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Il "debito ecologico" della Terra: dal 9 ottobre scorso siamo in "bolletta"

di fareverde - 16/10/2006

 

Da lunedì 9 ottobre fino alla fine dell'anno la Terra sarà in
«debito ecologico». Il parametro  misura il punto virtuale in cui le
risorse del pianeta utilizzate dagli esseri umani superano quelle che il
pianeta stesso è in grado di produrre.

 Quindi si va in una sorta di«bolletta» dell'ambiente, per la quale al contrario di un conto corrente
in rosso, non si sa bene chi debba intervenire. O meglio si saprebbe,
visti i pochi risultati sul fronte del consumo energetico e della
ricerca di fonti alternative e le mancate adesioni al protocollo di
Kyoto di potenze come gli Stati Uniti e la Cina.
 Il fatto scolvolgente è che il cosiddetto «Ecological Debt Day» (o Overshoot Day) -   calcolato per la prima volta il 19/12/1987 -  viene anticipato ogni anno. Il
che dimostra che il pianeta fa sempre più fatica a «star dietro» alle
nostre sempre crescenti necessità. . «Il fatto che
quest'anno il debito ecologico cada a ottobre significa che solo per tre
quarti dell'anno l'umanità vive in modo compatibile con l'ambiente», è
l'analisi dell'organizzazione indipendente New Economics Foundation
<javascript:openlink('
http://www.neweconomics.org/gen/')> (NEF), che ha
sede a Londra.
 Secondo Andrew Simms della Nef il genere umano sta
commettendo due grandi errori: «Primo, impediamo a milioni di persone di
avere accesso alla terra, al cibo e all'acqua potabile. Secondo,
mettiamo in pericolo il meccanismo del pianeta che permette la
sopravvivenza dello stesso genere umano». Per esempio, più pesce
peschiamo quest'anno meno ce ne sarà disponibile l'anno prossimo. I
meccanismi di compensazione saltano, assaliti come sono dalle leggi del
mercato, da stili di vita eccessivi, da ricchezze individuali non
giustificabili.
 In questo scenario devastante la maglia della «pecora
nera» tocca alla Gran Bretagna, che ha «festeggiato» il suo «debito
ecologico» già in aprile, il 16 per l'esattezza.  A fronte di questo, il governo
inglese ha promesso che entro il 2020 alzerà al 20% (rispetto al 4
attuale) la percentuale di energia ottenuta da fonti rinnovabili.
«L'unico modo per tornare a una situazione di equilibrio
e ripianare il debito è chiedere meno al nostro pianeta» dice la
Fondazione.