per tutto ciò, ci sembra indispensabile serrare le fila per la difesa dei nostri diritti”. Il riferimento alle politiche dannose e aggressive degli Stati Uniti e di Israele è evidente e la contrapposizione dei Paesi Non-Allineati alle politiche unilaterali e imperialiste dei nemici dei popoli, viene confermata dal loro lavoro. Tra i diversi temi di analisi vi sono la condanna verso tutte le azioni coercitive, le minacce di uso della forza, gli embarghi, le pressioni e i ricatti nei confronti di Paesi sovrani; la difesa del multilateralismo; la promozione di un lavoro decente; la dimensione sociale dell’economia; il rafforzamento dei legami commerciali e politici dei paesi membri nell’ambito della cooperazione sud-sud (specialmente voluta dai paesi africani); l’impegno per il disarmo planetario, soprattutto nucleare. Si è costituita inoltre una commissione dedicata alla Palestina, vittima dell’occupazione e del genocidio sionista, per discutere di questo popolo al quale i “grandi” del mondo non sono mai riusciti a dare una soluzione. L’Iran e il suo sviluppo nucleare sarà un altro dei temi di fondamentale importanza che verranno trattati. “Si è creato un gruppo di lavoro per una dichiarazione sul programma nucleare dell’Iran” ha precisato Aracely Herrero, membro della delegazione cubana, ed è molto probabile che la dichiarazione finale sarà di appoggio al diritto di sviluppo scientifico e pacifico della nazione iraniana. Il gruppo di lavoro che si occupa della questione è presieduto dall’Indonesia. Nel testo del programma della Dichiarazione finale, si condanna il terrorismo: “Non si può e non si deve vincolare il terrorismo a nessuna religione, nazionalità, civiltà o gruppo etnico e non si deve far uso di tali attribuzioni per giustificare il terrorismo o l’applicazione di misure di lotta contro il terrorismo”, allo stesso tempo però il progetto sottolinea che: “il terrorismo non si dovrà equiparare con la lotta legittima dei popoli sotto dominazione coloniale e occupazione straniera per l’autodeterminazione e la liberazione nazionale”. Tra venerdì e sabato prossimo sono attesi all’Avana diversi capi di Stato e di governo, tra i quali Hugo Chàvez, Evo Morales, Mahmoud Ahmadinejad e forse il siriano Bashar al-Assad, i quali si riuniranno insieme ai delegati dei 118 Paesi Non-Allineati (quasi due terzi dell’ONU) per stilare il documento finale del vertice. Come ha detto il Presidente venezuelano: “questo scenario sarà vitale per la battaglia contro le pretese egemoniche dell’impero”. Il primo bersaglio sono quindi le infauste politiche statunitensi e israeliane alle quali vanno contrapposte le basi per la creazione di un reale movimento di Paesi liberi e sovrani. Concludiamo con le parole di Abelardo Moreno, vice-ministro degli Esteri di Cuba e Presidente della Commissione degli Alti rappresentanti del vertice: “Leggendo alcune notizie che provengono da certe latitudini (USA?,ndr) non mi resta altro rimedio che immaginare che sta crescendo il gruppo dell’ “asse del male”, e che presto sarà integrato da 118 Paesi”.