L'uomo, sintesi armonica dei regni della natura
di A.P. - 12/11/2006
Questo file sostituisce e integra il precedente scritto intitolato Forme dell’uomo, regni della natura. Si è ritenuto comunque di conservare la premessa che introduceva il testo originario.
Termini come “eterico”, “astrale”, ricorrono con l’insistenza di un luogo comune nella letteratura occultistica dell’Otto-Novecento, ma alla frequenza del loro uso non corrisponde una precisa determinazione del loro significato: generalmente per eterico si intende una forza vitale sottile e tuttavia a suo modo percepibile anche attraverso rilevazioni fisiche; alla parola astrale si riferisce qualche cosa di più animico (non fosse altro che per il riferimento alle stelle, al mondo celeste superiore contenuto nel nome). Ma in verità, chi leggesse qualche resoconto di “viaggio in astrale” si imbatterebbe in descrizioni che non si discostano molto dalle realtà materiali, anche quando gli scenari vengono dipinti nella maniera più allucinogena.
Vi sono stati autori che hanno utilizzato le due espressioni con criteri più seri, attribuendo ad esse precisi riferimenti a realtà spirituali, ricavate da testi di orientamento tradizionale. Nel caso della presente trattazione – che riprende in linea di massima l’impostazione data da Rudolf Steiner – non si troveranno citazioni di testi tradizionali. L’autore tedesco preferì illustrare i principi del corpo eterico, del corpo astrale (oltre che dell’io e del corpo fisico) partendo non dalle antiche rivelazioni tradizionali, bensì dalle esperienze che un uomo moderno, nato in un ambiente materializzato, normalmente sprovvisto di un’attitudine alla “fede”, può compiere. Il punto di partenza non è dunque la lettura di un testo ermetico d’Occidente o di qualsivoglia libro sacro, bensì l’osservazione del mondo naturale, articolato nei tre regni minerale, vegetale, animale. La concordanza con gli insegnamenti tradizionali rappresenta una preziosa conferma a posteriori, ma è ovvio che l’uomo europeo del presente ciclo storico debba arrivare a conoscere le diverse sfumature della sua anima e del suo spirito partendo dalle proprie facoltà di percezione sensibile e naturale. In tal modo viene a rinnovarsi in forma moderna il significato della bella formula romana, riportata da Julius Evola in Rivolta contro il mondo moderno, secondo la quale “gli antichi fondarono tutta la religione sull’esperienza”.
Una forte capacità di concentrazione sulle forme che la natura ci pone di fronte svela all’occhio della mente le forme che a prima vista sono celate; dunque la Rivelazione dello spirito, non consiste nell’ascoltare il discorso di un profeta al quale prestare fede cieca, bensì nel sollevare i veli della natura per poter guardare con occhi più chiari l’invisibile che si nasconde nel cuore del visibile.
A.P.
§ Corpo – Anima – Spirito.
L’essere umano è composto di corpo, anima e spirito.
Entriamo in un bosco e prestiamo attenzione ai suoni, ai colori della foresta, alla terra che ci sorregge, all’aria che respiriamo.
Il nostro corpo è lo strumento che ci permette di percepire tutto ciò e di agire nel mondo fisico.
Consideriamo ora quei moti di simpatia e antipatia, di piacere e dispiacere che ondeggiano in noi per effetto delle impressioni esteriori.
Un maestoso tramonto suscita un sentimento di ammirazione per l’armonia del creato. La natura sporcata dalla mano di esseri volgari fa sorgere in noi un senso di ripugnanza.
In queste oscillazioni del sentimento troviamo la prima traccia dell’anima.
Ma al di là delle oscillazioni del sentimento, superiore all’eterno ondeggiare di piacere e dispiacere è lo Spirito.
Come il saggio rimane indifferente di fronte alle paure e alle vane speranze, allo stesso modo lo Spirito non conosce turbamento. È il signore.
Come il medico che senza lasciarsi turbare dalla commozione riconosce la natura del male ed opera la guarigione, così agisce lo spirito.
In tutti i momenti, il corpo vede coi sensi; l’anima sente e reagisce; lo spirito, ricolmo di presenza divina, comprende ed agisce.
§ I Regni della Natura.
Nelle forme della natura si manifestano forze divine.
Osserva il regno minerale: il colore dei metalli, la durezza delle pietre, la loro impermeabilità. La pietra affonda nel fiume per millenni senza bagnare il suo cuore. Il regno delle pietre è senza anima, privo di vita.
L’uomo porta dentro di sé il regno minerale come scheletro: tastiamo il nostro corpo all’altezza del polso, sentiremo che esso è duro come una pietra.
Quando l’uomo muore e la forza vitale si ritrae da lui, ciò che rimane è lo scheletro, simile a una muta roccia, simile alla polvere della terra.
La pietra cade verso il basso, attratto dalla gravità.
La pianta sale verso l’alto, verso la luce e il Sole.
Il regno vegetale è il regno della vita pura, che si abbandona al Sole in un sonno beato senza sogni.
