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La comparazione filosofica in Italia: una panoramica bibliografica

di Paolo Vicentini - 15/11/2006

 

La filosofia comparata, come disciplina specifica, nasce ad opera di Paul Masson-Oursel, il cui primo saggio metodologico sull’argomento risale al 1911 (Objet et méthode de la philosophie comparée, in “Revue de Méthaphysique et de Morale”, pp. 540-548). Egli, positivisticamente, la intendeva come lo studio scientifico, cioè storico, filologico e critico, delle filosofie che non appartenevano all’insieme culturale occidentale (le filosofie orientali) e come comparazione di tali dottrine con quelle della filosofia occidentale, allo scopo di porre in evidenza relazioni significative fra esse. Altro grande impulso allo studio filosofico comparativo si deve al sorgere della rivista Philosophy East & West (http://www.uhpress.hawaii.edu/journals/pew/index.html), pubblicata a partire dal 1951 presso l’Università delle Hawaii con lo scopo dichiarato di ricercare la possibilità di una filosofia mondiale mediante una sintesi delle idee e degli ideali dell’Oriente e dell’Occidente. In Italia non è mai esistita una scuola di filosofia comparata, al pari di quella francese o americana. Fino agli anni Cinquanta, infatti, difficilmente si riesce ad attribuire al pensiero orientale valenza filosofica. Notevoli eccezioni sono costituite dai lavori di Gregorio Franzò (Sulle relazioni delle dottrine del Samkhya coll'antica filosofia greca fino ad Anassagora, in “Annali della Regia Scuola Normale Superiore di Pisa. Filosofia e Filologia”, XVIII, 1905, pp. 7-58), il quale scrive sulla scia del testo del tedesco Christoph Bernhard Schlüter, Aristoteles’ Metaphysik, eine Töchter der Sankhya Lehre des Kapila. Eine indisch-griechische Studie, Münster 1874; di Giuseppe Rensi (Hegel, il Cristianesimo e il Vedanta, in “Coenobium”, I,  3, 1906, poi ripreso in Id., Il genio etico ed altri saggi, Laterza, Bari 1912, pp. 197-230), il quale, con grande anticipo sui tempi, mostra in molti altri suoi scritti profondo e accurato interesse filosofico per la dottrina buddhista e quella del vedânta (si veda ad esempio Lettere sprituali, Adelphi, Milano 1987, pp. 112-142); di Alessandro Costa (Filosofia e Buddhismo, F.lli Bocca, Torino 1913); degli orientalisti Carlo Formichi (Schopenhauer und die Indische Philosophie, in “Schopenhauer Jahrbuch”, 1913; Filosofia e Buddhismo, 1913; Buddha e la filosofia, 1926), Giuseppe De Lorenzo (Buddha und Schopenhauer, in “Schopenhauer Jahrbuch”, XI, 1922) e Maryla Falk (Filoni del pensiero indiano nelle sorgenti del pensiero occidentale, in “Asiatica”, 1936; Origine dell’equazione ellenistica Logos-Anthropos, in “Studi e materiali di storia delle religioni”, XIII, 1937, pp. 166-214); di Adriano Tilgher (Filosofi antichi: buddismo antico, jonici, stoicismo, Epicuro, scettici, Plotino, Proclo e la scuola di Atene, il cristianesimo ed i misteri pagani, Atanòr, Todi-Roma 1921) e di Julius Evola (Lo spirito dei Tantra in relazione ad Oriente ed Occidente, in Id., L’Uomo come Potenza. I Tantra nella loro metafisica e nei loro metodi di autorealizzazione magica, Atanòr, Todi-Roma 1926, pp. 17-59). Per il resto, la comparazione si riduce ad esercizio di storiografia filosofica, volta a confermare o smentire la presenza o la possibilità di influssi fra mondo culturale ellenico ed alessandrino e mondo culturale indiano. Ne sono esempi gli studi di Alessandro Chiappelli (L'Oriente e le origini della filosofia greca, in “Atene e Roma”, XVII, 1914; e in “Archiv für Geschichte der Philosphie”, 1915); di Giuseppe Tucci (Dei rapporti fra la filosofia greca e l’orientale, in “Giornale critico della filosofia italiana”, I, 1920, pp. 38-59); di Michele Losacco (Le origini della speculazione greca e gli influssi orientali, in Id., Introduzione alla storia della filosofia greca, Laterza, Bari 1926, pp. 70-86); di A. Stella (Eraclito, Efeso e l'Oriente, in “Rendiconti dell'Accademia dei Lincei”, III, 1927, pp. 571-602); di Piero Marrucchi (Influssi indiani nella filosofia di Plotino?, in “XIX Congresso internazionale degli Orientalisti” [Roma 1938], Louvain 1940, pp. 390-394). Rimangono invece totalmente all’interno di un pregiudizio culturale e filosofico di tipo hegeliano i pur rimarchevoli contributi di Rodolfo Mondolfo (Nota sui rapporti tra cultura e speculazione orientale e la filosofia e la scienza greca, in Edward Zeller - Rodolfo Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, vol. 1, La Nuova Italia, Firenze 1932, pp. 63-99) e Giorgio Fano (Teosofia orientale e filosofia greca, La Nuova Italia, Firenze 1949).

