La Terra è finita
di Piero Bevilacqua - 25/09/2006
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In breve Il nostro itinerario si apre con una domanda. Un interrogativo che è tipico degli storici, ma che in questo caso si pongono anche i semplici cittadini, chiunque osservi i fenomeni di degradazione e inquinamento che angustiano la vita quotidiana e mettono a rischio il nostro futuro. Quali sono le ragioni che hanno condotto a una così grave alterazione della natura e dell’ambiente intorno a noi? Che cosa ha portato le società del nostro tempo a minacciare, con il loro carico di veleni e il consumo crescente di risorse, la sopravvivenza degli esseri viventi che popolano il pianeta? Non c’è dubbio che i problemi che abbiamo di fronte non sono il risultato di processi recenti. All’origine ci sono cause più o meno remote. Esiste una storia che va scoperta e ricostruita se vogliamo rispondere al grande interrogativo: come siamo arrivati sin qui? Indice Introduzione – I. Luci e ombre della modernità – II. I nuovi scenari del XX secolo – III.Il consumo delle risorse – IV.Nuovi saperi, politiche, istituzioni – V. L’ambiente in Italia – Indice dei nomi |
Alcuni storici, tuttavia, sottolineano che chi addebita al capitalismo l’intera responsabilità degli squilibri ambientali del nostro tempo spesso trascura di considerare che nelle economie precapitalistiche non sempre il rapporto degli uomini con le risorse naturali era innocente. E che forme di inquinamento significative venivano prodotte anche molto prima dell’avvento della società industriale. Ad esempio – essi rammentano – nel mondo antico i vasti e maestosi boschi del Libano vennero distrutti dalle vicine popolazioni del Mediterraneo per costruire navi ed edifici. E a Londra, già nel XIII secolo, l’aria era irrespirabile perché la popolazione utilizzava nelle case il carbone fossile per riscaldarsi.
Osservazioni indubbiamente giuste e fondate, ma insufficienti a scalfire in alcun modo le responsabilità storiche dello sviluppo capitalistico. Le alterazioni dell’età preindustriale avevano un raggio di estensione e di influenza di carattere locale. Esse colpivano questa o quell’area, ma restavano isolate rispetto al resto del mondo naturale, che si conservava integro nella grandissima parte della sua estensione. È invece con lo sviluppo del capitalismo industriale che i fenomeni diventano globali, interessando l’intero pianeta. Come vedremo in seguito, a essere minacciata non è più una regione, un territorio, una città, ma l’intera natura in quanto totalità degli esseri viventi. È questa, in età contemporanea, la più sconvolgente novità rispetto a tutte le epoche del passato.