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Abbattere Putin?

di Stefano Vernole - 16/10/2006

 
Come anticipato alcuni giorni fa è decisamente in atto la più potente strategia di destabilizzazione della Russia mai condotta fino ad oggi ad opera delle lobbies mondialiste con sede a Washington.
L’omicidio della giornalista Anna Politkovskaya, compiuto simbolicamente il 7 ottobre - giorno del compleanno di Vladimir Putin - secondo il più collaudato schema massonico, è, per ora, solo l’ultimo tassello di una manovra molto più ampia che si prefigge l’abbattimento dell’attuale capo del Cremlino.

Che il “regalo” fatto dai sicari della CIA e dell’Mi6 rischi di risultare indigesto è stato ammesso dallo stesso presidente russo quando riferendosi alla giornalista uccisa ha dichiarato: “Aveva un’influenza minima sulla vita politica russa. Il suo assassinio reca più danno alla Russia e alla Cecenia che qualunque dei suoi articoli”.
La Politkovskaya, infatti, era molto più nota in Occidente che nel suo paese natale, dove le autorità avevano praticato una stretta censura sui suoi scritti, spesso critici (in maniera bipartisan) verso le violazioni dei diritti umani in Cecenia.

Anticipati dalla copertina dell’ “Express International” che pochi giorni prima aveva aperto le danze(4), ora tutti i media europei e statunitensi si stanno scatenando contro il cosiddetto “regime di Putin”, facendo intravedere la possibilità di un coinvolgimento del Cremlino nell’omicidio.

Nonostante gli stessi colleghi della Politkovskaya parlino al massimo di una trama a favore o contro Kadyrov, “uomo forte” della Cecenia, i mass media internazionali puntano invece l’indice contro il presidente russo, sbeffeggiando coloro che parlano di “complotti democratici volti a provocare una rivoluzione arancione a Mosca”.
In realtà non esiste nessun complotto perché tutto è già stato messo nero su bianco… come dimostra il rapporto pubblicato dalla Duma alla fine di settembre e la partita si gioca ormai a viso aperto.
Lo stesso Putin è esplicito più che mai e quando definisce il presidente georgiano Mikhail Saakashvili “un burattino di Washington” sa che il tempo della diplomazia è ormai finito mentre la guerra sotterranea con gli Stati Uniti è appena iniziata.

Per conoscere allora i reali mandanti dell’uccisione di Anna Politkovskaya bisogna ripetere la medesima domanda che solo i più avveduti si erano posti dopo l’assassinio di Rafik Hariri a Beirut: cui prodest? A chi giova?
Come la morte dell’ex premier libanese si rivelò un grande successo per Israele, che ottenne l’uscita dal Paese dei Cedri delle odiate truppe siriane mentre nessun vantaggio ne risultò per il governo di Damasco sul quale venne scaricata la responsabilità, così questo omicidio ha già messo in difficoltà le relazioni tra Mosca e le varie capitali europee indignate per l’accaduto.

La partita energetica è al centro dello scontro e in questo momento la Russia, forte dei nuovi accordi con Ankara per la costruzione dell’gasdotto “Blue Stream 2” pare in vantaggio.

Questo progetto, patrocinato da Gazprom che vi ha investito svariati miliardi di dollari e al quale dovrebbe partecipare anche l’ENI, permetterebbe di convogliare verso l’Italia altri 5 miliardi di metri cubi di gas e potrebbe interessare presto anche Grecia, Ungheria e Bulgaria(6); passando sotto i fondali del Mar Nero, esso dovrebbe attraversare la Turchia ed evitare l’Ucraina, dando perciò un ulteriore dispiacere ai sostenitori atlantisti di Kiev.
Mosca ha inoltre firmato contratti strategici per il rifornimento di gas naturale a Germania, Olanda (intesa Gazprom-Gasunie) e recentemente Spagna (legame che permetterà a Gazprom l’entrata anche in America Latina).
Tutto questo, che in una logica economica e geopolitica dovrebbe essere naturale, agli Stati Uniti non piace, perché segna il loro irreversibile declino di grande ex potenza mondiale: ma la Storia, una volta in movimento, difficilmente si può fermare …