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Ho sognato che il Diavolo…

di Francesco Lamendola - 18/05/2016

Ho sognato che il Diavolo…

Fonte: Il Corriere delle regioni

È stato uno strano sogno, angoscioso ed estremamente realistico; diciamo meglio: un incubo vero e proprio, dal quale il Signor *** si è risvegliato sudato e tremante. E aveva ben motivo d’essere così sconvolto: al centro del suo incubo, c’era il Diavolo.

Aveva sognato che il Diavolo gli era apparso, in una nube di zolfo, e gli aveva confidato, con molti sorrisi beffardi, la sua strategia per trascinare all’Inferno l’umanità, annientando o capovolgendo i suoi valori morali e spirituali; e come, per fare ciò, intendesse distruggere anzitutto la Chiesa cattolica, cancellare dalla faccia della terra il cristianesimo e far sparire ogni timor di Dio.

Per prima cosa, gli disse, farò crollare sia la natalità, sia le vocazioni religiose; così le famiglie avranno sempre meno bambini, il clero e gli ordini monastici avranno sempre meno preti, frati e suore. E se, crescendo, qualcuno di quei pochi bambini dovesse manifestare i segni d’una vocazione a farsi prete o entrare in convento, farò in modo che i suoi genitori e tutti i suoi parenti considerino la cosa come la peggiore delle disgrazie, e facciano di tutto per distoglierlo.

Poi, dopo aver ridotto drasticamente il numero dei sacerdoti e dei religiosi, metterò tutto il mio impegno nel lavorarmi per benino i pochi che resteranno. Insinuerò nei loro cuori la spina del dubbio e il pungiglione della superbia. Farò in modo che, poco a poco, perdano la fede; ma, nello stesso tempo, facendo leva sul loro orgoglio e sulla loro presunzione, eviterò che se ne rendano conto, anzi, farò sì che essi credano di aver scoperto il “vero” significato del Vangelo, voltando le spalle alla Tradizione e spingendoli a introdurre una serie di nuovi comportamenti e nuovi stili, i quali, a loro volta, distruggeranno silenziosamente la fede anche nei laici, a cominciare dai più giovani e dai bambini.

Spingerò i sacerdoti e i religiosi a pensare che, per “ritornare” al Vangelo, bisogna abbracciare il mondo, e accettarlo così come esso è, con la natura, con gli istinti, con le pulsioni, coi desideri integrali: tutti, anche i più turpi, anche i più abietti e vergognosi; li spingerò a ribellarsi contro le norme morali, a rinnegare ciò che la Chiesa ha sempre creduto e insegnato, a farsi paladini di un cristianesimo “al passo con i tempi”, e farò in modo che non si rendano conto, o non del tutto, che sono io, in realtà, a manovrarli, e che mi servo di loro non per migliorare, ma per distruggere la loro detestabile Chiesa. Metterò la smania di apparire e di essere applauditi nel cuore dei vescovi e dei cardinali; spingerò i teologi a dubitare di tutto, a criticare tutto, a deridere le certezze del passato; farò in modo che, con la scusa di innalzare la dignità dell’Uomo, essi finiscano per dimenticare Dio o per ignorare la sua presenza. E spingerò la loro improntitudine a far pensare loro che è proprio questo ciò che Dio stesso vuole: che essi diventino “adulti”, una buona volta, e facciano da soli, senza più bisogno di ricorrere a Lui, come il bambino che ricorre ai genitori.

Porrò nel cuore delle suore il pungolo del femminismo, le spingerò a lamentarsi della loro posizione “subordinata”, a contestare il “maschilismo” della Chiesa; spingerò le giovani donne a pretendere per sé la funzione sacerdotale; e, nello stesso tempo, le allontanerò sempre più dal culto della Vergine Maria, facendo sì che essa appaia loro come un modello di femminilità inattuale, troppo passivo, troppo rinunciatario, troppo “debole”, troppo mite e non sufficientemente battagliero, e troppo “arrendevole” nei confronti del maschio. E incoraggerò le “teologhe” cristiane a teorizzare un Dio femminile, a togliere dalla sua immagine ciò che è virile; poi, non potendo negare la virilità di Cristo, le spingerò a contestare la castità delle sue relazioni con le donne, e, naturalmente, la verginità di sua Madre. Insomma, porterò dentro la Chiesa e dentro il clero la rivalità sessuale che esiste già nel mondo profano; ed esse pretenderanno che tutto ciò che possono fare i religiosi maschi, possano e debbano farlo anche le femmine. Altrimenti, codeste religiose accuseranno la Chiesa di essere nemica della donna e di volerne perpetuare la secolare soggezione .

