Cavallo Pazzo
di Gianni Cossu - 15/11/2006
"La questione è solo se si desidera vivere come cani o morire come uomini liberi.Noi lotteremo e moriremo"
Morì a trentatre anni il Figlio del Tuono, morì ucciso a tradimento
Si dice che il suo spirito, sotto forma di falco rosso - il suo animale totem - vegli ancora sui discendenti della sua gente...
Nacque vicino Rapid Creek, territorio dei Dakota.
Cavallo Pazzo era figlio di uno sciamano Oglala e una donna di nazionalità Sioux.
Il suo nome "Il suo cavallo è pazzo" (traduzione letterale), gli fu dato forse perché subito dopo la sua nascita un pony selvaggio passò correndo attraverso la valle dove egli si trovava, o forse come dice qualche altro dopo essere diventato un giovane valorosissimo in battaglia.
Si sposò con una donna Cheyenne chiamata Reboso Nero. Cavallo Pazzo fu un grande capo nominato dagli stessi Nuvola Rossa e Toro Seduto e si dedicò nella maggior parte della sua vita di adulto alla guerra contro le armate degli Stati Uniti d'America. Come capo guerriero nel 1876 condusse i Sioux ed i Cheyenne, risultando determinante nella vittoria contro il Generale Custer ed il settimo cavalleggeri nella battaglia del Little Big Horn. Alcuni istruttori della scuola militare americana hanno detto che Cavallo Pazzo è stato il più grande indiano esperto in tattiche di guerra che sia mai esistito.
Cavallo Pazzo, che guidava i Sioux Oglala, non portava segni di riconoscimento e proprio per questo appariva riconoscibilissimo in campo di battaglia; nudo, con un perizoma di pelle di daino, una sola penna di falco infilata nella crocchia di capelli crespi. Il suo abbigliamento minimalista, diremmo oggi, era originato non da bizzarria di comportamento ma dalle prescrizioni di una visione iniziatica.
In sogno era apparso al giovane guerriero un cavaliere che lo ammonì: "...Non dovrai mai indossare il piumaggio dei guerrieri, ma una sola penna di falco rosso, nè dovrai mai ornare la coda del cavallo con piume o insegne, nè dovrai dipingerlo con i colori di guerra. Se coprirai invece la tua cavalcatura con lunghe strisce di polvere e passerai la stessa polvere sui tuoi capelli e sul tuo corpo, nessun proiettile e nessuna freccia del nemico potrà mai ucciderti."
Si dice di lui:
... I pochi che riuscirono in qualche modo a scappare dalla furia del primo assalto di Gall degli Hunkpapa, si trovarono dinanzi a una vista che dovette gelare loro i cuori già sconvolti. Alle loro spalle, nascosto dalla polvere e dalla confusione, era arrivato Cavallo Pazzo, che aveva aggirato la cresta di colline parallele con i suoi Oglala per chiudere la via di fuga ai soldati e intercettarli alle spalle. Ad uno ad uno i cavalleggeri che si credevano in salvo caddero sotto le frecce e le pallottole degli Oglala, quando erano fortunati. Gli altri, feriti, morirono la morte lenta e atroce della Prateria, sotto i coltelli e i tomahawk dei Sioux. La battaglia sulla collina di Custer durò appena un'ora..." (Vittorio Zucconi)