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Pirolisi e rifiuti: la frazione organica dei rifiuti è meglio non bruciarla.

di fare verde - 29/09/2006

 

In una notiza ANSA di oggi L'ENEA afferma che in un futuro molto prossimo sarà possibile smaltire i rifiuti in modo "pulito" e fare a meno degli attuali inceneritori.
Moderni impianti dotati di diverse e più avanzate tecnologie sono destinati a mandare in soffitta i vecchi inceneritori. Un nuovo tipo di forno (klin), totale assenza di ossigeno, dissociazione molecolare a più basse temperature (400° contro i 1.300° degli inceneritori), assenza di diossine e furani nelle emissioni, fumi senza polveri: sono queste le caratteristiche che fanno della pirolisi la tecnologia del futuro per lo smaltimento dei rifiuti.
Tra i vantaggi di questa nuova tecnologia, c'è il vantaggio di "trattare la frazione umida insieme alla frazione secca".
Si tratta di una notizia che offre un motivo in più per sospendere la costruzione di nuovi impianti di incenerimento in vista di tecnologie più avanzate.
Tuttavia, per quanto riguarda la frazione organica, il rischio è che un metodo più "comodo" per disfarci dei nostri rifiuti porti alla distruzione di enormi quantità (fino a 10 milioni di tonnellate, dati APAT-ONR 2005) di scarti organici (umidi e verdi) che rappresentano una risorsa da recuperare con la raccolta differenziata e riciclare in impianti di compostaggio.

In particolare, la frazione organica dei rifiuti urbani rappresenta una risorsa strategica per le politiche di protezione dei suoli, sempre più necessarie e urgenti per affrontare il fenomeno della desertificazione che interessa tutti i paesi dell'Europa del Mediterraneo.
In Italia, circa il 30% dei terreni agricoli è a rischio di desertificazione. Per il 5,5% di questi la desertificazione non è più un rischio, ma una realtà, contenendo meno dell'1% di sostanza organica. Particolarmente preoccupante è lo stato dei terreni agricoli in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Diverse sperimentazioni hanno dimostrato che è possibile restituire sostanze nutritive alla terra mediante l'applicazione di compost, ottenuto dal riciclaggio dagli scarti organici.
Per questo è necessario recuperare la frazione organica dei rifiuti mediante raccolta differenziata invece di distruggerla, qualsiasi sia la tecnologia utilizzata, e utilizzarla come compost per combattere il preoccupante fenomeno della desertificazione.

Anche dal punto di vista energetico, il compostaggio può essere una risposta: prima di diventare terriccio ammendante e fertilizzante, i rifiuti organici, se trattati in specifici impianti, possono produrre biogas da utilizzare come fonte realmente rinnovabile di energia.

Fare Verde auspica, quindi, che parallelamente alla ricerca e allo sviluppo delle pur necessarie tecnologie per smaltire i rifiuti residui con il minore impatto ambientale possibile, si adottino provvedimenti normativi specifici che rendano obbligatorio il recupero della frazione organica mediante raccolta differenziata su tutto il territorio