Il vento che accarezza l'erba. Il miglior film di Ken Loach
di Adriano Ercolani - 14/11/2006
Fonte: film.it
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Se in “Terra e libertà” si parlava della guerra civile spagnola, stavolta il film è ambientato nell’Irlanda degli anni ’20; il paese lotta con il Regno Unito per la propria indipendenza, e dopo averla ottenuta con una sorta di “trattato di schiavitù” vedrà al suo interno la nascita definitiva dell’IRA, formata da quel gruppo di combattenti che non accettò un compromesso che avrebbe mantenuto il proprio popolo sotto l’egida economica e politica dell’Inghilterra. Come al solito Loach realizza il cinema politico al suo meglio, nel senso più positivo del termine: questo autore lavora sulla “Storia” non proponendo al pubblico la sua personale versione, ma raccontando invece i fatti con la maggiore obiettività possibile per chi adopera il mezzo/cinema. Asciutto, interessante negli snodi narrativi ed insieme coinvolgente come un gran melodramma, "Il vento che accarezza l'erba" (“The Wind That Shakes the Barley”) è in assoluto una delle migliori pellicole di Loach e meriterebbe senz’altro l’attenzione della giuria per essere coinvolta nei premi più importanti. Come al solito, l’autore de “L’Agenda nascosta” (Hidden Agenda, 1990) e “Riff-Raff” (id., 1991) sceglie di raccontare ciò che maggiormente gli interessa partendo però da una vicenda personale che diventa poi specchio, metafora di una situazione più ampia; il protagonista del lungometraggio è infatti il giovane medico Damien – interpretato da un sempre più convincente Cillian Murphy – che dopo aver abbracciato la causa dell’indipendenza del proprio paese si trova a lottare con i suoi ex-compagni proprio per quei valori che lo anno spinto a prendere posizione attiva contro l’oppressione britannica. Lucidissimo nell’intrecciare narrazione intimista e macro-storia, lo script del fido Paul Laverty riesce ad alternare scene di azione dall’impronta fortemente realistica con momenti di riflessione ideologico-politica di enorme impatto. Se in “Terra e libertà” il momento del confronto avveniva nella stupenda sequenza centrale del film, questa volta la discussione e la presa di coscienza dei personaggi viene frammentata in molteplici momenti, contribuendo così ad un maggiore equilibrio tra le diverse componenti della pellicola e consentendo una maggiore penetrazione del messaggio che Loach vuole dare allo spettatore. Sia ben chiaro, però: "Il vento che accarezza l'erba" (“The Wind That Shaker the Barley”) non è un film a tesi, che propone una visione univoca o schierata riguardo la nascita e la legittimità di un movimento come l’IRA; Loach lascia che sia il pubblico a schierarsi, proponendogli una visione problematica e non semplicistica degli avvenimenti narrati. Nel fare questo però usa le sue capacità registiche al meglio, allestendo uno spettacolo esteticamente prezioso e soprattutto coinvolgente a livello emotivo. In poche parole, realizzando un gran film. |