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Afghanistan: "La popolazione potrebbe passare dalla parte dei talebani"

di Cecilia Strada - 10/10/2006

Afghanistan, ultima chiamata
Il comandante della Nato avverte: "La popolazione potrebbe passare dalla parte dei talebani"
il generale David RichardsSe le condizioni di vita dei cittadini afgani non miglioreranno rapidamente, il 70 percento della popolazione potrebbe decidere di sostenere i talebani. La previsione viene dal generale britannico David Richards, che comanda i 32.000  soldati Nato in Afghanistan. “Finiranno per dire 'Non vogliamo i talebani, ma preferiamo la vita austera e sgradevole che questo comporta piuttosto che altri cinque anni di combattimenti'”, ha dichiarato il generale Richards.
Parole che spesso, infatti, si ritrovano sulla bocca degli afgani: “Quando c'erano i talebani, la vita era dura, ma almeno eravamo sicuri”. La sicurezza, nell'Afghanistan di oggi, non c'è. E la violenza è in continuo aumento. Dall'inizio del 2006, secondo quanto riportato dalla stessa Nato, ci sono stati 78 attentati suicidi: nel 2003 se ne sono contati due, nel 2004 sei, e nel 2005 ventuno. A farne le spese, oltre alle truppe straniere e all'esercito afgano, sono naturalmente anche i civili.
 
"Rischiamo di perdere la guerra". Secondo il generale Richards, il sud dell'Afghanistan è stato “largamente stabilizzato”. Tuttavia, ha aggiunto, se la Nato non riuscirà a trarre vantaggio da queste vittorie militari – che hanno causato la morte di “più di 500 militanti talebani”, o presunti tali – la battaglia sarà persa: “Si potranno dispiegare altri 10.000 soldati il prossimo anno, ma non ce la faremo, perchè prima di allora avremo perso il sostegno della popolazione”. Anche perché, sotto le macerie dei villaggi distrutti dai bombardamenti Nato, rimangono troppo spesso i civili, che in molti casi sono stati poi spacciati per combattenti nemici. Secondo una pratica già utilizzata in Iraq, come hanno recentemente ammesso gli stessi marines.
 
combattenti talebaniIl sud è "stabilizzato"? Il significato che il generale Richards attribuisce al termine “stabilizzato” sembra però discutibile. Nel sud dell'Afghanistan gli scontri sono quotidiani, e non accennano a diminuire. Solo negli ultimi tre giorni si sono contate decine di morti. I comandi militari Nato hanno dichiarato di avere ucciso 52 combattenti talebani, domenica, in una battaglia nella provincia di Uruzgan. Un portavoce dei talebani ha confermato lo scontro a fuoco, ma ha ammesso solo cinque perdite tra le loro fila, precisando invece che le forze Isaf avrebbero dato fuoco al bazar di Yakhdan, costringendo la popolazione alla fuga. I talebani hanno anche rivendicato l'uccisione, domenica, di venti soldati dell'esercito nazionale afgano nella provincia di Kandahar. E sabato, sempre nella provincia di Kandahar, un ordigno è esploso contro una pattuglia di soldati canadesi: un militare è morto. Operazioni militari sono in corso anche nella confinante provincia di Helmand: secondo fonti locali, le truppe Nato avrebbero aperto il fuoco dagli elicotteri Chinook. Il comando di Isaf, per“motivi di sicurezza legati allo svolgimento delle operazioni”, non ha rilasciato ulteriori informazioni.
 
In questo clima, la popolazione afgana vede sempre meno di buon occhio la presenza delle forze straniere. Adesso se n'è accorta anche la Nato.