«La verità storica, qualunque essa sia, non può essere imposta per legge. Mi ribello ancor più quando per legge si pretende di punire chi afferma il contrario. Il mio è un punto di vista generale, che certo non investe la tragedia di cui gli armeni sono stati vittime». A sostenerlo è il professor Franco Cardini, storico, saggista, docente all'Università di Firenze.
Professor Cardini, come valuta la decisione del Parlamento francese?
«Ho sempre avuto un forte scetticismo, verso ogni tentativo di stabilire per legge una verità storica. Scetticismo che si trasforma in autentico furore quando, sempre per legge, si pretende di punire chi afferma il contrario. Se qualcuno scrive articoli ritenuti infamanti di una vicenda storica che ha colpito un popolo o una etnia, si può agire con gli strumenti giuridici ordinari: lo si persegue per apologia di reato, lo si processa e se risulta colpevole, lo si punisce. Ma diverso è il discorso della ricerca storica. Quando uno, approfondendo una ricerca documentaristica, dice qualcosa che va contro il comune sentire, allora si esaminano i documenti, e i casi sono due: o lo si confuta, o si prende atto delle argomentazioni che ha addotto e si modifica la prospettiva storica. Mi lasci aggiungere che, nel caso in questione, non sono sorpreso per l'iniziativa del Parlamento francese, la trovo anzi inevitabile…».
Su cosa fonda questo giudizio?
«Una volta che, qualche anno fa, è passata una legge secondo la quale era reato la confutazione dell'Olocausto, e questo a qualunque titolo e livello di approfondimento scientifico avvenisse, è naturale che in seguito a quella legge sia nato un contenzioso giuridico enorme che ha evidentemente obbligato i parlamentari francesi ad agire per analogia. Per assurdo: se non avessero fatto un passo di questo genere, sarebbero dovuti tornare sulla legge ultima, quella relativa all'Olocausto, cassandola o accettando, per legge, di sostenere, come propugnato da uomini politici e intellettuali, l'assoluta unicità della Shoah. In realtà, la verità storica per legge non la si può imporre, ma se lo si fa allora non si possono usare due pesi e due misure, operando una sorta di gerarchizzazione dei genocidi, pretendendo, sempre per legge, di decidere sulla loro sussistenza. Di questo passo c'è da aspettarsi che qualche Parlamento stabilisca per legge di perseguire chiunque metta in discussione il genocidio della popolazione nativa americana da parte degli statunitensi bianchi nel corso dell'Ottocento. Da questo punto di vista, la decisione assunta dal Parlamento francese rappresenta un precedente che può innescare un effetto-valanga. C'è da aspettarsi che per rappresaglia, il Parlamento turco decida di legiferare sui "crimini" delle crociate… Ma questo "effetto-"valanga" potrebbe sortire anche dei risultati imbarazzanti per una certa pubblicistica pseudoculturale occidentale tanto cara ai tenaci assertori della supremazia di valore dell'Occidente…
Tesi interessante, professor Cardini, che vale la pena di approfondire.
«Pensi ai Parlamenti dei Paesi del continente africano. Potrebbero a questo punto decidere per legge di mettere sotto accusa le brutture che un certo colonialismo occidentale ha portato con sé e perseguire chi osi negarlo».
Umberto De Giovannangeli
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