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Mel Gibson sulle tracce dei briganti

di redazionale - 26/10/2006

 

 
Cinema, Mel Gibson sulle tracce dei briganti
 
Quasi in incognito, Mel Gibson è tornato in Basilicata, sui luoghi dove girò 'The Passion'. Con un nuovo interesse, però: raccontare la ''resistenza stracciona'' dei briganti contro il Regno d'Italia e il Risorgimento. A dare la notizia del progetto cui starebbe lavorando il regista australiano, è l'ultimo numero del mensile 'Il Messaggero di Sant'Antonio', la pubblicazione dei frati della celebre basilica di Padova.

Cappello calcato in testa e grandi occhiali scuri, come se non volesse farsi riconoscere, Mel Gibson è stato visto aggirarsi negli stessi luoghi in cui ha girato 'The Passion', in Lucania. Altri lo hanno scorto, confuso tra la folla, nel parco della Grancia, a una quindicina di chilometri da Potenza, mentre assisteva allo spettacolo 'La storia bandita', che rievoca le imprese dei briganti contro l'occupante piemontese.

Dietro tanta riservatezza c'è probabilmente un vecchio progetto già accarezzato da Gibson dopo 'Braveheart' e 'Il patriota': una storia legata al cosiddetto brigantaggio meridionale che, con la sua epopea di guerra di popolo alimentata da spinte indipendentiste, si inserirebbe nella stessa linea ideologica dei due film precedenti. In più, rispetto alle due pellicole citate, si aggiungerebbe la polemica del cattolico tradizionalista Mel Gibson contro le forze laiciste anticattoliche che tanta parte ebbero nel Risorgimento italiano, che lo storico Denis Mack-Smith non esitò a definire ''guerra civile''. C'è chi giura di aver visto fra le mani di Mel Gibson un libro che non lascerebbe alcun dubbio sulla natura delle sue ricerche: 'La guerra cafona' di Salvatore Scarpino (Boroli editore). Se poi si vuol dar credito anche a voci che circolavano sul set di 'The Passion', in tutta questa storia entrerebbe anche Carmine Crocco, l'ex sottoufficiale dell'esercito borbonico divenuto capo dei briganti 'legittimisti' (fedeli al Re Borbone), che con le sue tattiche di guerriglia tenne in scacco per anni le armate piemontesi, tanto da far parlare di 'Vandea italiana'. Crocco morì in carcere nel 1905.