La pianta strappa alla terra i minerali e li trasforma in linfa vitale. Questa linfa circola dal basso verso l’alto, mentre la pianta libera aria pura nell’atmosfera.
Il regno vegetale è governato dalla legge del ciclo: le piante nascono, crescono, fioriscono, muoiono, eternamente rinascono dal seme che è nel frutto.
La vita che si era sviluppata dal piccolo seme, di nuovo si concentra in un seme e rinasce.
Osserviamo ora i movimenti degli animali: essi rivelano gli impulsi, i desideri che si agitano nella loro coscienza crepuscolare. Tali impulsi, tali istinti scritti nella memoria collettiva della specie, plasmano gli stessi arti, determinano la conformazione fisica delle specie.
Contemplando le forme magnifiche degli animali, i comportamenti dettati dai loro istinti la mente intuisce la sapienza della Provvidenza (1) divina che ordina la varietà del cosmo.
La pietra sta immobile, la pianta cresce, l’animale si muove.
I pesci si muovono ancora nel grembo primordiale delle acque.
Gli anfibi e i rettili conquistano la terra ferma e ispirano l’aria dentro di sé, ma ancora il loro sangue è freddo e deve prendere calore dal Sole.
Negli uccelli e nei mammiferi il sangue si riscalda. Nel caldo sangue di queste creature si distillano i primi sentimenti. Il sangue caldo permette ad essi di esprimere i loro moti interiori nel canto e nel verso.
Nell’uomo, il calore diventa Luce. La luce si accende nella mente come pensiero.
In virtù di questa luce l’Uomo è il centro dell’Universo.
In virtù di questa luce è stato scritto: l’uomo è il centro dell’universo. Tutte le masse materiali fredde o incandescenti e le miriadi di mondi non pesano nella bilancia dei valori quanto il più semplice mutamento nella sua coscienza. I limiti del suo corpo non sono che illusione; non è solo alla terra che si appoggia, ma egli si continua attraverso la terra e negli spazi cosmici. Sia che muova il suo pensiero o muova le sue braccia, è tutto un mondo che si muove con lui; sono mille forze misteriose che si lanciano verso di lui con un gesto creativo, e tutti i suoi atti quotidiani non sono che la caricatura di quello che fluisce a lui divinamente (2).
§. Forme dell’uomo
Nella figura dell’uomo si concentrano le forme e le forze della natura.
Le rocce e i cristalli diventano ossa, la linfa delle piante scorre come sangue, i movimenti degli animali diventano movimenti razionali, governati dal pensiero.
Portiamo dentro di noi il regno minerale: il ferro nel sangue, il calcio nelle ossa. Con gli elementi della materia forgiamo il nostro fisico adatto a vivere sulla Terra.
Alla morte di tutto ciò non rimane che scheletro e cenere. Le ossa, mute come pietra, abbandonate dalla vita e dall’anima ritornano alla terra e al regno minerale.
Ma di una bella ragazza, piena di succhi vitali si dice: è una ragazza in fiore. Di un uomo robusto si dice: è forte come una quercia.
La vita dell’uomo segue lo stesso ciclo delle piante: nascita, crescita, invecchiamento e poi rinascita.
Nel corpo eterico abbiamo il regno vegetale dentro di noi. I centri vitali che ruotano nel corpo eterico (3) imprimono la loro impronta nel corpo fisico dando vita alle ghiandole disposte lungo l’asse della colonna vertebrale.
Gli ormoni prodotti dalla ghiandole scorrono nell’organismo, come la linfa vitale fluisce nelle piante.
Quando una persona è in coma, si dice che vegeta, che è ridotta a un vegetale. Non pensa, non reagisce: l’Io non riesce più a usare il corpo come un suo strumento e l’anima non sa più articolare la propria voce; ma la forza vitale non ha ancora abbandonato il corpo fisico, per cui esso continua a vivere un’ esistenza vegetale come immerso in un sonno, interrotto da rari barlumi.
Il corpo eterico impedisce per tutta la durata della vita all’organismo di decomporsi. Quando l’eterico si separa completamente dal fisico, l’organismo è come un sacco che si apre, come un composto di parti che si scioglie.
Il corpo eterico è la forza vitale (4) vegetativa, che combina gli elementi chimici come la mano del pensatore combina le lettere. Le lettere di un libro non sono che inchiostro, ma questo inchiostro non è stato spruzzato a caso e testimonia l’intenzione di un autore (5). Il corpo eterico combina le lettere del Libro della Vita secondo le intenzioni divine che reggono il cosmo. Esso è la memoria che trasmette di generazione in generazione le formule e i progetti delle specie viventi.
Come il magnete attira la limatura del ferro così la forza vitale attrae le sostanze chimiche e le organizza. La forza eterica è la forza della giovinezza che rende il corpo tonico e fiorente. Essa agisce come la natura che a primavera fa sbocciare i fiori e in estate fa maturare i frutti.
Come gli animali, l’uomo ha i sensi, ha i nervi e gli arti per muoversi. Con gli animali condivide gli impulsi primordiali: il bisogno di cibarsi e di accoppiarsi, il bisogno di curare la prole, di difendere il territorio e il proprio posto nella gerarchia.
