Ma nasce in Occidente l’uso distorto dei media
di Franco Cardini - 19/09/2006
Brutta bestia, la folla; brutta e talora incontrollabile. Il che non significa che non sia manipolabile. Anzi, di solito – ve lo dice un vecchio sessantottino, che se n’intende – le “folle” e le “masse” non si organizzano e non si muovono mai da sole. Quella della spontaneità è una vecchia fiaba, come diceva Vladimir Ilich Ulianov (in arte Lenin) che se n’intendeva.
A proposito dei molti, gravi, condannabili eccessi delle folle musulmane di un po’ tutto il mondo all’indomani della divulagazione delle notizie relative alla lezione tenute dal Santo Padre nell’Università di Regensburg, è evidente che le centrali fondamentaliste hanno soffiato potentemente sul fuoco; e che l’hanno fatto perché hanno ritenuto “provvidenziale” un evento facile a distorcersi e a manipolarsi. I giudizi attribuiti al papa sul profeta, sul Corano e sull’Islam sono sembrati una manna per tutti i seminatori di odio e di rabbia. Ora, tutto è più difficile. Ma, premesso appunto che la gravissima situazione che orami si va delineando giova ai seminatori di odio e di rabbia, il passo successivo è chiedersi con disincantata serenità chi mai siano questi signori.
E’ troppo comodo parlare solo dell’intolleranza dell’Islam radicale. In effetti, non possiamo certo immaginarci il miliardo e trecento milioni dei musulmani che oggi popolano la terra come un tiaso di dotti e posati signori e signore, i quali attentamente soppesimo le notizie fornite loro e magari laggano con attenzione il testo della lezione regensburgense del Santo Padre. Quel testo è già stato fornito in traduzione inglese e francese, presto circolerà anche in arabo, in turco, in farsì, in urdu, e senza dubbio contribuirà almeno in parte a diradare i malintesi e a calmare gli animi. Ma solo in parte, perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
E prechè la maggior parte del mondo musulmano è d’età giovanile, di cultura bassa o inesistente, addirittura analfabeta o quasi: e si nutre d’immagini televisive e di prediche d’ulema o di mullah.
E allora, se almeno noi – che siamo notoriamente più civili, più colti, più informati, più liberi – volessimo capire sul serio che cosa sta accadendo nel mondo, e non accontentarci delle immagini delle emittenti musulmane (che in genere ci vengono tutte rimbalzate da una sola emittente: la www.intelcenter.com, con sede – guarda, guarda… - nel Maryland) ritrasmesse dai nostri mass media e sovente accompagnate da commenti allarmistici che aggravano la già grave tensione, ci accorgeremo di qualcosa di molto interessante. Le folle musulmane si sono indignate e hanno occupato strade e piazze, senza dubbio instradate e inquadrate dai mestatori fondamentalisti, sulla base di notizie riprese da fonti occidentali che, con poca onestà e nessun senso di responsabilità, hanno diffuso, estrapolandole senza alcun rispetto per il contesto, alcune parole e frasi del papa. Tale operazione non è imputabile solo a leggerezza o a scarsa professionalità.
Il fatto è che le varie centrali informative in un modo o nell’altro legate alla “Nuova Destra” americana ed europea, che sta tentando di convincerci che l’Islam è in blocco il nemico dell’Occidente, hanno diffuso scientemente quelle notizie coartate e manipolate. E l’hanno fatto con due scopi: primo, dimostrare che il papa è dalla loro, che la pensa come loro, che vuole al pri di loro lo scontro di civiltà e che il dialogo con l’Islam è impossibile; secondo, cavalcare appunto l certo non giuste, tuttavia prevedibili reazioni dal mondo musulmano, parte dl quale – a differenza di noi – è del tutto incapace di capire sia che papa Ratzinger – in questo momento, poi – non poteva né voleva aver alcuna intenzione di offendere l’Islam, sia che da noi c’è qualcuno interessato invece a spingere la situazione alle estreme conseguenze per lucrarne un vantaggio politico (o magari, domani, un alibi militare). Cosi è , se vi pare. Questa è la verità. La rabbia dei musulmani sfrutta il fanatismo delle folle indottrinate dai fondamentalismi, ma ha le sue radici qui, tra noi, fra abili e colti opinion makers. Il resto sono chiacchere.
Articolo da “La Nazione” Domenica 17 Settembre 2006