Bisognerà attendere gli inizi degli anni Cinquanta per avere anche in ambito italiano degli studiosi che, superato oramai ogni pregiudizio eurocentrico, si dedichino con una certa continuità e sistematicità alla “pratica” della comparazione filosofica. Fra tutti, si distacca sicuramente la figura, per altro ingiustamente trascurata, di Ada Somigliana. A lei si devono importanti lavori di comparazione fra ambito filosofico greco e indiano, con una particolare attenzione alla figura di Eraclito ed ai suoi rapporti con il vedânta, avvaloranti la tesi di una sostanziale omogeneità di contenuti dovuta alla comune appartenenza alla cultura indoeuropea (Influenze vediche nel pensiero eracliteo, in “Annali Universitari”, II, Milano 1953; Dall’Advaita al Logos eracliteo, in “Annali Universitari”, III, Milano 1954; Raffronto tra il pensiero di Eraclito e le dottrine indiane: Logos e Brahman, in “Sophia”, XXVII, 1959, pp. 87-94; Monismo indiano e monismo greco nei frammenti di Eraclito, Cedam, Padova 1961; Gli Arii ed il linguaggio simbolico nel pensiero antico, in “Sophia”, XXXV, 1967, pp. 229-300; Cosmogonie orientali e filosofia presocratica, in “Sophia”, XXXVI, 1968, pp. 212-223). Sull’importante testo della Somigliana del 1961, si veda anche la recensione critica di Giorgio Renato Franci, Rapporti tra Eraclito e il pensiero indiano? (A proposito di un libro recente), in “Quaderni dell’Istituto di Glottologia”, VI, 1961, pp. 17-22. Fra gli altri, meritano inoltre di essere menzionati i contributi di Paolo Beonio Brocchieri (Problems of Philosophical Historiography: Validity and Limits of a Comparative Philosophy, in “East and West”, XI, 1960, pp. 21-27); Gerardo Fraccari (Eraclito e Lao-tse. Naturalismo greco e naturalismo cinese, in “Atti del XII Congresso Internazionale di Filosofia”, Firenze 1960, pp. 55-62; Eraclito e la civiltà mediterranea, Bresci Editore, Torino 1981); Giorgio Renato Franci (Alcuni problemi e tendenze della filosofia comparata, in “Quaderni dell’Istituto di Glottologia”, VI, 1961, pp. 3-15); Rosario Conti (Cosmogonie orientali e filosofia presocratica, Ciranna, Roma 1967); Umberto Eco (Problemi di estetica indiana, in “Rivista di Estetica”, 1, 1958, poi col titolo Estetica indiana ed estetica occidentale, in Id., La definizione dell’arte, Mursia, Milano 1968, pp. 62-78; Lo Zen e l’Occidente, ora in Id., Opera aperta, Bompiani, Milano 1967, pp. 210-234, ma il saggio fu scritto nel 1959 quale appendice alla prima edizione italiana di A. Watts, Lo Zen. Un modo di vita, lavoro e arte in Estremo Oriente, Bompiani, Milano); Massimo Scaligero (Zen ed esistenzialismo, ora in Id., Zen e Logos, Tilopa, Roma 1980, pp. 43-54, ma il saggio apparve in “Il Giappone” verso la metà degli anni Sessanta); Caterina Conio (Parmenidismo ed eraclitismo nel buddhismo indiano, in “Rivista di filosofia neoscolastica”, 1968, pp. 470-483; La creazione nell’Orfismo e nel Vedismo, in “Contributi dell’Istituto di Filosofia”, vol. II, Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 1972, pp. 1-29) e Icilio Vecchiotti (La dottrina di Schopenhauer. Le teorie schopenhaueriane considerate nella loro genesi e nei loro rapporti con la filosofia indiana, Ubaldini, Roma 1969).

