La nuova teoria del domino
di Robert B. Reich - 29/11/2006
Il Presidente Bush è andato ad Hanoi per delle discussioni su problemi economici regionali. Gli sarebbe convenuto discutere con franchezza le paure dell'America a proposito dei “domino” del capitalismo asiatico. Forse vi ricordate la vecchia teoria del domino del comunismo asiatico. Quarant'anni fa, i decisori politici americani coltivavano l'idea che il grosso domino del comunismo sovietico fosse caduto sulla Cina, e quello del comunismo cinese avesse abbattuto il Nord Vietnam. A meno che gli Stati Uniti non sostenessero il Sud Vietnam, si presumeva, tutta l'Indo-Cina sarebbe diventata comunista. | |
Decine di migliaia di americani morirono in quella guerra, prima che l'America se ne tirasse fuori, lasciando che i pezzi del domino cadessero dove capitava. Ma poi successe una strana cosa. Scomparve il comunismo sovietico. La Cina diventò la nazione capitalista in più rapida crescita del mondo. E il Vietnam uno dei più vivaci mercati del Sud-Est asiatico. E pure questo domino capitalista sembra essere minaccioso per l'America, oggi, quanto quello comunista lo era quarant'anni fa. Questa settimana, i leaders Repubblicani alla Camera hanno proposto un provvedimento che avrebbe dato al Vietnam rapporti commerciali correnti normali con gli Stati Uniti. Non ritenevano di poter raccogliere i voti necessari ad approvarlo. Forse il Vietnam potrebbe fare di più, per convincere l'America di non essere più una minaccia. Forse la sua organizzazione del lavoro potrebbe essere migliorata. Ma c'è motivo di sospettare che ci sia qualcosa di più in ballo, che un voto contro un paese ex comunista.
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