Dalla guerra dell’oppio all’affare della droga*
di Orio Nardi - 27/09/2006
«Si ricorda quando l'Occidente ci impose le guerre dell'oppio? - chiese il primo ministro cinese Ciu EN-LAI al presidente egiziano Nasser nel giugno 1965. E proseguì: - Ci combatterono con l'oppio. Adesso noi li combatteremo con le stesse armi... L'effetto di questa demoralizzazione sugli Stati Uniti sarà molto più grande di quanto si possa immaginare».
E così avvenne. La guerra nel Vietnam vide i soldati americani moralmente disfatti dalla droga, e la droga continua ad essere l'arma di distruzione dei giovani americani e di gran parte delle nazioni del mondo. L'affare della droga assume la portata di una operazione politica mondiale con cui i cinesi, gli inglesi e altri complici vanno seminando la morte e la rovina di molti popoli..
Esaminando i punti nodali della diffusione della droga ci accorgiamo che essa segue le antiche strade della rivoluzione, spesso con gli stessi nomi, le stesse organizzazioni economiche, gli identici centri di potere politico.
Le guerre dell'oppio contro
L'agente segreto della Compagnia delle Indie Orientali, ADAM SMITH, metteva a punto la politica di saccheggio coloniale con il suo libro “La ricchezza delle nazioni”. Il denaro sporco ricavato dal traffico dell’oppio, costituì la grossa parte del fondo usato per pagare i mercenari asiatici inviati nell’America del Nord a schiacciare la ribellione contro gi inglesi dal 1775 al 1883. Il traffico dell’oppio nel frattempo si era moltiplicato di venti volte.
1. Questo traffico provocò la reazione dell'Imperatore cinese contro la setta della TRIADE, che sotto la protezione inglese diffondeva la droga tra i popoli gialli. Gli inglesi reagirono violentemente con la prima guerra dell’oppio
LORD PALMERSTON, il grande architetto della politica inglese alle dipendenze della Regina Vittoria, mandò la flotta ad assediare Canton (giugno 1840) e indusse l’Imperatore a un trattato che concedeva agli inglesi il libero commercio della droga in un gran numero di porti cinesi. Nel trattato di Nanchino (1842), oltre a una enorme somma di indennità, gli inglesi estorcevano alla Cina anche il controllo sul porto franco di Hong Kong, che rimane fino ad oggi la capitale del traffico della droga nel mondo.
2. Nel 1859 Lord Palmerston, il gran maestro del Rito Scozzese della massoneria, era tornato a ricoprire la carica di primo ministro per lanciare la seconda guerra dell'oppio e portare a termine la politica della «Cina aperta», da lui stesso elaborata vent'anní prima. La spedizione navale incaricata di impossessarsi dei forti di Pechino era rimasta incagliata sui bassifondi fangosi, e centinaia di marinai che avevano cercato di raggiungere la riva tra il fango erano rimasti catturati o uccisi. Il Times di Londra scrisse allora che si doveva «impartire una lezione tale a queste orde perfide (cinesi), che d'ora in poi il nome dell'Europa sarà un passaporto di paura, se non potrà esserlo di amore, per tutto il paese». Nell'ottobre 1860 Pechino cadde sotto le truppe inglesi e francesi in un sol giorno. Templi ed edifici sacri furono saccheggiati e distrutti col fuoco in segno di disprezzo verso i cinesi.
3. Col trattato di Tientsin (25 ottobre 1860)
Un'idea dell'incremento del commercio dell'oppio verso
La droga e i cavalieri di Lord Palmerston
Per rifarsi della crisi del commercio del cotone,gli oligarchi inglesi ricorsero al traffico dell'oppio negli Stati Uniti: nel 1864 fondarono allo scopo
Il traffico della droga in USA trovò un terreno fertile nel sottofondo delle reti cospiratorie legate alla malavita, soprattutto quando la tratta dei gialli riversò negli Stati Uniti migliaia di consumatori d'oppio.
Il traffico degli immigrati cinesi (che nel solo 1846 raggiunsero la cifra di 117 mila), gettò le basi per il commercio su larga scala della droga negli USA per via S. Francisco, Vancouver e altri porti della costa occidentale. I consumatori abituali americani di oppio arrivarono a 120.000.
Il traffico di oppio costituì la fortuna delle famiglie Astor, Baring, Bingham, Girard, Forbes, Perkins, Russell, ecc. (famiglie chiamate dei Bramini di Boston), i cui interessi sul mercato della droga si aggiunsero a quelli della Jardine, Matheson, Sassoon, Japhet, Dent, Morgan.
2. Le proteste internazionali contro la politica inglese favorevole al commercio della droga non ebbero alcun effetto restrittivo. Così gli accordi del 1905 e del 1911 all'Aja andarono a vuoto, e le fumerie di oppio di Shanghai negli anni 1911-1914 salirono da
Un rapporto del 1923 alla Società delle Nazioni denunziava il mercato dell’oppio come un grave problema internazionale, soprattutto per la massa dei drogati delle colonie inglesi: gli inviati cinesi e americani abbandonarono l’aula per protesta contro il delegato britannico che si oppose al piano di riduzione del traffico dell’oppio
La creazione del ministero per
A dare un ulteriore impulso al commercio dell'oppio intervennero i comunisti cinesi.