Ma non mi fermerò certo qui. Entrerò nel cuore dei religiosi, sia maschi che femmine, con tendenze omosessuali; li convincerò, attraverso tortuosi ragionamenti, che essi non devono reprimere i loro istinti, ma che devono esplicitarli liberamente; che non solo devono praticare senza remore il lesbismo e la pederastia, ma dichiararlo in pubblico, anche dall’alto del pulpito, o in presenza delle telecamere; che devono fondare delle associazioni di “religiosi omosessuali”, avviare incontri di “riflessione” e di”approfondimento” con i fedeli di analoghe tendenze, onde convincere tutti quanti che non c’è nulla di sbagliato nell’amore omosessuale, e che lo stesso matrimonio omosessuale merita lo stesso rispetto e la stessa considerazione di quello fra uomo e donna. E spingerò codesti religiosi omosessuali a battersi in difesa delle nuove leggi dello Stato, miranti al riconoscimento di tali situazioni, e anche a sancire la possibilità di adottare dei bambini da parte delle coppie del medesimo sesso.

Inoltre, corromperò del tutto il cuore dei religiosi con tendenze sessuali disordinate e li indurrò a porre gli occhi sui bambini loro affidati per ragioni educative, a cominciare dai seminaristi, e ad avere rapporti sessuali con loro; anzi, farò in modo che una simile pratica si diffonda enormemente, per poi suscitare scandali, processi e una violenta indignazione da parte dell’opinione pubblica, in modo da trascinare nel fango il prestigio della Chiesa e l’onorabilità di tutti i religiosi. Farò in modo che il sospetto cada su tutti indistintamente, e che molti innocenti vengano accusati, anche da persone prezzolate, per distruggerne la reputazione e per gettare un’ombra sulla stessa parola “cristiano”. Porterò le cose a un punto tale che non si riesca più a distinguere colpevoli e innocenti, e spingerò all’angoscia e alla disperazione alcuni, fra i migliori, i quali, sentendosi perseguitati e feriti a morte nella loro integrità, arriveranno ad abbandonare l’abito sacerdotale, a perdere la fede e persino a togliersi la vita.

Poi farò penetrare il germe dell’ambizione, del lusso, delle comodità nell’anima di molti porporati; li renderò, poco a poco, sempre più avidi di onori e di riconoscimenti, sempre più abituati alla vita comoda, nel lusso; si affaticheranno per acquistare bei mobili e tappeti con cui arredare le loro abitazioni, e prenderanno gusto a frequentare i salotti del bel mondo, in mezzo a cocktail raffinati e a donne bellissime, dove, vedendosi bene accetti e ammirati, finiranno per dimenticare del tutto il Vangelo e per trasformarsi in parassiti, sempre più affamati di successo e di comodità. Non avranno più niente di cristiano, ma andranno nei palazzi dei potenti, o in televisione, per far parlare di sé, per gongolare davanti ai fotografi e alle autorità. Facendo leva sulla loro vanità, li spingerò ad occupare tutte le posizioni di prestigio in seno alla Chiesa, tutte le cattedre delle facoltà teologiche, tutte le nunziature più prestigiose, tutte le direzioni delle riviste, dei giornali e delle case editrici cattoliche; ed essi, pur di essere sempre applauditi, pur di essere invitati sempre più spesso, cominceranno a parlare e a scrivere non come piace a Dio, ma come piace al mondo, cioè a me: diverranno i miei migliori alleati e i miei migliori agenti segreti. Chi potrebbe dubitare della parola di un monsignore; chi potrebbe sospettare l’insidia nei discorsi di un cardinale?

Accenderò poi nel cuore di costoro il demone dell’ambizione intellettuale; li sospingerò ad iscriversi alle logge massoniche, illudendoli di poter colmare la distanza fra visione cristiana e visione laica della vita, e lusingandoli di essere capaci di includere e integrare quelli che furono, e in realtà sono, i nemici più convinti di Cristo e della sua Chiesa: i seguaci della religione gnostica, edonistica, umanistica, il cui scopo è quello di “sciogliere” il cristianesimo, lentamente ma inesorabilmente, nel gran calderone di una spiritualità ”globalizzata”, buona per tutti i palati e per tutte le stagioni. Tutte cose che, del resto, sto già facendo, e con discreto successo, da parecchio tempo. Ma non mi accontenterò di così poco: spingerò alcuni vescovi e sacerdoti ad affiliarsi alle sette sataniche vere e proprie, cioè alle mie sette; ad arruolarsi direttamente nel mio esercito, pronto e addestrato per lanciare l’attacco finale contro la Chiesa.

Insinuerò nel cuore dei teologi il seme dell’orgoglio e della superbia, li spingerò all’apostasia, ma senza che se ne accorgono essi stessi; turberò e sconvolgerò i loro deboli cervelli con fumisterie d’ogni tipo e con perfidi sofismi, sino a convincerli che la loro missione non è quella di chiarire la fede nei limiti della ragione, e di accompagnare, così, gli uomini verso Dio, ma, al contrario, quella di contraddire, di negare, di rifiutare sia la fede, sia la trascendenza, sia il sacro. Farò di essi le mie truppe scelte e, per mezzo di loro, getterò lo scompiglio, la confusione, l’amarezza e il rancore nel cuore degli umili, dei semplici, dei piccoli. Mi servirò del loro prestigio, della loro autorevolezza, per generare una immensa confusione, per creare un enorme guazzabuglio, nel quale essi medesimi faranno fatica a distinguere la moneta vera da quella falsa. E farò in modo che le riviste cattoliche a maggiore tiratura ospitino, sempre più spesso, i loro scritti, le loro interviste, la pubblicità dei loro libri e delle loro conferenze. Li userò come un grimaldello per forzare dall’interno le pareti della cristianità, magari con la scusa che la cristianità non deve aver “pareti”, che essa deve essere aperta e trasparente, e che, non avendo nulla da nascondere, neppure deve sottrarsi al “dialogo” con il mondo, dal quale non potrà che uscire “arricchita” e più “matura”.