Si osservi un cane, si consideri un aquila: gli animali hanno delle sensazioni spesso più acute di quelle degli uomini. Queste sensazioni vibrano nella loro interiorità e risuonano come brame, accendono i desideri primordiali legati alle esigenze del corpo e agli istinti (6).
Nella loro coscienza simile ad un crepuscolo, gli animali reagiscono agli stimoli, provano piacere, rifuggono il dolore.
I moti della coscienza animale, i movimenti istintivi dei loro arti sono espressione del corpo astrale che li governa. L’astrale degli animali mette in atto i comportamenti dettati dall’anima di gruppo della specie. Per questo gli uccelli migrano sulle distese oceaniche senza sapere come, e i pesci risalgono la corrente senza chiedersi un perché.
Come l’astrale degli animali rispecchia gli impulsi della specie, così l’astrale dell’uomo riflette gli impulsi dell’Io.
Possiamo immaginare il corpo astrale (7) dell’uomo come una forma ovale allargata che avvolge il corpo fisico-eterico.
Nel corpo astrale si accendono le immagini interiori in forme colorate, mobili, cangianti. Così anche le passioni e le brame si accendono nel nostro corpo astrale.
Sul corpo astrale dell’uomo si proiettano gli influssi delle stelle.
Gli antichi chiamavano Zodiaco il giro delle costellazioni: ovvero, circolo degli animali. Le dodici costellazioni, con diversa intensità e composizione, trasmettono all’anima i dodici impulsi fondamentali del carattere.
Quelle che nell’uomo sono le tendenze del carattere, nella natura si proiettano nelle forme degli animali.
Per questo si dice: sei un coniglio. Sei un leone. Sei una vipera. Sei un’aquila.
Vi è qualcosa che in natura non si trova, e che sola si accende nella mente dell’uomo: la forza del pensiero creatore.
Le api costruiscono favi sempre uguali. Da milioni di anni i ragni tessono sempre la stessa tela. Nella civiltà umana sorge la successione degli stili, l’evoluzione delle tecniche.
Dall’ascia di battaglia all’astronave, il pensiero umano dispiega la sua azione. Ma questo pensiero non è che una scintilla della grande Intelligenza che ordina il cosmo Cos’è infatti un’astronave di fronte alla vita più minuscola? Il filo d’erba è più complesso di ogni tecnologia.
Come gli strumenti tecnici scorgano dalla mente degli uomini d’ingegno, così le piante, gli animali, i pianeti sono i pensieri pensati dagli Dei.
Come il pensiero creativo si cela nella nostra testa, così l’Intelligenza divina si cela dietro la volta del mondo. I Greci chiamavano Logos questa essenza che guida gli stormi nel volo e dona alla pianta il potere di trasformare in cibo la luce del Sole. La pianta lo fa senza sapere come, l’uccello migratore vola sulle rotte oceaniche senza chiedersi perché.
Nell’uomo l’intelligenza divina che riempie l’universo si accende come coscienza. Per questo sul tempio di Apollo sta scritto: “Conosci te stesso”.
Il dio che è nell’uomo parla, quando l’uomo si riconosce come Io. E si chiede come vivere, cosa sperare, perché soffrire, chi attendere.
Pensiamo a ciò che da bambini ci riempiva di timore, ai nostri desideri, alle nostre attenzioni. La memoria ci mostrerà l’immagine di un essere assai diverso da ciò che siamo ora.
Spostiamo il ricordo ad un’altra età e ripetiamo lo stesso esercizio. Ancora una volta proveremo l’impressione di trovarci di fronte ad un estraneo che per certi versi ci somiglia e per altri ci provoca un sorriso: noi non siamo più quella persona eppure ricordiamo di così aver vissuto, ricordiamo con soddisfazione di aver compiuto certe azioni, certe altre con vergogna vorremmo seppellirle.
Il ricordo è il filo che lega epoche diverse della vita, l’una causa dell’altra, l’altra effetto della precedente.
L’Io come un filo dorato passa attraverso una lunga trama di vita; di esistenza in esistenza ci fa essere diversi eppure in fondo sempre identici.
NOTE
1) La Pronoia, l’Intelligenza divina immanente al cosmo che ne garantisce l’ordine e l’armonia.
2) Leo, “Barriere”, in Ur volume I.
3) I Chakra nella lingua dei conquistatori dell’India erano le ruote dei carri di battaglia. I raggi dei centri vitali del corpo sottile (altrimenti detto eterico o vitale) ruotano come i raggi della ruota in movimento.
4) Cfr. l’anima vegetativa di cui parla Aristotele.
5) Stiamo dicendo che il darwinismo è una sciocchezza. Una superstizione antiscientifica.
6) Cfr. la descrizione dell’anima senso-motoria fatta sempre da Aristotele.
7) La parola corpo è detta in senso metaforico ed anche queste descrizioni non devono essere materializzate, ma usate come spunti immaginativi per una comprensione della realtà astrale.