L'inganno della flessibilità
di Giuseppe Palma - 22/05/2016
Fonte: Il Ribelle
I 14 miliardi di flessibilità che l’UE ha concesso all’Italia per il 2016 altro non sono che uno specchietto per le allodole, una specie di gioco delle tre carte. Si parta da un presupposto: sia il Trattato di Maastricht che quello di Lisbona prevedono entrambi il tetto del 3% del rapporto deficit/PIL. Voi direte, “che c’entra?”. Adesso lo capirete. Per il 2016 l’UE ha concesso (!!!!) all’Italia di tenere il suddetto rapporto al 2,2%, poi arrivato al 2,4% per far fronte alla lotta al terrorismo (sicurezza e bonus cultura ai diciottenni). Quindi, in ogni caso, sotto il 3%! Considerato che Renzi ha realizzato fedelmente alcune delle riforme imposte da Bruxelles (come ad esempio il Jobs Act e la revisione costituzionale), per il 2016 l’UE concede al governo italiano 14 mld di flessibilità (quasi un punto percentuale di PIL, che vale circa 16-18 mld di euro). In cambio di questa “flessibilità” l’UE, che non regala niente a nessuno, ci ha imposto, per il 2017, di rispettare rigorosamente il tetto dell’1,8% nel rapporto deficit/PIL, altrimenti scattano le cosiddette clausole di salvaguardia (soprattutto l’aumento dell’IVA). Se Maastricht e Lisbona prevedono che il rapporto deficit/PIL non superi il tetto del 3%, per quale motivo l’UE ci impone, in cambio di 14 mld di flessibilità per il 2016, di rispettare un rapporto deficit/PIL dell’1,8% per il 2017? Ciò detto, se un punto percentuale di PIL vale circa 16-18 mld di euro, e l’UE ce ne “regala” 14 per il 2016, capite che buona parte di questa “regalia” se la riprenderà nel 2017 imponendoci un austero rapporto deficit/PIL all’1,8%. Morale della favola: con una mano l’UE ci “regala” 14 mld nel 2016, con l’altra ce li toglie nel 2017… E a partire dal 2019 ci siamo impegnati a rispettare il vincolo dettato dal Fiscal Compact che impone il pareggio di bilancio (con rapporto deficit/PIL 0,5%!).
E mica pensavate che abbiamo tutti l’anello al naso?! Ah, dimenticavo… a proposito del rapporto deficit/PIL, la Francia sono ormai diversi anni che viaggia sopra il 4%, la Spagna sopra il 7% e l’UK intorno al 5%. A noi, invece, con una mano ci “regalano” 14 mld, con l’altra se li riprendono! Oggi gli esponenti del Governo e del PD esultano per aver ottenuto flessibilità dall’UE dopo anni di rigore. Ma, visto quanto premesso, c’è poco da esultare! Ad ottobre si vota il referendum confermativo sulla riforma costituzionale. Bisognava farsi vedere disponibili… una volta messo in cascina il risultato referendario, l’UE tornerà ad imporci il rigore! Ma non hanno fatto i conti con il popolo! Qualcuno potrebbe pensare: “ma Renzi è troppo furbo. Otterrà da Bruxelles ulteriore flessibilità anche nel 2017″… E no, miei cari. Qualora l’anno prossimo l’Italia non rispettasse quell’austero 1,8% del rapporto deficit/PIL, ecco che scatteranno le clausole di salvaguardia e l’IVA schizzerà al 25,5%! Poi a Bruxelles si offendono se li chiamiamo strozzini…