In anni recenti, fra quanti in Italia si sono occupati non estemporaneamente di comparazione filosofica vanno sicuramente menzionati i nomi di Elémire Zolla, già ordinario di Letteratura anglo-americana all’Università La Sapienza di Roma (La nube del telaio. Ragione e irrazionalità tra Oriente e Occidente, Mondadori, Milano 1996; La filosofia perenne. L’incontro fra le tradizioni d’Oriente e d’Occidente, Mondadori, Milano 1999); Grazia Marchianò, docente di Estetica all’Università di Siena (L’armonia estetica. Lineamenti di una civiltà laotziana, Dedalo, Bari 1974; La parola e la forma, Dedalo, Bari 1977; La cognizione estetica tra Oriente e Occidente, Guerini e Associati, Milano 1987; Sugli orienti del pensiero. La natura illuminata e la sua estetica, Rubettino, Messina 1994); Mario Piantelli, ordinario di Religioni e Filosofie dell’India e dell’Estremo Oriente all'Università di Torino (Possibili elementi indiani nella formazione del pensiero di Pirrone d’Elide, in “Filosofia”, XXIX, 1978; La «Maya» nelle «Upanisad» di Schopenhauer, in “Annuario Filosofico”, II, 1986, pp. 163-207; Rileggendo le «Upanisad» di Schopenhauer: alle origini del Wille, in AA. VV., Schopenhauer e il sacro, Trento 1987, pp. 91-96; L'India e Plotino, in “Annuario Filosofico”, VI, 1990, pp. 163-192); Giangiorgio Pasqualotto, docente di Storia della Filosofia all’Università di Padova (Il buddhismo nella filosofia italiana, in “Paramita”, VI, 1987, n. 24, pp. 42-44; Il presente come divino: Epicuro, Seneca, il Buddhismo Zen, in “Religioni e Società”, III, 1987, pp. 121-126; Il buddhismo e Hume: note per un confronto, in “Paramita”, VII, 1988, n. 25, pp. 36-39; Il tao della filosofia. Corrispondenze tra pensieri d’Oriente e d’Occidente, Pratiche, Parma 1989; Dialogo socratico e dialogo zen, in “Paramita”, IX, 1990, n. 36, pp. 22-24; I Quadri della “Caccia al Toro” e la Caverna di Platone, in “Paramita”, X, 1991, n. 40, pp. 25-29; Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d’Oriente, Marsilio, Venezia 1992; Nishida, dialettica e buddhismo, postfazione a Nishida Kitaro, L’Io e il Tu, a cura di Renato Andolfato, Unipress, Padova 1996, pp. 153-207; Illuminismo e illuminazione. La ragione occidentale e gli insegnamenti del Buddha, Donzelli, Roma 1997; Oltre la filosofia comparata, in “Aut-Aut”, 296-297, 2000, pp. 141-158; Yohaku. Forme di ascesi nell’esperienza estetica orientale, Esedra, Padova 2001; East & West. Identità e dialogo interculturale, Marsilio, Venezia 2003); Giampiero Comolli (Il fiorire e lo svanire della parola. Su Heidegger, la poesia e alcuni motivi orientali, in “Aut-Aut”, 234, 1989, pp. 119-142, ora in Id., Risonanze. Saggi sul mito, la scrittura, l’Oriente, Theoria, Roma-Napoli 1993, pp. 133-159); Aldo Magris, docente di Filosofia della Religione all’Università di Trieste (Plotino e l’India, in “Annuario Filosofico”, VI, 1990, pp. 105-162); Paolo Santangelo, ordinario di Storia della Cina presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli (Il “peccato” in Cina, Laterza, Roma-Bari 1991; Emozioni e desideri in Cina, Laterza, Roma-Bari 1992; Italian Studies on Far Eastern Thought in Comparative Philosophy, in “Philosophy East & West”, XLIII, 3, 1993, pp. 573-581; Le passioni nella Cina imperiale, Marsilio, Venezia 1997); Leonardo Vittorio Arena, docente di Storia della Filosofia contemporanea e di Religioni e Filosofie dell’Asia orientale all’Università di Urbino (Lo zen e la logica del vuoto, in “La cultura del mondo”, n. 3-4, 1984, pp. 10-15; Buddhismo del Vuoto come “Aufhebung” del Buddhismo, in “Annali dell’Istituto di Filosofia”, I, Urbino 1986, pp. 5-56; Il Lao-tzu di Karl Jaspers, in “Annali dell’Istituto di Filosofia”, II, Urbino 1987, pp. 185-233; Storia del Buddhismo Ch’an. Lo Zen cinese, Mondadori, Milano 1992; Ch’an Buddhism and Western Philosophy, in “Dharma World”, XXII, 1995; La filosofia indiana, Newton Compton, Roma 1995; Del nonsense. Tra Oriente e Occidente, Ed. Quattroventi, Urbino 1997; La filosofia cinese, Rizzoli, Milano 2000); Giancarlo Vianello (Il Nulla in Heidegger e nella scuola di Kyoto, Parti I e II, in “Paramita”, XI, 1992, nn. 43 e 44, pp. 49-54 e 48-52; The Role of the artistic Image in the East and in the West, as outlined in the trans-cultural Synthesis of the Kyoto School, in Atti del II° Kyoto-Siena Symposium all’Università di Kyoto, 1993, pp. 54-60; La Scuola di Kyoto attraverso il novecento, in Giancarlo Vianello, Matteo Cestari, Kenjiro Yoshioka, La Scuola di Kyoto, Rubbettino, Catanzaro 1996, pp. 25-65; L’assenza del colore nell’arte Zen, in Quaderni buddisti, a cura di Giancarlo Vianello, Centro Studi Maitreya, Venezia 1997, pp. 71-77; Nishitani Keiji ed il problema del nichilismo, in Atti del XXI Convegno Aistugia, Roma 1997, pp. 399-414; Il tema della morte in Tanabe Hajime, in Atti del XXII Convegno Aistugia, Cortina d’Ampezzo 1998, pp. 463-477; Una lettura giapponese di Meister Eckhart, in Atti del XXIII Convegno Aistugia, S. Marino 1999, in via di pubblicazione; Il concetto di tempo in Dogen, in Atti del XXIV Convegno Aistugia, Savona 2000, in via di pubblicazione; L’estetica della vacuità nella tradizione Zen, in Icone e Religioni, numero speciale di “Esodo” a cura di Antonio Manno e Giancarlo Vianello, Venezia 2000, pp. 33-40; L’estetica della vacuità orientale e la sua ricezione in Occidente, in Icone e Religioni, numero speciale di “Esodo” a cura di Antonio Manno e Giancarlo Vianello, Venezia 2000, pp. 73-80); Angelo Tonelli, cui si deve una versione commentata dei frammenti di Eraclito che tiene conto degli studi comparativi in materia (Dell’Origine, Feltrinelli, Milano 1993); Pier Cesare Bori, docente di Filosofia morale e di Storia delle Dottrine teologiche all’Università di Bologna (Per un consenso etico tra culture, 2a edizione riveduta e aumentata, Marietti, Genova 1995; Per un percorso etico tra culture. Testi antichi di tradizione scritta, con S. Marchignoli, La Nuova Italia scientifica, Roma 1996; La possibilità di un'etica interculturale: ipotesi e suggerimenti per un contributo di parte cristiana, in G. De Finis e R. Scartezzini, a cura di, Universalità e differenza. Cosmopolitismo e relativismo nelle relazioni tra identità sociali e culture, Franco Angeli, Milano 1996, 493-502; The Modern Search for Universalism in Western Culture, in You Shibata, a cura di, Culture, Religion and the Problem of Universalism, Meijigakuin University, Tokyo, 1999, 19-30, rivisto e ampliato in Universalismo come pluralità delle vie, in “Filosofia politica”, XII, 3, 1998, pp. 455-468, e poi inserito nel volume omonimo Universalismo come pluralità delle vie, Marietti, Genova 2004, pp. 29-44); Francesco Solitario, ricercatore presso la cattedra di Estetica dell’Università di Siena (La comparatistica come genere filosofico, in Grazia Marchianò, a cura di, Il Paesaggio dell'Estetica. Teorie e percorsi, Atti del III Convegno Nazionale A.I.S.E., Certosa di Pontignano, 4-5 maggio 1996, Trauben, Torino 1997); Carlo Saviani (L’Oriente di Heidegger, il nuovo melangolo, Genova 1998); Silvia Voltolina (Il tao del cane. Filosofia cinica e filosofia taoista, Del Bucchia, Massarosa [Lucca] 1998).

