Massimo Fini riscrive il suo manuale del ribelle al tempo dei grillini
di Luigi Mascheroni - 28/03/2018
Fonte: Massimo Fini
«Tempo di libri», tempo di idee, ideologie, pensieri. La Fiera milanese dell'editoria è perfettamente in tempo per celebrare, oggi, a 50 anni dal '68, il tema della «Ribellione». Dai moti studenteschi alle rivoluzioni sociali, la parola d'ordine è «contro»: contro le convenzioni, le abitudini, le autorità.
Ma è ancora così? C'è ancora spazio per l'Uomo in Rivolta? E, soprattutto, chi è il Ribelle? Per saperlo, oggi, appuntamento in Sala Bianca, ore 17: in cattedra, uno che le cattedre le ha ribaltate tutte, nel giornalismo, nella politica, nel pensiero corrente e corretto: Massimo Fini. Titolo della lezione dell'anti-maestro, che è lo stesso della sua opera omnia, La modernità di un antimoderno, pubblicata da Marsilio nel 2016 e ora alla seconda edizione. Dentro ci sono tutti i suoi pamphlet più celebri e fastidiosi, da La Ragione aveva torto? all'Elogio della guerra a Il vizio oscuro dell'Occidente, e tutte le sue battaglie, intelligenza in resta: contro la democrazia, la tecnologia, la moneto-crazia. La ribellione è un tema antico, ma come aggiornarla - hashtag #ribellione - ai tempi del grillismo e della Lega, prima di Lotta e ora di Potere? Ecco a voi un dizionario del Perfetto Ribelle, in parole-chiave, a uso della Terza Repubblica. Firmato Massimo Fini.
(ANTI)MODERNITÀ Il Ribelle è antimoderno? «Il Ribelle è colui che rifiuta l'ordine costituito. Non è né un rivoluzionario né un cospiratore. Ed è difficile che aderisca a un modello di sviluppo ipertecnologico e disumanizzante come è quello che segna la modernità. Il Ribelle di solito lo si pensa come colui che guarda in avanti. Per me guarda all'indietro: a un mondo più semplice, più vero, dove i valori - lealtà, coraggio, tutela dei deboli, responsabilità - avevano un senso. E che, a partire dalla rivoluzione industriale, abbiamo perduto».
GRILLINI&LEGHISTI Grillini e leghisti si sono ribellati al vecchio potere della casta. Sono veri ribelli? «I grillini senz'altro, perché si sono posti contro il potere dei partiti, cioè l'ordine costituito della prima e seconda Repubblica, quando la democrazia si è trasformata, appunto, in partitocrazia. Salvini invece lo è meno, perché la sua azione politica rimane dentro un vecchio ordine. Un po' come Renzi: è giovane, fa il rottamatore, ma resta incardinato nella storia di un partito. Si dà arie di quello che vuole cambiare tutto, ma resta un perfetto conservatore».
POPULISMI Il Popolo fa la rivoluzione, i capipopolo la guidano. I populisti sono per definizione ribelli? «Mai capito cosa vuol dire populismo. Se la democrazia è il governo del popolo, populista non dovrebbe essere un aggettivo peggiorativo. E poi tutti, negli ultimi 30 anni, sono stati populisti, nel senso che hanno fatto riferimento al popolo, da Berlusconi - che lo ha fatto nel modo più efficace - ai grillini. Non vedo niente di male nell'essere populisti. Il termine populismo viene usato in maniera spregiativa dai vecchi partiti morenti contro coloro che cercano di sovvertire il loro sistema».
EUROPA E l'Europa? Bisogna ribellarsi all'Europa? «Premesso che il mio ideale è un mondo fatto di piccole patrie - un'utopia, per ora - trovo legittimo criticare l'Europa. Ma sapendo che non possiamo farne a meno. È impensabile che oggi un Paese, fosse anche forte come la Germania, possa fare a meno dell'Europa. Per contrastare Usa, Russia, Cina, India, le grandi potenze, bisogna lavorare per un rafforzamento dell'Europa, come fa la Merkel. Certo, non è un'Europa perfetta. Certo, è a guida tedesca. Ma non possiamo liberarcene, se no ci disgreghiamo. Personalmente trovo che la battaglia dei grillini e della Lega contro l'Unione europea sia un po' miope. Si tende a scaricare sull'Europa, un'entità astratta, molte inefficienze concretamente italiane».
DESTRA/SINISTRA Il Ribelle di fronte alle Ideologie. Esistono ancora Destra e Sinistra? «Destra e Sinistra, come ideologie, hanno avuto una funzione per due secoli e mezzo, ma ora sono superate dalla Storia. Non comprendono più le esigenze dell'uomo contemporaneo, che non sono soltanto economiche, ma anche esistenziali. Quali? Ad esempio, vivere dentro una comunità dove ci sia ancora qualcosa di umano, al di là della tecnologia e dell'economia. Bisogna tornare a mettere al centro di tutto l'Uomo, come sta facendo questo Papa, e riportare tecnica e finanza al loro posto. Ecco la rivolta culturale per cui si batte il vero Ribelle».
ISLAM Gli jihadisti sono Ribelli? «Sono gli unici ribelli. I soli che si ribellano all'ordine costituito mondiale. Il guaio è che in sostituzione propongono un altro totalitarismo, di segno contrario. L'Occidente vuole imporre all'intero globo il proprio modello, loro l'opposto. Ma sono gli unici che lottano. E se una delle caratteristiche del Ribelle - insieme all'onore, al senso di giustizia, eccetera - è il coraggio... beh... agli jihadisti, che combattono in seimila contro eserciti di 150mila uomini, puoi negare tutto, ma non il coraggio».
NEOFEMMINISMO #Me Too: le donne che denunciano Weinstein e le molestie nel mondo del cinema sono Ribelli? «Assolutamente no, sono perfette conformiste. Soprattutto da un certo momento in poi, quando il caso Weinstein diventa un vaso di Pandora in cui infilarsi per avere visibilità, le attrici hanno fatto finta di non capire come è la vita. La vera Ribelle è la Deneuve quando dice: Lasciate che i maschi ci corteggino. E comunque il vero Ribelle è quello che non segue le regole del politically correct sessuale».
CONFORMISMI Il conformismo è l'antitesi del Ribelle. Chi sono i conformisti oggi? «Mi verrebbe da dire: tutti. Ma più di tutti, i radical chic, quelli che hanno il conto corrente a destra e la battaglie per i diritti civili a sinistra. Alla fine la destra conserva un pezzetto di individualismo e di indipendenza di giudizio che la sinistra non ha mai avuto. E poi, scusa: un conto è quando la puzza sotto il naso ce l'aveva la sinistra di Amendola. Ma che ce l'abbiano Renzi o i giornalisti di Repubblica fa ridere...».
SOVVERSIONE In politica, quale sarebbe un vero atto di ribellione, oggi? «La violenza». Temi che ci si possa arrivare? «Non temo. Spero. È l'unico modo, purtroppo, per cambiare davvero le cose. Vedi, anche i Cinque Stelle alla fine sono rivoluzionari pacifici, e col tempo il sistema riuscirà a neutralizzarli, come fece con Bossi, altro grande Ribelle. E a quel punto non resta che la rivoluzione violenta. Anche se poi...». Anche se poi? «Anche se poi non accadrà. È che siamo italiani. Vecchi, con un'età media di 45 anni contro i 33 ad esempio dei tunisini, senza coraggio e de-virilizzati. I padroni del sistema possono stare tranquilli. Ormai siamo tutto fuorché ribelli».