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Ambientalisti insoddisfatti: sul mercato veleni pericoloso

di redazionale - 03/12/2006

 
Nel Duemila le associazioni dei consumatori europee hanno condotto un'inchiesta su 76 tipi diversi di deodoranti per la casa. Il risultato è stato che molti fra questi, una volta utilizzati negli ambienti domestici, sprigionano vapori contenenti allergeni, irritanti, distruttori endocrini, nonché sostanze cancerogene certe (benzene e formaldeide) o sospette tali. I livelli di concentrazione nell'aria di elementi organici volatili sono spesso risultati in misura superiore alla soglia consentita. La loro presenza era in genere ignorata nelle etichette dei flaconi. Gli effetti per chi li inala possono però essere dannosi, come dire che, in alcuni casi, la manutenzione della casa rischia di farci molto male.

Proprio per evitare questo pericolo, nel 1999 l'Unione europea ha avviato uno degli interventi legislativi più complessi della sua storia, scatenando uno scontro duro fra la lobby industriale e il fronte combinato di consumatori e ambientalisti. La direttiva si chiama Reach, acronimo che sintetizza l'obiettivo di registrare, valutare e autorizzare circa trentamila sostanze chimiche attualmente commercializzate sul continente. Il testo finale del compromesso è stato approvato ieri dal Parlamento europeo; ora deve essere confermato dall'aula prima del varo definitivo, atteso senza cambiamenti, da parte del consiglio dei ministri. Sebbene si tratti di un passo avanti che avvia un lento processo di bonifica, la norma sta per essere varata in una forma alleggerita che già ha provocato forti reazioni. L'aspetto chiave di Reach è l'obbligo di autorizzazione per l'utilizzo di sostanze dai potenziali effetti sanitari e ambientali. I produttori potranno ottenere il via libera solo rispettando il principio di sostituzione, in base al quale una sostanza chimica pericolosa (sono circa 1500) deve essere rimpiazzata da altre più sicure. La regola, però, è stata annacquata dalla pressione della lobby chimica che ha ottenuto l'autorizzazione a produrre sotto «controllo adeguato» anche i distruttori endocrini (interferiscono con il sistema ormonale), aggirando l'obbligo di sostituzione anche qualora esistano soluzioni meno nocive. Per tutte le altre sostanze pericolose - come quelle persistenti e bioaccumulative, cancerogene e mutagene - alle industrie viene chiesto di presentare un «piano di sostituzione» e ottenere dall'Ue un'autorizzazione a tempo. Importante l'inversione dell'onore della prova, visto che toccherà alle imprese dimostrare la sanità dei prodotti. La legislazione entrerà in vigore progressivamente da metà 2007.
Lo spettro dei danni possibili è immenso. Pongono infatti problemi tutti i ritardanti di fiamma (Pbde) contenuti nelle poltrone, nei tappeti e in certi capi di abbigliamento. Nocivi possono risultare i muschi sintetici, utilizzati per i deodoranti, personali e d'ambiente, ma anche per i dopobarba e le sabbioline assorbi fumo per le auto.

«Reach va rafforzato - invocano insieme sindacati, consumatori, Wwf, Greenpeace e Legambiene -. Così com'è consentirà a sostanze dannose di rimanere sul mercato ed essere utilizzate nei prodotti di largo consumo, anche in presenza di alternative più sicure». Esulta invece Guido Sacconi, relatore per Reach all'Europarlamento: «Missione compiuta - assicura - tutte le sostanze pericolose, in tempi più o meno lunghi, saranno comunque inserite in un processo di sostituzione».