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Il ritorno dell’ondata nera della involuzione

di German G. Lopez - 03/08/2016

Il ritorno dell’ondata nera della involuzione

Fonte: controinformazione

 

Come spiega lo scrittore Samuel Huntington nel suo libro “The Third Wave”, (Terza Ondatam 1991), il mondo è passato per tre ondate di destabilizzazione e di democratizzazione. Secondo Huntington, una ondata di democratizzazione sarebbe “un insieme di transizioni da un regime non democratico ad un altro democratico che avvengono in un determinato periodo di tempo e superano le fasi di transizione scivolando verso una direzione opposta”. Questo avviene durante  l’attuale periodo ed è’ un fenomeno che. implica anche la liberalizzazione o la democratizzazione parziale di sistemi politici.

Così, nel mondo moderno si sarebbero prodotte tre ondate di democratizzazione e  ciascuna di quelle  avrebbe  pregiudicato un numero scarso di paesi  tanto che, durante la loro vigenza, alcuni regimi di transizione si svilupparono in una direzione non democratica; tuttavia non tutte le transizioni verso la democrazia si sono verificate durante le ondate  di democratizzazione.


La prima ondata iniziò nel secolo XIX e si estese verso la Grande Guerra e la seconda si produsse negli anni posteriori alla Seconda Guerra Mondiale ed ambedue furono seguite da una ondata inversa, con paesi come il Brasile, la Spagna, il Portogallo,la Grecia, Granada, Brasile e Panama che dovettero  realizzare una transizione successiva verso la democrazia, completando nella decade degli anni 90 con la democratizzazione dei paesi della estinta URSS e del Sud Africa mentre nel secolo XXi questo  avvenne anche per l’Iraq e l’Afghanistan.

Terza OndataTerza Ondata

Nell’analisi  della terza ondata di democratizzazione verso la democrazia (iniziata nel 74 con la rivoluzione dei garofani in Portogallo), Samuel Huntington ha osservato che le possibilità’ di democratizzazione sono aumentate quando questi paesi sono usciti dalla povertà’ ed hanno ottenuto un livello intermedio di sviluppo socioeconomico, momento in cui sono entrati in una fase di transizione politica.

Ricordiamo che tra il 74 ed il 90  più’ di 30 paesi fra America Latina, Asia e Sud Eurpa sono passati da un sistema  totalitario ad un sistema formalmente democratico, il tutto in uno tsunami  di cambiamento che ha rappresentato il fatto saliente del secolo XIX.

Terza ondata di democratizzazione (1974.1990)

Secondo la tesi di Huntington, nella sua analisi detto sprint democratico si spiegherebbe perchè, dopo aver dato come finita la distopia virtuale della Guerra Fredda, le dittature miltari avrebbero smesso di essere uno strumento utile per gli USA nella lotta contro il comunismo e già non avrebbero rappresentato la soluzione ma piuttosto il problema. Inoltre, nonostante il fatto che nei citati paesi non esisterebbe una tradizione di cultura democratica, rapidamente capirono che, se il potere continuava risiedendo in una elite che sfiduciava il sistema egualitario esportato dagli USA, sempre sarebbero gravitati intorno alla egidia degli interessi di tale elite, cosa che renderebbe impossibile sine die l’assunzione del potere da parte della società civile.

Così in 15 anni l’ondata di democratizzazione si trasferì attraverso l’Europa del sud, arrivò al Latino America, si spostò in Asia e diede fine ai sistemi autoritari dei paesi post sovietici, ( questo costituirebbe il paradigma il fatto che nel 1974, ìn otto dei 10 paesi sudamericani, Vigevano  governi non democratici e nel 1990, 9 di questi avevano già governi eletti democraticamente), sminuendo per la prima volta in assoluto il numero degli stati autoritari.
La Quarta ondata democratizzatrice (2010-2013) che non ha precedenti

La denomianta “Primavera Araba” (che ebbe il suo detonatore a Tunisi e si estese per contagio al resto dei paesi arabi dell’arco mediterraneo, Yemen e Iraq ,durante la decada del 2003-2013), dovrebbe essere considerata  la prima ondata di proteste laiche e democratiche del mondo arabo nel secolo XXI (salvo la mano della sobillazione targata CIA),  una forma di movimento popolare caratterizzato dall’esigenza di libertà democratiche di fronte a regimi corrotti e dittatoriali e la richiesta di miglioramento delle condizioni di vita di una popolazione costretta ad una forte povertà ed una disoccupazione stratosferica, contando anche, come nel caso di Tunisi e dell’Egitto, con l’appoggio dell’Esercito.

Con questa rivoluzione abbiamo asssitito all’arrivo, nell’ambito dei paesi arabi dell’arco Mediterraneo, della quarta ondata mondiale di transizioni verso la democrazia, per quanto Huntington non individuò alcun potenziale rivoluzionario, nella decada degli anni ’90,  nei paesi islamici, nonostante abbia riconosciuto che “la forza della rivolta islamica e le radici tanto deboli delle loro rispettive democrazie”. Tuttavia il colpo di mano realizzato dall’Esercito in Egitto contro Morsi potrebbe avere come effetto mimetico il cambiamento dalle strade di Tunisi a quelle turche di una campagna di pressione contrro gli ultimi governi  governi  islamici dell’arco del Mediterraneo per ottenere l’intervento dell’Esercito. Questo ci farà’ assistere al tramonto delle primavere arabe e la soro successiva sottomissione alla nuova strategia della CIA per la zona dopo il fallimento, per gli USA, dell’esperimento dell’esportazione del regime islamista moderato e pro occidentale di Erdogan a tutti i paesi che compongono la scacchiera dell’arco arabo-mediterraneo.

Una Nuovo Ondata di Involuzione?

Molte delle elezioni democratiche delle ultime decadi sono state caratterizzate dalle accuse di frode elettorale (Nigeria Ucraina, Messico, Bielorussia, Honduras, costa del  Marfil, Thaìlandia Pakistan, e Afghanistan), l’isolamento internazionale dei governi democraticamente eletti (Bolivia, Ecuador, Venezuela, Nicaragua, Gaza, ) e l’accettazione dalla comunità internazionale dei sistemi politici divenuti meri governi autocratici (Georgia e Bielorussia). Da tutto questo si comprende che saremmo in vista della irruzione sullo scenario geopolitico di una nuova ondata di destabilizzazione mondiale originata da cause economiche (il fracasso dell’economia globale); culturali (il declino delle democrazie formali occidentali per causa della corruzione e della pseudocultura relativista); il deficit democratico degli USA plasmato nel programma Prism portato avanti dall’Amministrazione Obama e la perdita di credibilità democratica di innumerevoli governi dei paesi occidentali e del Terzo Mondo e le trasformazioni della geopolitica (con l’irruzione di un nuovo scenario mondiale dopo il ritorno ad una endemica e ricorrente Guerra Fredda tra USA e Russia).

Questa strategia consisterà nella implementazione di “colpi di Stato blandi”che avrebbero l’Honduras, il Paraguay, l’Egitto, l’Ucraina, l’Iraq, la Thailandia e lo Yemen come paradigmi, con l’obiettivo inequivocabile di sostituire i regimi insensibili alle direttive di Washington con regimi militari autocratici, producendo uno processo antidemocratico che avrà termine trasformandosi uin una nuova ondata involuzionista mondiale che abbraccerà tutti i continenti e che avrà speciale virulenza nel Medio Oriente (Libano, Turchia, Tuisia, Pakistan, ecc.) e in America Latina.

GERMÁN GORRAIZ LOPEZ- Analista

traduzione: Luciano Lago