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USA: i giovani contro il capitalismo

di Giacomo Gabellini - 01/06/2016

USA: i giovani contro il capitalismo

Fonte: l'indro

Secondo un sondaggio realizzato dall’Università di Harvard, i ragazzi statunitensi cominciano ad averne abbastanza del capitalismo. I dati confermano infatti che il 51% degli statunitensi compresi tra i 18 e i 29 anni si dichiara contrario al sistema economico che il loro Paese d’origine ha portato ai massimi livelli di sviluppo, pur non riuscendo a esprimere un’idea chiara e lineare riguardo al sistema alternativo da adottare – appena il 33% si è dichiarato a favore del socialismo. Il che rende gli esiti del sondaggio alquanto difficili da interpretare, dal momento che il termine capitalismo abbraccia molti significati diversi e produce una serie di ripercussioni di cui gli intervistati tengono in considerazione solo una piccola parte.
Zach Lustbater, uno degli ideatori del sondaggio, ritiene che questi risultati apparentemente sorprendenti, ma in realtà in linea con consultazioni realizzate in precedenza, trovino origine nella particolare demografia degli interpellati, formatisi intellettualmente nell’epoca post-Guerra Fredda e quindi estranei alla visione manichea secondo la quale gli Usa, con il loro modello economico e il loro bagaglio valoriale, rappresentavano l’antidoto contro il sistema sovietico e il suo carattere profondamente oppressivo. Le fasce più giovani della popolazioni tendono infatti ad identificare il capitalismo con la crisi scoppiata nel 2007/2008 e con i suoi corollari di disoccupazione, concentrazione della ricchezza nelle mani di un’élite sempre più ristretta, ulteriore precarizzazione del lavoro e individualismo sfrenato. Una maggioranza degli ultracinquantenni, di converso, considera il capitalismo un meccanismo funzionante che ha reso gli Stati Uniti la principale potenza del pianeta.
Allo stesso tempo, una parte non irrilevante di questi giovani (27%) molto critici nei del capitalismo si esprime a favore di un’economia di  mercato saldamente regolata da uno Stato forte, che si occupi di un’equa redistribuzione della ricchezza e di imporre paletti tesi a preservare l’ambiente e la dignità dei lavoratori. Il 48% di essi concorda nel ritenere che «la copertura sanitaria di base deve essere un diritto garantito ad ogni cittadino e che «le necessità fondamentali, come l’alimentazione e l’alloggio, sono un diritto che il governo dovrebbe garantire a chi non è in grado di permetterselo con le proprie forze». John Della Volpe, esperto di sondaggi alle dipendenze di Harvard, è giunto alla conclusione che l’ostilità montante nei confronti del sistema economico vigente sia imputabile sostanzialmente al fatto che il capitalismo tende a marginalizzare anche i migliori. «Non stanno rifiutando il concetto in quanto tale. Ciò che rifiutano è il modo in cui il capitalismo viene oggi praticato», ha affermato Della Volpe.
Non a caso, molti degli intervistati dai sondaggisti tendono a riconoscersi nelle posizioni socialisteggianti (per il panorama politico statunitense) inneggianti al ‘capitalismo dal volto umano’ espresse da Bernie Sanders e considerano l’ascesa di Hillary Clinton alla presidenza Usa una prospettiva catastrofica, in quanto contrassegnata dai peggiori vizi del ‘sistema Usa’. La Clinton, candidata per i democratici e quinti teoricamente collocata a sinistra nello spettro politico statunitense, ha speso solo per le primarie qualcosa come 190 milioni di dollari (a fronte dei 49, quasi tutti di tasca propria, investiti da Donald Trump) e si calcola che potrebbe riuscire a raccogliere circa un miliardo di dollari da qui a ottobre, essendo divenuta la paladina di Wall Street ed avendo portato dalla propria parte non solo gli oligarchi connessi all’establishment democratico, ma anche i finanziatori dei candidati repubblicani sconfitti da Donald Trump.
Quel che è certo, è che gli intervistati non sembrano avere le idee chiare sul da farsi. La consapevolezza, da parte di un’intera generazione, di non aver davanti un futuro luminoso e tranquillo come quello verso cui guardavano i propri genitori ha indubbiamente alimentato un profondo malessere che non riesce a tradursi in proposte alternative al sistema posto sul banco degli imputati.