3. Il patto tra il RIIA e CIU EN-LAI per il commercio della droga in Estremo Oriente risale al tempo in cui i comunisti cinesi si erano insediati nella roccaforte dello Yenan. Questo patto fu stipulato da J.H. KESWICK per la parte britannica e Ciu EN-LAI per la parte cinese. Keswíck rappresentava il RIIA e l'IPR, nonché
L'IPR (Institute for Pacific Relations) costituiva la versione americana degli intenti del RIIA, Come il CIIA (Canadian Institute of International Affairs) ne costituiva la filiale canadese. In armonia con il RIIA agirono i centri di influsso filomaoista, rispettivamente in USA e Canada.
Nel 1949, quando MAO entrò a Shanghai, i britannici conclusero un accordo per tenere Hong Kong sotto il controllo di Londra, e aprirono una linea di comunicazioni confidenziali tra
Fin dagli inizi della Repubblica Popolare Cinese, Mao e il suo ministro Ciu En-lai intuirono l’importanza che avrebbe potuto avere il traffico della droga per la causa rivoluzionaria. Nel
L'arrivo di Pechino a Hong Kong ha trasformato
Il più colossale affare del mondo
Il traffico della droga comporta un giro di affari di circa 200 miliardi di dollari, cioè un quinto del commercio mondiale complessivo, valutato sui 1000 miliardi. Rappresenta il più grande affare del mondo, diciotto volte maggiore di quello dell'oro (11 miliardi), quaranta volte maggiore di quello dei diamanti (5 miliardi).
Da un secolo e mezzo si svolge sotto il controllo dell'oligarchia bancaria, anglo-olandese soprattutto tramite le banche di Hong Kong (Hong-Shang, Jardine Matheson, Charterhouse Japhet).
1. Coltivazione. L'oppio viene prodotto soprattutto nel Triangolo d'Oro, che si estende dallo Yunnan cinese alla Thailandia, Birmania e Laos. Dalle settecento tonnellate di oppio grezzo si possono ricavare 70 tonnellate di eroina (10%), che per la sua leggerezza offre condizioni di grande commerciabilità.
Le piantagioni di marijuana sono nell'America Latina: Guyana, Giamaica, ecc. Altri centri di produzione della droga sono il Medio Oriente, gli Stati Uniti, ecc.
2. Commercio. Il lattice d'oppio grezzo sul luogo di produzione nel Triangolo d'Oro viene pagato 220 dollari al kg. Portato sulle grosse concentrazioni di mercato viene venduto al doppio prezzo, 440 dollari. Quando attraverso altre mediazioni giunge ai grandi mercati di Hong Kong, Bangkok e Rangoon costa dieci volte di più, cioè 4400 dollari, e dallo spacciatore di strada viene veduto in occidente dieci volte tanto. Le successive mediazioni commerciali comprendono varie misure di conservazione e di sicurezza, come le bustarelle alla polizia che a Hong Kong costituiscono la cospicua cifra del 10% dell’incasso, cioè 1 miliardo di dollari su 10.
E’ notevole il fatto che il prezzo della droga rimane presso che costante in tutti i centri di vendita mondiale: gran parte della sovrapproduzione viene immagazzinata o anche distrutta allo scopo di evitare variazioni di mercato che provocherebbero gravi danni finanziari.
La corruzione degli organi pubblici a Hong Kong «è gestita da almeno 28 organizzazioni. Le bustarelle non vengono né richieste né offerte: ogni lunedì mattina vari corrieri fanno il giro di tutti gli uffici della polizia e di altri palazzi governativi, lasciando una busta che contiene da
Hong Kong primeggia per il numero più alto di drogati del mondo, cioè oltre un milione (20% della popolazione), il doppio di quelli di New York. Dal prezzo che il tossicodipendente deve spendere per la droga - circa 50 dollari al giorno - si può avere l'idea del giro d'affari della Hong-Shang. Dove prendono i denari tali drogati? Perlopiù dalla malavita: intorno alla droga si sviluppa il crimine organizzato con racket, furti d'auto, prostituzione, pornografia, occupazioni, sequestri, ecc. Hong Kong domina il mondo bancario dell'estremo oriente, e presenta il più alto tasso di liquidità del denaro.
3. Rete organizzativa. Non è facile inoltrarsi nel dedalo delle istituzioni coinvolte nel traffico della droga e negli affari connessi a tale commercio (oro per pagare i contadini coltivatori, diamanti, bustarelle alla polizia, malavita, ecc.).
Dalle complesse connessioni descritte con ricchezza di particolari dallo studio Droga SpA, possiamo sintetizzare alcune indicazioni fondamentali:
- alla banca centrale di Hong Kong,
- alla stessa Hong-Shang fanno capo gli interessi della Repubblica Popolare Cinese (40% delle azioni) e delle banche degli espatriati cinesi Ciao Ciu, commercianti della droga in Estremo Oriente. Su 700 tonnellate di oppio, 400 vengono smerciate sul luogo, e 300 passano alle raffinerie che ne estraggono l'eroina per l'occidente. I grossisti Ciao Ciu attingono prestiti e depongono gli incassi in istituti bancari collegati con
- le ingenti somme di denaro sporco accumulato dallo spaccio della droga vengono riciclate in un vasto sistema di banche offshore con trasferimenti bancari via telex in isole o entità esenti da controlli internazionali che non siano anglo-olandesi (Londra, Hong Kong, Svizzera, Liechtenstein, isole Cayman, Bahamas, Caraibi, ecc.).