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Jo Cox e il brexit, o il tempismo perfetto di una morte

di Alessandro Catto - 17/06/2016

Jo Cox e il brexit, o il tempismo perfetto di una morte

Fonte: azioneculturale

Ma guarda un po’, con il brexit avanti nei sondaggi, spunta fuori il classico pazzo armato di coltello che uccide la deputata laburista impegnata nella difesa dei migranti e nella lotta contro l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, proprio a qualche giorno dal referendum.

E’ azzardato affermare che il tutto possa essere stato voluto o addirittura organizzato da qualcuno, e non intendo offrire ricostruzioni parziali o una scena del crimine sulla base di supposizioni. Ma qualche ombra su questi avvenimenti ad orologeria c’è, specialmente vista la strumentalizzazione immediatamente seguente la morte di Jo Cox, con media europeisti e progressisti subito pronti a gettare le colpe o a puntare il dito contro il “nazionalismo” o gli “estremismi di destra”, come spesso accade.

Pare un copione già scritto, un evento fortemente impattante quale la morte di una parlamentare impegnata in prima linea nella promozione di tutte le posizioni politiche care al parterre filo-UE, dalla lode all’accoglienza fino all’accettazione del carrozzone di Strasburgo dietro il paravento di un europeismo messianico. Un evento poi strumentalizzato per partire in quarta con predicozzi toccanti sull’Europa che non si spaventa, sulla prosecuzione del cammino di unificazione nonostante l’eterno amico brutto, sporco e nazionalista, e forse anche un po’ assassino.

Trucchi ben conosciuti, utili più che mai in un momento nel quale la Gran Bretagna sembra voler chiudere i conti con tutto questo, proseguendo per la sua strada, non meno densa di nubi e problematiche.

Non mi azzardo a proporre altro, solo una riflessione sulle motivazioni, e sulla straordinaria tempistica del gesto. Anche se ovviamente per gran parte dell’opinione pubblica europeista, il pensare che questo fatto sia un tentativo di influenzamento del voto rappresenta il male, visto queste cose non accadono nell’Europa Democratica che Accoglie, ma solo nella fascistissima e omofoba Russia putiniana.

Una cosa però è sicura, se questo fatto fosse avvenuto a Mosca o a San Pietroburgo in circostanze simili, non ci sarebbe stata nessuna paura ad urlare all’omicidio su commissione o su mandato.