Iraq, studio The Lancet: «655mila morti per la guerra»
di redazione - 12/10/2006
Iraq, studio Usa: «655mila morti per la guerra»«655mila iracheni sono morti dall´inizio della guerra». Scuote gli Stati Uniti il nuovo calcolo delle vittime civili del conflitto iracheno iniziato nel 2003 realizzato da un gruppo di ricercatori statunitensi della Scuola medica Bloomberg dell'Università Johns Hopkins. Pubblicato sulla rivista britannica The Lancet lo studio arriva sulle prime pagine del Washington Post e del New York Times. E poi anche in apertura del sito internet della Cnn.
In effetti quello degli studiosi della prestigiosa università statunitense è il bilancio più alto registrato finora sul conflitto iracheno. Lo stesso sito internet Iraqbodycount che fino ad oggi era stato preso come punto di riferimento indipendente per la stima delle vittime della guerra, parlava di una cifra compresa tra i 43mila e i 48mila morti. Mentre la rivista britannica Lancet aveva pubblicato nel 2004 uno studio che riferiva di 100.000 morti nei primi 18 mesi di conflitto
Ma adesso si parla di 655.000 vittime complessive di cui 601.000 decedute in seguito ad atti di violenza e le restanti per malattie o altre cause. I ricercatori affermano di aver registrato un regolare incremento della mortalità dall'inizio del conflitto, con un forte aumento nell'ultimo anno. La ricerca è stata condotta da medici iracheni sotto il controllo degli epidemiologi della Scuola medica Bloomberg dell'Università Johns Hopkins.
Lo studio è stato condotto da otto medici iracheni dell'Università Mustansiriya di Baghdad nel periodo compreso tra il 20 maggio e il 10 giugno scorsi su un campione di 1.849 famiglie, composte in media da sette membri, sparse in 47 zone del paese. Le aree sono state scelte in base alla densità di popolazione e non al tasso di violenza. Ogni membro di ciascuna famiglia ha riferito dei lutti avuti nei 14 mesi precedenti la guerra e nel periodo successivo. Stando ai risultati dello studio, prima del conflitto si avevano 5,5 morti ogni 1.000 persone, dopo la guerra 13,3 ogni 1.000. Le ferite da arma da fuoco hanno causato il 56% delle morti violente, mentre autobombe e altre esplosioni il 14%. Un altro 31% è stato causato dai bombardamenti o dalle operazioni delle forze di coalizione.
Intanto arriva l´ennesimo allarme dell´Onu sulla drammatica situazione dei civili in Iraq. Il Sottosegretario delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, Jan Egeland, ha denunciato che negli ultimi otto mesi 315.000 iracheni sono stati costretti ad abbandonare le proprie case a causa del «peggioramento molto preoccupante» delle loro condizioni di vita. Il ministro iracheno per l'Immigrazione, Abdul-Samad Sultan, aveva pochi giorni fa affermato che sono oltre 300.000 le persone sfollate nel paese dall'inizio della guerra, nel marzo 2003. Egeland, invece, ha sottolineato che la fuga è stata innescata dalle violenze seguite all'attacco contro il mausoleo sciita di Samarra, avvenuto lo scorso febbraio. «Da allora ogni settimana abbiamo una media di 9.000 sfollati», ha detto il Sottosegretario Onu alla stampa.