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| La ricetta per diventare un comune di qualità: Innanzitutto essere un piccolo comune, avere una bassa densità urbana, essere immersi nel verde e protetti dalla cime dell’appennino, avere ricevuto in dote un borgo medioevale.
Se così fosse l’Italia - che oltre ad essere il Paese delle piccole imprese è anche quello dei piccoli comuni - dovrebbe vantare il primato dei territori governati con criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, insomma della qualità.
Ma così non è in verità e l’unico paese a potersi far vanto di tutto ciò – addirittura a livello europeo - è un comune di 2.200 anime dell’entroterra spezzino, che ha avuto il coraggio di scommettere sulla sostenibilità ambientale e in poco più di quindici anni ha ottenuto, tra i tanti riconoscimenti, la certificazione ambientale ISO 14001, seguita a breve dalla Registrazione EMAS.
Ma soprattutto puntando sulla qualità ambientale, Varese Ligure è stato capace in questi anni di promuovere una innovazione che ha fermato lo spopolamento, triplicato il turismo e creato nuovi posti di lavoro. L´agricoltura e l´allevamento, tratti tipici dell’economia di questo borgo sono stati convertiti al biologico, e lo si è fatto privilegiando le razze italiane, che anche se producono meno latte lo fanno più buono. E con i prodotti locali provenienti dalle oltre sessanta aziende presenti, si rifornisce la mensa scolastica e i mercati.
L’ultimo riconoscimento è stato quale "migliore comunità rurale dell´UE, per aver attuato il progetto più completo ed originale di sviluppo sostenibile, nell’ambito della campagna ´The best 100% Communities Renewable Energy Partnesrship Rural Communities".
Unico a livello europeo infatti, il comune di Varese ligure riesce a supplire ai propri fabbisogni energetici con il 100% di energia da fonti rinnovabili e addirittura a produrne 3 volte le proprie necessità. Un impianto eolico con 2 aerogeneratori produce infatti 4GWh l’anno; sono in funzione due impianti solari fotovoltaici sull’edificio del Comune (da 12kWh) e sulla scuola media (da 4,68kWh) capaci di produrre 23.000kWh/anno. E due nuove torri eoliche verranno presto installate per una produzione aggiuntiva di 3GWh l’anno. Gli impianti già funzionanti hanno dato un contributo alla riduzione delle emissioni di CO2 pari a 9600 kg/anno.
La gestione avviene attraverso una società, l’ACAM, di cui il Comune è azionista e grazie alla quale riceve direttamente finanziamenti e servizi ambientali (rifiuti, pulizia urbana ecc.). I nuovi obiettivi fissati al 2010 riguardano la diffusione del solare termico nelle strutture turistiche e negli agriturismi, e prevedono di continuare nella installazione e promozione di fotovoltaico, eolico e miniidroelettrico.
Ma come si è partiti?
Lo chiediamo a Maurizio Caranza, che allora sindaco di Varese Ligure ha avviato questa riconversione, e che oggi siede ancora negli scranni della giunta come assessore all’Ambiente. E che ha fortemente voluto la costituzione di una agenzia per la qualità “Qualitambiente” che segue il percorso ancora in atto e fa da capofila per altri 40 tra comuni, province, comunità montane e parchi che hanno scelto la strada della certificazione di qualità come scelta per il futuro.
Maurizio Caranza come le è venuta in mente questa strada da seguire? «Nel 1990 sono stato eletto Sindaco di Varese Ligure e mi sono trovato di fronte ad un paese che, come tanti altri del nostro Appennino, era in agonia e destinato al definitivo spopolamento. Allora non c’era altro da fare. Anche se è stato difficile».
Perché difficile? «Perché è una strada lunga e faticosa. I primi risultati si vedono dopo qualche anno e poi è più difficile spiegare ad un cittadino che ti chiede un campo di calcio, che prima è invece necessario depurare gli scarichi. Ma poi capiscono e dal 1992 si ha un saldo positivo tra chi va e chi resta o viene da fuori».
Perché tanti altri comuni simili a Varese per caratteristiche sia geografiche che sociali non fanno altrettanto? «Perché sono scelte politiche e a volte si propende per fare quelle che garantiscono un immediato consenso, specialmente in vista di elezioni».
Ma quanto costa fare queste scelte? «Non è un problema di costi aggiuntivi. C’è semmai da dire che sarebbe necessario avere politiche generali di supporto, che invece non ci sono. E che spesso la nostra riconoscibilità è legata a quanto siamo capaci di farci conoscere. Bisognerebbe premiare un po’ di più la strada della virtù».
E i cittadini sono più ricchi? «I cittadini sono più ricchi per un valore aggiunto dovuto alla qualità ambientale. A Varese si vive meglio, perché si mangia meglio, si respira aria più pulita, si gode quindi di migliore salubrità».
E questa non è forse ricchezza?
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