Nel 1997 Leonardo Arena è stato fra i fondatori della Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa, con sede a Rimini (http://www.isurimini.org/scuola.html); la scuola “ha lo scopo di mediare il pensiero occidentale e quello orientale nell’ambito filosofico e psicologico”, ed inoltre di promuovere “la conoscenza pratica e l’applicazione dei principi più adatti ad uno scambio interculturale, tendendo alla formulazione di una psicologia transpersonale, che faccia largo uso di categorie e modi di pensiero alternativi per la comprensione dell'uomo. L’obiettivo non è specialistico o archeologico: si è convinti che soltanto dalla divulgazione e da una accessibile presentazione delle varie aree di ricerca si potrà stimolare la possibilità di un dialogo”.

Nell’ambito di questo crescente interesse italiano per gli studi di comparazione filosofica è nato nel 1996 il quadrimestrale Simplegadi: rivista di filosofia orientale e comparata con la funzione di svolgere ricerca scientifica a livello nazionale e internazionale nel campo filosofico interculturale. A partire dal 2003 la rivista ha cambiato il proprio nome in Simplegadi: rivista di filosofia interculturale e dal 2005 essa ha assunto una periodicità annuale. Nello stesso anno, la redazione della rivista ha dato vita ad una omonima associazione di filosofia interculturale finalizzata a promuovere il confronto filosofico tra le diverse culture dell’Oriente e dell’Occidente (http://www.simplegadi.org).