Fra Russia ed Ucraina Rottura di fatto delle Relazioni diplomatiche
di Marco Bordoni - 05/08/2016
Fonte: SakerItalia
La Russia non ha più un Ambasciatore a Kiev. E, cosa più grave, nessuna delle due parti sembra avere fretta di rimediare a questa grave situazione. I fatti: come avevamo già annotato il 28 luglio, nell’ambito di un vasto rimpasto, il Cremlino ha sollevato dal suo incarico l’Ambasciatore Mikhail Zurabov, a Kiev dal 2009. Il giorno seguente la Commissione Esteri della Duma ha approvato la candidatura di Mikhail Babich e la domanda di gradimento è stata, secondo i media, inoltrata alla parte ucraina. Pareva che fosse solo una formalità.
Se non che il 1 agosto il Portavoce del Presidente russo Dimitry Peskov, interrogato da un giornalista su quale sarebbe stata la reazione russa nel caso la parte ucraina non avesse approvato la candidatura di Babich, ha risposto che la Russia ha diritto di proporre un candidato, e l’Ucraina ha diritto di rifiutarlo. A questo punto “vi potrebbe essere la possibilità di avanzare altre candidature, e così via.”.
Questa enunciazione, formalmente descrittiva della prassi diplomatica, in realtà è parsa agli osservatori ucraini una sorta di sfida (con un effetto Dispaccio di Ems) di talchè l’affare, passato in un primo tempo in sordina, è poi salito alla ribalta delle cronache tanto che il 3 agosto Olena Zerkal, Viceministro degli Esteri ucraino, ha rilasciato una dichiarazione all’Interfax dicendo che la questione della nomina del nuovo ambasciatore russo era stata cancellata dall’ordine del giorno. Sullo stesso tono Aleksej Makeev, Direttore del Dipartimento Politica e Comunicazione del Ministero degli Affari Esteri Ucraino che ieri ha ribadito: “non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione formale. Ad oggi l’assenza dell’ambasciatore non è un problema cruciale nelle relazioni fra i due paesi.”.
La situazione che si è venuta a creare è quindi la seguente: il conciliante Mikail Zurabov, che rappresentava la Russia sia come Ambasciatore a Kiev che come plenipotenziario russo al tavolo di Minsk, accusato da alcuni di passività e condiscendenza eccessive, è stato sollevato da entrambi gli incarichi. Lo scorso dicembre Putin ha inviato al tavolo di Minsk il suo fedelissimo Boris Gryzolv, al tempo membro del Consiglio di Sicurezza Presidenziale. Quando all’Ambasciata di Kiev, il posto resta vacante, anzi peggio.
Il massimo rappresentante Russo in Ucraina diventa Sergey Toropov, che Putin ha nominato incaricato d’affari a Kiev lo stesso 28 luglio scorso, come sostituto pro tempore di Zurabov. Si tratta di un personaggio sconosciuto, con un solo precedente noto di 7 anni fa: impiegato nella sezione informazione dell’ambasciata russa a Riga, venne espulso dal governo Lettone come “persona non grata” in quanto la sua condotta sarebbe stata giudicata dai baltici“incompatibile con lo status di diplomatico”. In seguito è stato membro del consiglio di amministrazione del gigante siderurgico Severstal e poi, dal 2013, di nuovo rappresentante diplomatico di secondo livello a Kiev. Un curriculum per metà inquietante e per metà indecifrabile, che di certo non entusiasma gli uomini del Governo Ucraino.
Dopo due anni di crisi diplomatica, quindi, registriamo una novità. Mentre sino ad oggi gli Ucraini hanno messo in atto ogni possibile provocazione (come i ripetuti “assalti” alla rappresentanza diplomatica mai seriamente contrastati dalle forze dell’ordine) senza alcuna reazione formale da parte russa, oggi Mosca risponde, e interrompe di fatto le relazioni diplomatiche, in concomitanza con una impennata dell’escalation nel sud est Ucraina. Un chiaro messaggio che la pazienza è agli sgoccioli.