Quando le cose saranno giunte al punto giusto, nel giro di pochi mesi getterò la maschera e comincerò a rivelarmi apertamente, come il nuovo Signore dei cristiani e della loro Chiesa: dall’interno di essa, non dall’esterno; come un amico, non come un nemico. I miei seguaci sosterranno che la Chiesa, per troppo tempo, ha trasmesso i suoi insegnamenti per mezzo di una teologia della paura, della divisione, della repressione; che è giunto il tempo di “riconciliarsi” con il mondo, di abbassare i ponti levatoi, di abbracciarsi con tutti; che Dio è uno solo, e non è cristiano, o giudeo, o musulmano, e che, pertanto, nemmeno le singole religioni hanno più ragione di esistere. Io dirò agli uomini, parlando per la bocca dei miei seguaci, che lo spirito e la carne, dopo migliaia di anni, devono far la pace, una buona volta, e restituire all’uomo il suo “equilibrio”; che egli deve celebrare, finalmente e pienamente, la sua “libertà”, senza condizionamento alcuno; che le regole morali sono superate, che la famiglia è superata, che la patria è superata, che l’amore fraterno è superato, che è superato tutto ciò che non celebra l’uomo, il suo piacere, i suoi diritti, i suoi progetti, le sue ambizioni, i suoi istinti, la sua volontà di affermazione. Dirò, per bocca loro, che tutto quanto piace all’uomo, egli lo deve afferrare: che non deve più vergognarsi di nulla, perché tutto ciò che esiste è buono e tutto ciò che si desidera, è santo: anche il furto, la calunnia, l’usura, l’inganno, il tradimento, lo stupro, la sodomia, l’incesto, il bestialismo, la necrofilia, il cannibalismo. Tutto sarà permesso, tutto sarà legittimo, purché serva a soddisfare i bisogni umani e a far sentire l’uomo ciò che realmente deve sentirsi: il padrone del mondo e di se stesso.

Ed essi ci crederanno! Eccome, se ci crederanno! E legioni di “intellettuali” si leveranno in piedi per acclamare le nuove Tavole della Legge, le mie tavole; per richiedere insistentemente che il limite del lecito sia spostato sempre più avanti, e, alla fine, che sia abolito del tutto; e per scagliarsi con violenza, con odio implacabile, con rancore inestinguibile, contro quei pochi che oseranno opporsi, che tenteranno di fare resistenza, che si azzarderanno a richiamare i loro simili alle leggi del “vecchio” Dio, o anche solamente alla legge morale naturale. Farò in modo che quei pochi siano calunniati, zittiti, aggrediti, disonorati, esiliati, imprigionati e uccisi; che perdano il lavoro, che vedano insultata e perseguitata anche la loro famiglia; che rimpiangano mille volte d’essere venuti al mondo. Finché anche molti di costoro finiranno per piegarsi, verranno in ginocchio da me, a chiedere perdono, e mi giureranno eterna fedeltà, in cambio della riammissione nel consorzio civile. Mentre i pochissimi che persevereranno a resistermi, li annienterò; e farò in modo che essi muoiano disperati, pensando che Dio li ha abbandonati, e che la loro fede, i loro sacrifici, e tutte le loro tribolazioni, siano state perfettamente inutili.

Ti dico la verità – concluse il Diavolo, rivolgendosi trionfante al Signor ***, con uno scintillio terribile nello sguardo – io ho fatto una scommessa con Dio, e sono certo di vincerla; sono certo che ne uscirò trionfante, e che Lui, finalmente, ne uscirà sconfitto. Ad armi pari, io sono nulla di fronte a Lui. Ma, se dobbiamo lottare, noi due, per mezzo degli uomini, e disputarcene il possesso, allora, pur che mi sia dato un tempo sufficiente – e ormai me ne basta poco, pochissimo – non ho il minimo dubbio che a trionfare sarà io, su tutta la linea. Perché Dio si è ingannato riguardo all’uomo; e Gesù Cristo, suo Figlio, si è sacrificato per nulla. Per nulla lo Spirito Santo è sceso sulla terra, a rafforzare e sostenere la fede dei cristiani. No, non c’è niente da fare. La mia vittoria piena e definitiva è solo questione di poco tempo. Io dimostrerò a Dio che tutta la creazione è stata solo un errore; e che l’uomo non meritava l’amore che Lui gli ha mostrato.

A questo punto il Signor *** si è destato, madido di sudore. Per fortuna, ha pensato, era un sogno…